Saranno la maggiore attenzione all’ambiente e/o il bisogno di tornare in salute stimolato dalla pandemia ma moltissime persone stanno preferendo sempre più la mobilità a piedi o in bicicletta. Anche i sindaci e le sindache di alcune città hanno spinto in questa direzione, complici i lockdown, hanno approfittato per ripensare alla loro urbanistica e ad ampliare le piste ciclabili.
Per andare al lavoro, per fare attività fisica o semplicemente per poter passeggiare in sicurezza, le piste ciclabili sono la soluzione perfetta, anche per dare un’alternativa a impatto zero a cittadini e cittadine che altrimenti in loro assenza si devono muovere forzatamente con mezzi inquinanti a motore.
Ed è la BBC ad aver pubblicato una breve lista con le città che più di tutte hanno ampliato negli ultimi anni la loro rete ciclabile e pedonale: sono 4 città che nel mondo spiccano per il loro impegno ed una è in Italia.
La prima citata è Parigi, la capitale francese che ancor prima dell’arrivo della pandemia si era impegnata a rendere le proprie strade più a misura di pedoni e di ciclisti. Già nel 2016 le banchine inferiori che corrono lungo la Senna sono state completamente pedonalizzate, ma nel 2020 con la nuova sindachessa Anne Hidalgo la città ha beneficiato di ulteriori cambiamenti.
“Vivo a Parigi da 14 anni e posso affermare con sicurezza di non aver mai assistito a una trasformazione più grande in tutta la città di quella avvenuta di recente per incoraggiare i ciclisti. La bellezza di muoversi a piedi a Parigi è più apprezzata dai tempi del Covid“, ha affermato Kathleen Peddicord, fondatrice di Live and Invest Overseas. “I trasporti pubblici sono stati vietati per molto tempo ed anche l’obbligo delle mascherine li ha resi più scomodi. Quindi, più persone hanno iniziato a muoversi a piedi“.
Inoltre, si prevede di aggiungere altri 180 km di piste ciclabili e 180.000 parcheggi per biciclette entro il 2026. Non solo, nel piano ci sono anche 170.000 alberi da piantare per ridurre il caldo estivo e permettere a pedoni e ciclisti di continuare a muoversi così anche nei periodi più caldi.
Bogotà, così come la Colombia in generale, è una città amante delle biciclette e già prima della pandemia la rete ciclabile si estendeva per 550 km. Complice il fatto che il ciclismo è lo sport nazionale, i cittadini e le cittadine della capitale sudamericana hanno apprezzato di molto l’aggiunta di ulteriori 84km di piste ciclabili nel 2020 da parte della sindaca Claudia Lopez.
“Negli ultimi anni la città ha iniziato a sviluppare una notevole atmosfera come quelle di Amsterdam e Copenaghen“, ha affermato Alex Gillard, fondatore del blog Nomad Nature Travel che ha anche vissuto a Bogotá. “Ci sono così tante biciclette per le strade a tutte le ore del giorno, è piuttosto stimolante“.
Altro intervento ciclo-friendly è il divieto per le auto a circolare in alcune aree delle città nei giorni festivi, restituendo le strade a ciclisti, pedoni e runner.
L’Italia, dopo la Cina, è stato uno dei Paesi più colpiti dalla pandemia e la situazione dei mezzi pubblici sovraffollati non aiutava. Tra le alternative, anche il nostro Paese ha pensato di incrementare i chilometri delle piste ciclabili per poter dare un’alternativa alle persone che non potevano o volevano spostarsi con le auto o i mezzi pubblici.
Una città italiana tra tutte però ha apportato i più grandi cambiamenti: Milano.
Nell’estate 2020, il capoluogo lombardo ha intrapreso un piano ambizioso per ampliare i marciapiedi e le piste ciclabili lungo 35 km di strade precedentemente incentrate sul traffico automobilistico.
“Non è la Milano di 10 anni fa che mi ricordo durante i miei giorni universitari”, ha detto Luisa Favaretto, fondatrice del sito Strategistico. “Adoro il concetto di città dei 15 minuti [lo stesso di Parigi, che prevede che una persona possa fare tutto entro 15 min da casa], ed ho visto una crescita del senso di comunità del “vecchio mondo”, poiché ci sono più ragioni per stare all’aperto e incontrarsi negli spazi comuni”.
Il quartiere di Milano per eccellenza per quanto riguardano le aree pedonali e quelle verdi è CityLife. “È pieno di spazi verdi pubblici insieme a tonnellate di piste ciclabili e offre uno sguardo al futuro di una Milano sostenibile“, ha affermato Favaretto.
Slow Street, così si chiama il programma che San Francisco ha messo a terra durante la pandemia con il quale ha ridotto il limite di velocità delle auto e incrementato le piste ciclabili, così da aumentare la sicurezza di pedoni, runner, ciclisti etc.
Secondo i dati raccolti, grazie a Slow Street il traffico automobilistico si è ridotto del 50% e nei giorni feriali quello pedonale è aumentato del 17% e quello ciclistico del 65%.
Anche se c’è ancora molto da fare per trasformare San Francisco in una città veramente pedonale, la storia mostra che si può fare. Una delle zone più percorribili della città – l’Embarcadero lungo il lungomare – era un tempo un’autostrada fino a quando un terremoto del 1989 l’ha resa inagibile per i veicoli.
Delle scelte importanti che tutte le città del mondo dovrebbero prendere in considerazione e attuare, anche perché, come dice uno studio pubblicato su Science Direct, se preferita tutti i giorni la bici può ridurre le emissioni fino all’84%.
Nessun commento:
Posta un commento