Cycling & Blogging: welcome on your finish line on the Adriatic Coast!!! sei entrato nel Blog ufficiale dell'Alexander Bike Hotel di Gabicce Mare!

giovedì 13 novembre 2025

Granfondo Squali Cattolica & Gabicce Mare 2026: il countdown è iniziato

Sta per tornare una delle manifestazioni più attese del panorama granfondistico nazionale. La Granfondo Squali Cattolica & Gabicce Mare si prepara a vivere la sua 11ª edizione, e l’apertura ufficiale delle iscrizioni è ormai alle porte.

📅 Data di apertura: lunedì 17 novembre 2025

Come da tradizione, i primi ciclisti più rapidi ad assicurarsi un pettorale potranno approfittare di tariffe promozionali riservate a 100 dorsali:
🟢 45 euro in griglia verde
🔴 55 euro in griglia rossa

La Granfondo Squali è molto più di una semplice gara: è un evento che unisce mare, colline e panorami mozzafiato tra Romagna e Marche, offrendo un’esperienza unica tra sport, natura e convivialità.

L’appuntamento è fissato.
Gli “squali” delle due ruote stanno per tornare a mordere l’asfalto.




One of the most anticipated events on the Italian granfondo scene is about to return! The Granfondo Squali Cattolica & Gabicce Mare is gearing up for its 11th edition, and the official opening of registrations is just around the corner.

📅 Registration opens: Monday, November 17th, 2025

As tradition goes, the fastest riders to secure their spot will be able to take advantage of special promotional rates for the first 100 race numbers:
🟢 €45 – Green grid
🔴 €55 – Red grid

The Granfondo Squali is much more than just a race: it’s an event that combines sea, hills, and breathtaking views across Romagna and Marche, offering a truly unique experience of sport, nature, and camaraderie.

The date is set — the “sharks” of the road are ready to bite the asphalt once again!

martedì 11 novembre 2025

Season 26''/ 27.5''/ 28'' ebike Kit

 Come trasformare una vecchia bici in una e-bike?

La risposta più immediata è, naturalmente, “con un motore elettrico”. Tuttavia, scegliere il kit giusto non è così semplice: tra modelli, produttori e caratteristiche tecniche, è facile perdersi.

La proposta di Season semplifica tutto grazie a una ruota posteriore con motore integrato, da montare sulla propria mountain bike o city bike. Basta collegarla alla batteria di alimentazione e al display di controllo, che mostra tutte le informazioni utili durante la pedalata.

Il kit è completo e pronto all’uso, ma richiede un minimo di manualità per l’installazione e il corretto collegamento dei componenti. Seguendo attentamente le istruzioni, si ottiene un sistema affidabile che assiste la pedalata per circa 50 km, rendendo ogni uscita più leggera e piacevole — e aiutando a dire addio alle gambe pesanti del giorno dopo!




How can you turn an old bike into an e-bike?
The obvious answer is “with an electric motor,” but navigating the world of kits, manufacturers, and technical specs can be tricky.

Season’s solution makes the process much easier with a rear wheel that integrates the motor inside, ready to be installed on your mountain or city bike. Simply connect it to the power battery and the display, which provides all the key riding information and controls.

The kit is fully comprehensive and easy to set up, though it does require a bit of hands-on skill to mount and wire everything correctly. Once installed according to the instructions, you’ll enjoy a smooth and reliable pedal-assist system with a range of around 50 km — helping you ride further, faster, and without that post-ride leg fatigue!

sabato 8 novembre 2025

Il ciclista imbruttito

Se pensate che il ciclismo sia solo un passatempo rilassante, siete fuori strada.
Letteralmente.


"
Il Ciclista Imbruttito" è un viaggio spassoso e irriverente nel mondo dei ciclisti amatoriali, una tribù unica che sembra vivere solo per il weekend, pronta a sacrificare sonno, tempo libero e persino rapporti di coppia per qualche chilometro in più. In questo libro, il nostro autore (e ciclista impenitente) condivide, le vicende assurde di quei clienti che ogni volta riescono a sorprenderlo: dal minimizzatore estremo che arriva con una bici che è più ruggine che acciaio a quello che arriva con una diagnosi fai-da-te trovata online, convinto di soffrire di un’improbabile “tendinite del quinto metatarso”.

Con un tono scanzonato e umoristico, "
Il Ciclista Imbruttito" è una lettura divertente e leggera, perfetta sia per chi conosce già questo mondo sia per chi si limita a osservare da lontano gli "invasati del pedale". Ma più di tutto, è una dichiarazione d’amore per il ciclismo, uno sport che – nonostante le ipocondrie e i dolori immaginari – rimane per chi lo vive una delle esperienze più appaganti e intense.

Per chi è questo libro?
• Per i ciclisti (imbruttiti e non), che si riconosceranno in queste storie.
• Per i familiari, amici e partner dei ciclisti, curiosi di scoprire cosa passa per la testa dei loro cari durante quelle infinite ore in bici.
• Per chi ha voglia di una lettura leggera e ironica che racconta il ciclismo da una prospettiva inedita e, diciamolo, un po’ folle.

Attenzione: leggere questo libro potrebbe causarvi la voglia di uscire in bici... o di convincere un ciclista a prendersi una pausa ogni tanto!



If you think cycling is just a relaxing hobby, you’re way off track. Literally.

“The Imbruttito Cyclist” is a witty and irreverent journey into the world of amateur cyclists — a unique tribe that seems to live only for the weekend, ready to sacrifice sleep, free time, and even relationships for just a few more kilometers on the saddle.

In this book, the author (a proudly unrepentant cyclist himself) shares the hilarious and absurd stories of customers who never fail to surprise him: from the minimalist who shows up with a bike that’s more rust than metal, to the self-diagnosing rider who’s convinced, thanks to the internet, that he suffers from an improbable “fifth metatarsal tendinitis.”

Told with humor and a light-hearted tone, “The Imbruttito Cyclist” is a fun and entertaining read — perfect both for those who know this world inside out and for those who simply watch the “pedal fanatics” from afar.
More than anything, though, it’s a declaration of love for cycling: a sport that — despite hypochondria, imaginary pains, and endless excuses — remains one of the most rewarding and exhilarating experiences there is.

Who is this book for?
• For cyclists (obsessed or not), who will recognize themselves in these stories.
• For the families, friends, and partners of cyclists, curious to find out what goes through their loved ones’ minds during those endless hours on the bike.
• For anyone looking for a light, ironic read that explores cycling from a fresh — and slightly crazy — perspective.

⚠️ Warning: Reading this book may cause an uncontrollable urge to go for a ride… or to convince a cyclist to finally take a break!

giovedì 6 novembre 2025

Granite Stash Kit Multi-Tool




 I ciclisti più previdenti sanno bene che un piccolo inconveniente può capitare in qualsiasi momento: una catena che salta, una vite che si allenta o un componente che si sposta dopo una buca o una caduta. Per questo motivo non si può fare a meno di avere sempre con sé un kit per le riparazioni rapide, pratico e ben organizzato.

Invece di dover portare con sé una borsina sotto la sella o, peggio, attrezzi legati al telaio, Granite Design STASH Multi-Tool offre una soluzione elegante e intelligente. Questo innovativo multitool integrato si installa direttamente all’interno del tubo di sterzo della bici, restando completamente nascosto quando non serve. Al momento del bisogno, il sistema “periscopico” permette di estrarlo con un semplice gesto, pronto all’uso per qualsiasi intervento d’emergenza.

Compatto, leggero e realizzato con materiali di alta qualità, lo STASH Multi-Tool garantisce affidabilità e praticità anche nelle condizioni più impegnative, permettendo ai ciclisti di affrontare ogni uscita con la sicurezza di avere sempre l’attrezzo giusto a portata di mano.





Experienced cyclists know that small mechanical issues can happen at any time—a slipped chain, a loose bolt, or a part knocked out of alignment after a bump or a fall. That’s why it’s essential to carry a compact, reliable repair kit for quick fixes on the go.

Instead of stuffing tools into a saddle bag or, even worse, strapping them awkwardly to the frame, the Granite Design STASH Multi-Tool provides a clever, integrated solution. This innovative multitool fits neatly inside the bike’s steerer tube, staying completely hidden until needed. When the moment comes, it slides out in a periscope-style motion, giving you instant access to the tool you need.

Compact, lightweight, and made from high-quality materials, the STASH Multi-Tool combines functionality and sleek design, ensuring that cyclists can tackle any unexpected repair with confidence and ease—without sacrificing the clean look of their bike.




mercoledì 5 novembre 2025

Sai a cosa servono gli intagli sui tasselli ?

 Molti pensano che siano solo indicatori di usura, ma in realtà la loro funzione principale è diversa. Gli intagli servono a rendere i tasselli più flessibili e capaci di adattarsi meglio al terreno.

Nei percorsi off-road, l’aderenza dipende dalla capacità dei tasselli di “mordere” il terreno: più penetrano nel suolo, maggiore è il grip. Su superfici dure o compatte, invece, i tasselli hanno più difficoltà ad aderire. In questi casi, gli intagli aiutano la gomma a deformarsi leggermente, aumentando l’aderenza.

Tipi di intagli
Non tutti gli intagli sono uguali: forma e orientamento variano a seconda della funzione.
Il Minion DHR, ad esempio, combina diversi tipi di intaglio:

  • Intagli orizzontali (freccia rossa): migliorano la trazione in salita e aumentano il grip nelle frenate in discesa.

  • Intagli verticali (freccia gialla): facilitano la transizione della ruota quando passa progressivamente in appoggio laterale.

  • Intagli diagonali o a V (freccia arancione): completano gli intagli verticali e rendono più equilibrata la transizione, soprattutto durante contraccolpi o frenate improvvise.

Alcuni tasselli non hanno intagli, come quelli delle gomme da fango: in questo caso, il tassello penetra facilmente nel terreno morbido senza bisogno di ulteriore deformabilità.

Effetti negativi degli intagli
Gli intagli possono aumentare l’usura dei tasselli: su mescole dure possono sfaldarsi o staccarsi. Inoltre, leggermente penalizzano la scorrevolezza della gomma.

Quando sostituire una gomma con intagli consumati?
Non è sempre necessario. È preferibile sostituire prima l’anteriore, mentre il posteriore può tollerare un po’ più di usura.




What are tire tread grooves for?

Many people think they are just wear indicators, but their main purpose is actually different. Grooves make the tread blocks more flexible and able to adapt better to the terrain.

In off-road conditions, grip depends on how well the tread blocks “bite” into the ground: the deeper they penetrate, the better the traction. On hard or compact surfaces, blocks have a harder time gripping. In these cases, grooves help the tire deform slightly, improving its overall adhesion.

Types of grooves
Not all grooves are the same; their shape and orientation vary depending on their function.
The Minion DHR, for example, combines several types of grooves:

  • Horizontal grooves (red arrow): improve climbing traction and enhance grip during downhill braking.

  • Vertical grooves (yellow arrow): help the wheel transition smoothly when it leans laterally.

  • Diagonal or V-shaped grooves (orange arrow): complement the vertical grooves, making transitions more stable, especially during sudden impacts or hard braking.

Some tread blocks don’t have grooves, such as those on mud tires. In soft terrain, the block penetrates easily without needing extra flexibility.

Negative effects of grooves
Grooves can increase tread wear: on hard compounds, blocks may crumble or even detach. They also slightly reduce rolling smoothness.

When should you replace a tire with worn grooves?
Not always immediately. Front tires are better replaced sooner, while the rear tires can tolerate a bit more wear

martedì 4 novembre 2025

WingLights

 Con l’arrivo dell’inverno e delle giornate più corte, essere ben visibili in sella diventa ancora più importante per la propria sicurezza e per quella degli altri. Segnalare in modo chiaro i propri movimenti a automobilisti e ciclisti è fondamentale, e proprio per questo gli indicatori di svolta Cycl Winglights rappresentano una soluzione pratica e intelligente.

Questi punti luminosi da manubrio consentono di indicare le svolte senza dover staccare le mani, migliorando la sicurezza durante ogni tragitto. Leggeri (solo 140 grammi) e realizzati con una solida struttura in alluminio anodizzato, sono resistenti agli urti e alle intemperie (certificazione IP67). Si installano facilmente su manubri con estremità dal diametro interno compreso tra 14,7 e 23 millimetri.

Grazie alla batteria al litio ricaricabile via USB, offrono una visibilità a 360 gradi e due modalità di utilizzo:

  • Luce fissa (rossa a destra e bianca a sinistra) con intensità fino a 30 lumen;

  • Modalità lampeggiante (arancione) da 16 lumen, perfetta per segnalare le svolte.

Una piccola innovazione che può fare una grande differenza, soprattutto nelle ore di scarsa visibilità.




With winter approaching and days getting shorter, being clearly visible on your bike becomes more important than ever—both for your safety and for that of others. Signaling your movements to drivers and fellow cyclists is essential, and that’s exactly where the Cycl Winglights turn indicators come in: a smart and practical solution for safer rides.

These handlebar-mounted lights allow you to indicate turns without taking your hands off the bars, improving control and visibility in traffic. Weighing just 140 grams, they feature a durable anodized aluminum body that’s resistant to impacts and weather conditions (IP67 certified). They can be easily installed on handlebars with an internal diameter between 14.7 and 23 millimeters.

Powered by a USB-rechargeable lithium battery, the Winglights offer 360-degree visibility and two operating modes:

  • Steady mode (red light on the right, white on the left) with up to 30 lumens of brightness

  • Flashing mode (orange) with 16 lumens, ideal for signaling turns

A small innovation that can make a big difference—especially during darker winter rides.

sabato 1 novembre 2025

The Boy Who Biked the World

 Tom ha sempre sognato di diventare un avventuriero — ma tutti gli dicevano che era un sogno impossibile. Per dimostrare che si sbagliavano, ha deciso di partire in bicicletta per fare il giro del mondo.

Il primo libro raccontava la sua incredibile traversata dell’Europa e il lungo viaggio attraverso i paesaggi sconfinati e misteriosi dell’Africa.

Nella seconda parte, Tom riprende la sua avventura pedalando dal sud estremo del Sud America fino ad arrivare, attraverso tutto il continente, verso l’Alaska. Sulla sua strada affronta deserti infuocati, giungle impenetrabili e le maestose montagne delle Ande. Incontra orsi grizzly, personaggi affascinanti e persino un indimenticabile porcellino d’India.

Ogni tappa diventa una scoperta, non solo del mondo ma anche di sé stesso.

Ispirato alle vere esperienze dell’autore e arricchito da illustrazioni coinvolgenti, mappe e pagine di diario scritte a mano, questo libro offre un’esperienza di lettura immersiva per tutti i giovani avventurieri che sognano di esplorare il mondo.




Tom always dreamed of being an adventurer — but everyone told him he was crazy. Determined to prove them wrong, he set out to cycle around the world.

The first book followed his epic ride across Europe and into the vast and mysterious landscapes of Africa.

Now, in Part Two, Tom continues his journey, pedalling north from the tip of South America all the way through the Americas toward Alaska. Along the way, he must face scorching deserts, dense jungles and the mighty peaks of the Andes. He encounters grizzly bears, remarkable people — and even a memorable guinea pig.

Through every challenge and discovery, Tom learns not only about the world but also about himself.

Inspired by the author’s real-life adventures and brought to life with captivating illustrations, maps and handwritten journal entries, this book offers an immersive experience for every young reader who dreams of exploring the world.

venerdì 31 ottobre 2025

Happy Bike Halloween

Sconti da paura sulla Bike Holiday 2026! 
Mare, colline e un’accoglienza che ti farà sentire a casa 

𝗣𝗿𝗲𝗻𝗼𝘁𝗮 𝗲𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗶𝗹 𝟯𝟬. 𝟭𝟭. 𝟮𝟬𝟮𝟱 𝗲 𝗿𝗶𝘀𝗽𝗮𝗿𝗺𝗶𝗮 𝗳𝗶𝗻𝗼 𝗮𝗹 𝟮𝟬%!


Scary-good discounts on 2026 Bike Holiday! 
Sea, hills & a welcome that feels like home 

𝗕𝗼𝗼𝗸 𝗯𝘆 𝟯𝟬. 𝟭𝟭. 𝟮𝟬𝟮𝟱 𝗮𝗻𝗱 𝘀𝗮𝘃𝗲 𝘂𝗽 𝘁𝗼 𝟮𝟬%!




 

giovedì 30 ottobre 2025

Bici e moto, fino a 800 euro di multa se legate a un palo: il Consiglio di Stato dà ragione ai Comuni

 Una sentenza destinata a far discutere — e a preoccupare migliaia di ciclisti e motociclisti italiani — è stata depositata il 17 settembre 2025. Con la decisione n. 7353, il Consiglio di Stato ha stabilito che i Comuni possono multare fino a 800 euro chi lega bici o moto a pali, cancellate o altre strutture pubbliche non destinate al parcheggio.

La motivazione ufficiale è la tutela del decoro urbano. Ma dietro questa formula si nasconde un problema molto più profondo: la mancanza cronica di parcheggi e rastrelliere adeguate nelle nostre città.

Il caso Cagliari e la sentenza

Tutto nasce dal ricorso presentato dalla Fiab di Cagliari contro il regolamento comunale che vieta di legare velocipedi e motocicli a elementi dell’arredo urbano. Le multe previste vanno da 75 a 500 euro, con una maggiorazione fino a 300 euro se l’infrazione avviene in aree di pregio storico o artistico.
In pratica, un cittadino può trovarsi a pagare fino a 800 euro per una bici legata al posto sbagliato — una cifra che spesso supera il valore stesso del mezzo.

La Fiab ha contestato il regolamento su tre punti:

  1. Il Comune avrebbe introdotto un nuovo tipo di divieto di sosta non previsto dal Codice della Strada.

  2. Il divieto colpirebbe solo bici e moto, escludendo monopattini e segway, violando il principio di uguaglianza.

  3. Le sanzioni sarebbero sproporzionate rispetto alla gravità dell’infrazione.

Il Consiglio di Stato ha però respinto tutte le obiezioni, sostenendo che la norma non riguarda la sosta dei veicoli, ma la tutela del decoro urbano.

Il paradosso della mobilità sostenibile

La decisione mette in luce un paradosso che mina la credibilità delle politiche di mobilità sostenibile.
Da un lato, le amministrazioni locali invitano i cittadini a usare la bici per ridurre traffico e inquinamento. Dall’altro, puniscono chi la utilizza davvero, in assenza di infrastrutture adeguate per parcheggiarla.

Nelle città italiane le rastrelliere sono poche, mal posizionate o in pessime condizioni. Per molti ciclisti, legare la bici a un palo o a una recinzione non è un atto di inciviltà, ma una necessità di sicurezza contro il furto, un fenomeno diffusissimo con tassi di recupero prossimi allo zero.

La sentenza, pur formalmente corretta, finisce per colpire il sintomo e non la causa.
Il rischio è che il “decoro urbano” diventi un pretesto per fare cassa, anziché un obiettivo di qualità degli spazi pubblici.

Sanzione o tassa occulta?

Il principio di proporzionalità è centrale. Una multa da 800 euro per una bici legata a un palo appare sproporzionata se confrontata con infrazioni ben più gravi: chi guida senza cintura rischia meno.
Il Consiglio di Stato ha rinviato la valutazione alla “concreta applicazione” delle sanzioni, ma intanto il segnale è chiaro: i Comuni potranno applicare multe altissime in nome del decoro.

Per città in difficoltà economiche, queste sanzioni rischiano di diventare una nuova forma di tassazione mascherata, che colpisce proprio chi sceglie mezzi ecologici.

Il nodo dei diritti dei ciclisti

Il Codice della Strada classifica la bicicletta come un veicolo a tutti gli effetti, imponendo obblighi ma non garantendo pari diritti.
Le auto dispongono di parcheggi ovunque; le bici, invece, raramente hanno spazi sicuri o dedicati.

Il risultato è una mobilità diseguale: il ciclista è obbligato a rispettare regole da automobilista, ma senza le stesse tutele.
Questa sentenza non solo aggrava la confusione normativa, ma rischia di scoraggiare chi vorrebbe contribuire a città più vivibili e sostenibili.

Il messaggio che passa è contraddittorio: pedala, ma a tuo rischio e pericolo.




Bikes and Motorbikes: Fines Up to €800 for Locking to a Pole — the Council of State Sides with Cities

A recent ruling by Italy’s Council of State has sparked outrage among cyclists and motorcyclists.
Decision no. 7353, issued on September 17, 2025, authorizes municipalities to impose fines of up to €800 on anyone who locks a bicycle or motorcycle to poles, railings, or other public structures not designated for parking.

The official justification? Urban decorum.
But behind this vague concept lies a deeper problem: Italy’s chronic lack of bike racks and secure parking spaces.

The Cagliari Case

The case began with a legal challenge from Fiab Cagliari, contesting a local ordinance that prohibits tying bicycles and motorcycles to urban fixtures.
Fines range from €75 to €500, with an additional €100–300 penalty in historic or artistic areas — meaning a cyclist could face an €800 fine for locking a bike in the wrong place.

Fiab argued that:

  1. The rule introduced a new type of parking ban not covered by the Italian Highway Code.

  2. It discriminated against bikes and motorbikes, excluding e-scooters and segways.

  3. The penalties were disproportionate to the offense.

The Council of State dismissed all objections, asserting that the rule concerns urban aesthetics, not parking regulation.

The Sustainable Mobility Paradox

This ruling highlights a contradiction in Italy’s transport policies.
Cities promote cycling as a sustainable alternative to cars — yet punish cyclists who have nowhere safe to park.

In many Italian cities, bike racks are scarce, poorly located, or neglected.
Locking a bike to a lamppost is not an act of disrespect but a defensive measure against theft — a rampant issue with minimal recovery rates.

Formally correct though it may be, the ruling targets symptoms instead of causes.
“Urban decorum” risks becoming a convenient slogan that hides the absence of real investment in cycling infrastructure.

Fine or Hidden Tax?

Proportionality is the key issue.
An €800 fine for a misplaced bike seems excessive when compared to more dangerous violations — such as driving without a seatbelt, which carries a lower penalty.
The Council of State deferred the issue to case-by-case enforcement, but the precedent allows cities to impose steep fines under the guise of maintaining order.

For cash-strapped municipalities, such penalties could become a disguised form of taxation, hitting those who choose sustainable mobility.

The Unequal Rights of Cyclists

Under Italian law, a bicycle is classified as a vehicle, with all related obligations but without comparable rights.
Cars have clearly marked parking zones — paid, free, or reserved.
Cyclists, instead, face a daily lack of safe and accessible parking.

The result is a mobility imbalance: cyclists bear the responsibilities of drivers, but without equal infrastructure or protection.
Rather than promoting cycling, this ruling risks discouraging it — sending a contradictory message:

Ride your bike, but do it at your own risk.

mercoledì 29 ottobre 2025

Arriva l’e-bike con la super autonomia: fino a 260 km con una sola ricarica

 Divora chilometri e stabilisce un nuovo punto di riferimento per il settore. Con una sola ricarica alla presa elettrica percorre fino a 260 chilometri: non è un’auto elettrica, ma una bicicletta a pedalata assistita. Si tratta della Navee SP01, presentata all’IFA 2025 di Berlino, dove è già stata ribattezzata dagli addetti ai lavori come la “Rolls-Royce su due ruote”.

Pensata per il cicloturismo a lunga distanza, la SP01 è equipaggiata con un motore centrale da 1.000 watt, un cambio Shimano a undici velocità e una forcella ammortizzata Suntour di ultima generazione, capace di affrontare con agilità buche e disconnessioni.

Per ora il modello non può circolare sulle strade europee, dove la normativa limita la potenza del motore a 250 watt e la velocità assistita a 25 km/h. Tuttavia, l’azienda ha confermato di essere al lavoro su una versione omologata per il mercato europeo.

Le prestazioni restano impressionanti: la SP01 offre 160 Nm di coppia, assistenza fino a 45 km/h e una batteria integrata nel tubo obliquo che si ricarica in circa quattro ore. Con il livello di assistenza più basso, raggiunge appunto i 260 chilometri di autonomia.

Completano la dotazione freni a disco idraulici Magura a quattro pistoncini, pneumatici Schwalbe Super Moto-X, cerchi in lega, manubrio piatto e sella Selle Royal. Il peso complessivo è di 35 kg, segno della solidità della struttura.

Il prezzo non è ancora stato annunciato, ma la SP01 si candida già a essere una delle e-bike più avanzate e performanti del 2025.




The e-bike with record-breaking range: up to 260 km on a single charge

It devours miles and sets a new benchmark for the industry. With a single full charge, it can cover up to 260 kilometers — and it’s not a small electric car, but an electric bicycle. Meet the Navee SP01, unveiled at IFA 2025 in Berlin, where the press has already nicknamed it the “Rolls-Royce on two wheels.”

Designed for long-distance cycle touring, the SP01 features a 1,000-watt mid-drive motor, an 11-speed Shimano gearbox, and a state-of-the-art Suntour suspension fork that easily absorbs bumps and uneven surfaces.

Currently, the SP01 cannot be used on European roads due to regulations that limit motor power to 250 watts and assisted speed to 25 km/h. However, the company has confirmed it is working on a street-legal version for the EU market.

Performance-wise, the numbers are impressive: the motor delivers 160 Nm of torque, assists pedaling up to 45 km/h, and draws power from a battery integrated into the down tube that recharges in about four hours. At the lowest assistance setting, the range reaches 260 kilometers.

The setup is completed by Magura four-piston hydraulic disc brakes, Schwalbe Super Moto-X tires, alloy rims, a flat handlebar, and a Selle Royal saddle. The overall weight is 35 kilograms, reflecting the bike’s sturdy build.

While pricing has not yet been revealed, the SP01 is already emerging as one of the most advanced and high-performance e-bikes of 2025.

martedì 28 ottobre 2025

Sali sul palco di Velo-city 2026 a Rimini: presenta il tuo progetto bike friendly




Hai un progetto legato alla mobilità ciclistica e sogni di presentarlo a una platea internazionale di esperti, professionisti e appassionati? Questa è la tua occasione.

Dal 16 al 19 giugno 2026, Rimini ospiterà Velo-city, il summit globale dedicato alla ciclabilità, che torna in Italia dopo la storica edizione milanese del 1991.

La candidatura del capoluogo romagnolo è stata sostenuta con forza dalla Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta (FIAB), che ricopre anche il ruolo di Programme Director dell’evento. Ed è proprio FIAB a invitare tutti gli interessati a partecipare alla Call for Abstracts.

Che cos’è la Call for Abstracts di Velo-city

Il programma di Velo-city 2026 è in costruzione e può essere arricchito “dal basso”, grazie ai contributi di chi lavora nel mondo della mobilità attiva.
Chiunque operi nel settore può proporre la propria idea o esperienza e avere l’opportunità di salire sul palco del summit globale della ciclabilità.

C’è tempo fino al 31 ottobre 2025 per inviare online il proprio abstract e candidarsi come relatore.


Chi può partecipare

La Call for Abstracts è articolata in due sezioni principali:

  • Call generale, aperta ad amministratori pubblici, operatori, associazioni, imprese e professionisti;

  • Call accademica, dedicata a ricercatori, università e studenti.

“Se stai lavorando sulla mobilità ciclistica, sulla mobilità sostenibile, sulla pianificazione urbana o su qualsiasi altro campo correlato, sei nel posto giusto” — recita l’invito ufficiale del team di Velo-city.
L’obiettivo è raccogliere progetti e idee capaci di arricchire l’agenda e stimolare il dibattito internazionale sul futuro delle città sostenibili.

I temi di Velo-city 2026

Il titolo scelto per la prossima edizione è “Delivering the Urban Dream”, un invito a ripensare il futuro urbano partendo dalla bicicletta.
Attorno a questo filo conduttore, il summit svilupperà cinque sottotemi chiave:

  • Built to Inspire – progettare ambienti urbani belli e funzionali;

  • Cycling for Life – promuovere stili di vita sani e attivi;

  • Travel Reimagined – turismo e sostenibilità come motori di sviluppo;

  • Good Vibes – inclusione sociale e transizione giusta;

  • Multimodality – integrazione tra diversi sistemi di trasporto.

Durante l’evento, quasi duemila partecipanti da tutto il mondo condivideranno esperienze, progetti e buone pratiche, in un confronto aperto tra amministrazioni, imprese, università e associazioni.

La storia di Velo-city

Nato nel 1980 a Brema, in Germania, Velo-city è diventato nel tempo il punto di riferimento globale per chi si occupa di ciclabilità e mobilità attiva.
In oltre quarant’anni di storia ha toccato grandi capitali e città simbolo della bike culture come Copenaghen, Bruxelles, Siviglia, Vancouver, Rio de Janeiro, Vienna, Adelaide, Taipei, Lisbona, Lubiana, Lipsia, Gand e Danzica.

Ogni edizione è un’occasione unica per confrontarsi su come le città possano evolvere verso modelli di mobilità più sostenibili, vivibili e a misura di persona.

Perché candidarsi

Partecipare a Velo-city significa entrare in una rete internazionale di innovatori della mobilità.
È l’opportunità perfetta per chi vuole dare visibilità al proprio progetto bike friendly, presentare buone pratiche o proporre nuove soluzioni per rendere le città più ciclabili e sostenibili.

Non perdere l’occasione di portare la tua esperienza sul palco del summit globale della ciclabilità.
Le idee migliori nascono dal confronto: e a Rimini, nel giugno 2026, saranno le due ruote a guidare il cambiamento.


Take the Stage at Velo-city 2026 in Rimini: Present Your Bike-Friendly Project

Do you have a project focused on cycling or sustainable mobility and dream of presenting it to an international audience of experts, professionals, and advocates? This is your chance.
From 16 to 19 June 2026, the city of Rimini will host Velo-city, the global summit on cycling, returning to Italy for the first time since the historic 1991 edition in Milan.

The Italian Federation for the Environment and Bicycle (FIAB) played a key advocacy role in Rimini’s successful bid and now serves as Programme Director of the event. FIAB is also inviting everyone to participate in the Call for Abstracts.

What Is the Velo-city Call for Abstracts?

The Velo-city 2026 programme is currently in development and is open to contributions “from the ground up.”
Professionals, organizations, and researchers in the field of active mobility are encouraged to submit their ideas and experiences for a chance to present them on the international stage of Velo-city.

Applicants have until 31 October 2025 to submit their abstracts online.

Who Can Apply?

The Call for Abstracts features two main tracks:

  • General Call – open to local administrators, operators, associations, companies, and professionals;

  • Academic Call – dedicated to researchers, universities, and students.

“If you’re working on cycling mobility, sustainable transport, urban planning, or any related field, this is the right place for you,” reads the official Velo-city announcement.
The goal is to collect projects and insights that can enrich the agenda and stimulate the international discussion on the future of cycling and liveable cities.

The Themes of Velo-city 2026

The overarching theme for the upcoming edition is “Delivering the Urban Dream” — a call to reimagine urban life through the lens of cycling.

Five key subthemes will guide the conference:

  • Built to Inspire – designing beautiful and functional urban environments;

  • Cycling for Life – promoting healthy and active lifestyles;

  • Travel Reimagined – tourism and sustainability as drivers of development;

  • Good Vibes – social inclusion and a just transition;

  • Multimodality – integrating diverse transport systems.

Nearly 2,000 participants from around the world will gather in Rimini to share expertise, best practices, and innovative ideas — fostering collaboration among cities, businesses, universities, and advocacy organizations.

A Brief History of Velo-city

First held in Bremen, Germany, in 1980, Velo-city has become the world’s leading conference on cycling and active mobility.
Over more than four decades, it has visited cities such as Copenhagen, Brussels, Seville, Vancouver, Rio de Janeiro, Vienna, Adelaide, Taipei, Lisbon, Ljubljana, Leipzig, Ghent, and Gdańsk — all models of urban cycling innovation and policy.

Each edition provides a platform for exchange, learning, and inspiration, showcasing how cities can transition toward more sustainable and people-centered mobility systems.

Why You Should Apply

Taking part in Velo-city means joining an international network of cycling and mobility innovators.
It’s an unparalleled opportunity to showcase your bike-friendly project, share successful strategies, and inspire others to rethink the way cities move.

Don’t miss the chance to bring your ideas to the global stage of urban cycling.
Change starts with dialogue — and in June 2026, in Rimini, it will once again begin on two wheels.


sabato 25 ottobre 2025

Come fare... la manutenzione della bicicletta. Manuale illustrato di ciclomeccanica.

 Questo libro è pensato per chi conosce già i rudimenti dell’arte di aggiustare la bicicletta, ma anche per chi desidera avvicinarsi per la prima volta al piacere di farlo da sé.

Pagina dopo pagina, l’autore accompagna il lettore in un percorso di scoperta e consapevolezza: imparare a riconoscere i rumori molesti e anomali, a vedere ciò che è fuori posto, ad aggiustare ciò che si è rotto o a registrare ciò che non funziona più come dovrebbe.

Non si tratta soltanto di un manuale tecnico, ma di una guida pratica e insieme filosofica alla manutenzione come gesto di libertà. Si impara a pulire, smontare e rimontare, a rimettere ordine nelle cose e negli strumenti, ma anche nei propri gesti. Ogni vite stretta, ogni catena oliata, ogni ruota che torna a girare diventa un piccolo atto di autonomia.

Aggiustare una bicicletta, in fondo, significa allargare le proprie possibilità, ridurre la dipendenza dagli altri e riscoprire la manualità come forma di conoscenza del mondo. Le mani tornano protagoniste: strumenti sensibili e intelligenti, capaci di comprendere la materia, di sentire ciò che non va, di riportare equilibrio e armonia.

Questo libro è un invito a riscoprire la relazione tra sé, l’oggetto e il movimento, a ritrovare nel gesto dell’aggiustare non solo una competenza utile, ma una piccola forma di libertà quotidiana.


This book is written for those who already know the basic principles of the art of bicycle repair, as well as for those who wish to explore it for the first time.
Page after page, the author guides the reader through a journey of discovery and awareness: learning to recognize unusual or troubling sounds, to see when something is out of place, to fix what is broken, and to adjust what no longer works as it should.

It is not merely a technical manual, but a practical — and at the same time philosophical — guide to maintenance as an act of freedom. The reader learns to clean, dismantle and reassemble, to bring order to objects and tools, and, symbolically, to their own gestures. Each tightened bolt, each oiled chain, each wheel that spins again becomes a small act of autonomy.

Repairing a bicycle means expanding one’s possibilities, breaking free from dependence, and rediscovering manual skill as a form of knowledge of the world. The hands once again take center stage: sensitive, intelligent instruments capable of understanding matter, sensing what is wrong, and restoring balance and harmony.

This book is, ultimately, an invitation to rediscover the relationship between oneself, the object, and motion — to find, in the simple act of repairing, not only a useful skill but a quiet, everyday form of freedom.

giovedì 23 ottobre 2025

Le e-bike sono la vera rivoluzione della mobilità — ma l’Italia è ancora in ritardo




Per anni le biciclette sembravano destinate a scomparire, soppiantate dalle auto. E invece stanno vivendo una seconda, entusiasmante giovinezza — grazie alle bici elettriche. Lo sostiene anche The Economist, che le definisce la “vera rivoluzione della mobilità”.

Dal Nord America all’Asia, le e-bike stanno cambiando il modo in cui le persone si muovono nelle città.

Dalla bici “muscolare” alla mobilità globale

A Montreal, in Canada, un quinto degli spostamenti urbani avviene in bicicletta. A Londra, l’uso delle bici è cresciuto del 57% in due anni e nel quartiere finanziario, durante il giorno, ci sono il doppio delle bici rispetto alle auto.
A Parigi le bici hanno superato moto e scooter, mentre a Copenaghen una persona su due si muove ogni giorno pedalando per andare a scuola o al lavoro.

I numeri impressionano anche oltreoceano: The Economist calcola che a New York le bici condivise coprono in tre giorni gli stessi viaggi che le auto autonome di Waymo fanno in una settimana.
E in Asia? A Tokyo il 23% degli uomini d’affari preferisce la bici ai treni affollati, mentre a Pechino e Dacca (Bangladesh) le due ruote — anche nella versione elettrica o risciò — tornano a riempire le strade.

L’Italia pedala… ma con il freno tirato

Anche nel nostro Paese qualcosa si muove.
Le vendite di bici elettriche sono aumentate del 40% rispetto al 2019: nel 2024 se ne sono vendute 274.000, contro un milione di biciclette tradizionali.
Gli italiani hanno percorso oltre 25 milioni di chilometri con le bici a noleggio.
Milano guida la classifica del bikesharing con 10.000 e-bike, seguita da Roma (7.000) e Bologna (2.700).

Eppure, la distanza con l’Europa resta ampia: il solo servizio di Parigi (Vélib’) totalizza quasi lo stesso numero di noleggi dell’intera sharing mobility italiana.

Perché le e-bike piacciono così tanto

L’e-bike non è solo una “bici con il motore”. È un modo diverso di vivere la città.
Secondo The Economist, le biciclette elettriche:

  • sono efficienti e sostenibili;

  • costano pochissimo rispetto a un’auto o a uno scooter;

  • riducono traffico, inquinamento e bisogno di parcheggi;

  • aiutano a mantenersi in forma in modo naturale.

Le e-bike hanno anche democratizzato il pedalare: permettono di arrivare al lavoro senza sudare, trasportare bambini o fare la spesa senza sforzi.
A Chicago, ad esempio, nel sistema di bike sharing Divvy, le e-bike sono usate il 70% in più rispetto alle bici classiche.

 Poche piste ciclabili, tanto rischio

Il vero freno in Italia? La sicurezza.
Le piste ciclabili separate sono ancora poche e chi pedala deve condividere la strada con auto e scooter.
Nel 2024, 185 ciclisti sono morti in incidenti stradali, più del doppio rispetto al Regno Unito (82 vittime), nonostante lì vivano più persone.
Inoltre, nel nostro Paese l’uso del casco è ancora poco diffuso e la cultura della bici fatica ad affermarsi.

 Le città storiche e la politica del pedale

Le città italiane, spesso storiche e dense, hanno meno spazio per creare nuove ciclabili.
Servono soluzioni intelligenti: zone 30, corsie dedicate, limiti alle auto.
Ma qui il problema diventa politico. In molte città — da Milano a Roma — la bici è diventata un tema di scontro: per alcuni è simbolo di modernità, per altri solo un fastidio per gli automobilisti.

Come scrive The Economist, ogni rivoluzione tecnologica genera polarizzazione. Ma le bici elettriche non tolgono spazio: lo restituiscono. Alle persone, alla salute, e alla qualità della vita urbana.

Il futuro è (ancora) a due ruote

La bicicletta è un’invenzione antica, ma la sua nuova versione elettrica rappresenta una delle soluzioni più concrete e accessibili per le città del futuro.
Serve solo una visione più pragmatica e meno ideologica.
Perché là dove si pedala di più, si vive meglio.
E forse, anche in Italia, la vera rivoluzione della mobilità è già iniziata — basta avere il coraggio di seguirla.


The E-Bike Revolution: Why Italy Is Still Pedaling Slowly

For years, bicycles seemed destined to disappear, overtaken by cars. And yet, they’re enjoying a second, thrilling youth — thanks to electric bikes.
As The Economist puts it, they are the “true revolution in mobility.”

From North America to Asia, e-bikes are reshaping the way people move through cities.

From “Muscle Bikes” to Global Mobility

In Montreal, Canada, one in five urban trips is made by bike.
In London, cycling has grown by 57% in just two years, and in the financial district, bikes now outnumber cars two to one during the day.
In Paris, bicycles have overtaken motorbikes and scooters, while in Copenhagen, one in two people cycles daily to school or work.

The numbers are just as impressive elsewhere: The Economist notes that in New York, shared bikes cover as many trips in three days as Waymo’s self-driving cars do in a whole week.
And in Asia, 23% of Tokyo businessmen now prefer cycling over crowded trains, while in Beijing and Dhaka (Bangladesh), bicycles — both electric and traditional rickshaws — are once again filling the streets.

Italy Is Pedaling… But with the Brakes On

Even in Italy, things are starting to move.
Sales of e-bikes have risen by 40% since 2019: in 2024, Italians bought 274,000 electric bikes, compared to one million traditional ones.
In total, Italians have covered over 25 million kilometers using shared bikes.

Milan leads the bike-sharing chart with 10,000 e-bikes, followed by Rome (7,000) and Bologna (2,700).
Still, the gap with Europe remains wide: Paris’s Vélib’ service alone logs almost as many rides as Italy’s entire bike-sharing network combined.

Why E-Bikes Are So Popular

An e-bike isn’t just a “bike with a motor.” It’s a new way of living the city.

According to The Economist, electric bikes:

  • are efficient and sustainable;

  • cost a fraction of cars or scooters;

  • reduce traffic, pollution, and parking needs;

  • and help people stay fit naturally.

They’ve also democratized cycling: you can get to work without sweating, carry groceries or children easily, and ride farther than before.
In Chicago, for example, users of the Divvy bike-sharing program ride e-bikes 70% more often than traditional bikes.

Few Bike Lanes, Plenty of Risk

Italy’s real obstacle? Safety.
There are still too few protected bike lanes, and cyclists must share the road with cars and scooters.
In 2024, 185 cyclists were killed in traffic accidents — more than double the number in the UK (82), even though Britain has a larger population.

Helmet use remains uncommon, and a broader cycling culture has yet to fully take hold.

Historic Cities and the Politics of Pedaling

Many Italian cities — historic, dense, and complex — struggle to carve out space for new bike lanes.
Smarter solutions are needed: “zone 30” speed limits, dedicated corridors, and car-free zones.
But here the issue turns political. In cities like Milan and Rome, the bicycle has become a cultural flashpoint: a symbol of progress for some, an inconvenience for others.

As The Economist notes, every technological revolution creates polarization.
But e-bikes don’t take space away — they give it back: to people, to public health, and to urban life itself.

The Future Is (Still) on Two Wheels

The bicycle may be an old invention, but in its electric form it’s one of the most practical and accessible solutions for the cities of tomorrow.
What’s needed is a more pragmatic and less ideological approach.

Because wherever people cycle more, they live better.
And perhaps, even in Italy, the true mobility revolution has already begun — we just need the courage to keep pedaling.