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lunedì 28 gennaio 2019

Gino Bartali. Una bici contro il fascismo

Gino Bartali non fu solo un grande sportivo ma sopratutto un grande uomo. E' ormai noto a tutti come il ciclista riuscì infatti a salvare la vita ad almeno 800 ebrei, consegnando di falsi documenti alle persone rifugiate nei conventi della Toscana e dell’Umbria. Gesto nobile ripercorso con una certosina ricostruzione storica nel libro 'Gino Bartali. Una bici contro il fascismo', scritto dal giornalista Alberto Toscano, che è stato presentato il 27 gennaio a Firenze, nella sala delle Ex Leopoldine in Piazza Tasso. 

“Mio padre è stato un eroe silenzioso. La cosa che sapeva fare meglio – ha ricordato Luigi Bartali – era pedalare. Con questa scusa ha fatto circa 45 gite fino ad Assisi e dintorni per prendere questi documenti falsificati che salvarono tante vite. Lui diceva di non sapere niente perché, così diceva: “Se mi dovessero fermare non devo dire bugie”.

Il libro inizia proponendo una rilettura dell’Italia contadina, che nella bicicletta aveva il suo fondamentale mezzo di locomozione. Per molti figli di quell’Italia contadina, come Bartali e Coppi, la bicicletta è una passione e poi un lavoro. Diventa l’ascensore sociale, che consente di farsi strada con successo nella vita. 

La vita e la personalità di Gino Bartali vengono descritte nel libro grazie a una serie di testimonianze in parte inedite, tra cui quelle dei due figli viventi di Gino e della nipote Gioia, figlia del primogenito Andrea.



Gino Bartali was not only a great sportsman but above all a great man. It is now known to all that the cyclist was able to save the lives of at least 800 Jews, delivering false documents to refugees in the convents of Tuscany and Umbria. Noble gesture retraced with a painstaking historical reconstruction in the book 'Gino Bartali. A bike against fascism ', written by the journalist Alberto Toscano, which was presented on January 27 in Florence, in the Sala delle Ex Leopoldine in Piazza Tasso.


"My father was a silent hero. The thing he could do better - Luigi Bartali recalled - was pedaling. With this excuse he made about 45 trips to Assisi and surroundings to take these falsified documents that saved so many lives. He said he did not know anything because, so he said: "If they stop me I do not have to lie."

The book begins by proposing a rereading of peasant Italy, which in the bicycle had its fundamental means of locomotion. For many children of that peasant Italy, like Bartali and Coppi, cycling is a passion and then a job. Become the social elevator, which allows you to make your way successfully in life.

The life and personality of Gino Bartali are described in the book thanks to a series of partly unpublished testimonies, including those of the two living sons of Gino and his nephew Gioia, daughter of the first-born Andrea.

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