Cycling & Blogging: welcome on your finish line on the Adriatic Coast!!! sei entrato nel Blog ufficiale dell'Alexander Bike Hotel di Gabicce Mare!

giovedì 31 luglio 2025

Nel 2026 pedali con noi?

 



Hai già immaginato la tua prossima avventura su due ruote?

Se stai sognando panorami mozzafiato, salite panoramiche, discese adrenaliniche e percorsi pensati per veri amanti della bici… è il momento giusto per cominciare a pianificare la tua Bike Holiday 2026!

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🚵‍♀️ Novità Bike 2026: ancora più emozioni!

La nuova stagione si preannuncia ricca di sorprese:

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📍 Nuovi tour speciali

📍 Eventi ciclistici imperdibili

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Cosa aspetti?

Vieni a vivere una vacanza attiva, dinamica e ricca di emozioni.

Respira libertà, supera i tuoi limiti e goditi ogni momento in sella alla tua bici… al resto pensiamo noi!




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🚵‍♀️ Bike 2026 news: more excitement awaits!

The new season is packed with surprises:

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What are you waiting for?

Live an active, dynamic and emotional vacation.

Breathe in freedom, push your limits, and enjoy every moment on your bike — we’ll take care of the rest!






mercoledì 30 luglio 2025

Pogačar il Re stanco

 Tadej Pogačar ha vinto per la quarta volta il Tour de France, scrivendo un’altra pagina di storia nel grande libro del ciclismo. Eppure, mai come quest’anno, il suo successo è stato accompagnato da un’immagine inedita: quella di un campione affaticato, quasi svuotato. Dopo una prima parte di corsa affrontata con la consueta grinta ed esuberanza, il corridore sloveno è sembrato mentalmente distante, più silenzioso del solito, quasi assente. Sempre in maglia gialla, sempre saldamente al comando, ma visibilmente stanco.

Già nelle ultime tappe aveva lasciato intuire il suo malessere, parlando apertamente della fatica mentale e del desiderio di arrivare a Parigi il prima possibile. A premiazione avvenuta, ha confermato la sensazione di disagio, raccontando un finale di Tour in cui si è sentito “sotto pressione” e poco motivato. Ha ammesso di aver vissuto momenti in cui si chiedeva cosa ci facesse ancora lì, spiegando di essersi sentito sfinito, forse anche un po’ sopraffatto dal contesto.

Le prime due settimane erano andate meglio: brillante, reattivo, Pogačar sembrava dominare senza apparente fatica. Ma con il passare dei giorni è affiorata la stanchezza, non solo fisica ma soprattutto mentale. Gli impegni con i media, le aspettative altissime, la rivalità continua con Vingegaard: tutto ha pesato sul suo umore. Il risultato finale non cambia — la vittoria è sua — ma l’immagine che lascia questo Tour è quella di un campione più umano, vulnerabile, forse alla ricerca di nuovi stimoli.

Anche per questo, ora resta incerto il suo calendario. All’inizio della stagione, la Vuelta Espana era tra gli obiettivi dichiarati, ma dopo tre settimane così intense e logoranti, appare difficile immaginarlo al via di un altro grande giro a così breve distanza. Più probabili, invece, gli appuntamenti con il Mondiale in Ruanda e il Lombardia, una corsa che ha sempre dimostrato di amare particolarmente.

Le sue parole sul futuro sono state sincere e rivelatrici: non si parla ancora di ritiro imminente, ma la prospettiva di una carriera più breve del previsto è concreta. Pogačar ha un contratto fino al 2030 con la UAE, ma ha lasciato intendere che potrebbe fermarsi prima. Tra gli ultimi grandi obiettivi, ha indicato le Olimpiadi di Los Angeles del 2028. Dopo quella data, tutto sarà da valutare.

Per ora, il ciclismo può godersi ancora uno dei suoi campioni più forti e talentuosi. Ma questo Tour ha mostrato anche l’altra faccia del successo: la fatica di restare sempre al vertice, il peso delle aspettative, e la necessità, a volte, di fermarsi e respirare.




Tadej Pogačar won the Tour de France for the fourth time, writing another chapter in the great history of cycling. Yet this year, his triumph came with an unfamiliar image: that of a fatigued, almost drained champion. After an opening phase marked by his usual energy and attacking flair, the Slovenian rider seemed increasingly distant, mentally absent. Still in yellow, still in control—but clearly tired.

In the final days of racing, he had already hinted at his struggles, speaking openly about the mental toll and his desire to simply reach Paris. After the final podium, he confirmed those feelings, describing a Tour finale in which he felt “under pressure” and lacking motivation. He admitted to questioning his presence in the race and explained that he felt exhausted—perhaps overwhelmed by it all.

The first two weeks had gone smoothly: sharp, lively, and dominant as always. But as the race wore on, fatigue set in—physical, yes, but even more so mental. The constant media demands, the heavy expectations, the ongoing duel with Vingegaard—all of it weighed on him. The result doesn’t change—victory is his—but the image this Tour leaves is of a more human, vulnerable champion, possibly in search of new meaning.

That uncertainty is reflected in his race calendar. At the start of the season, the Vuelta a España was among his goals, but after three grueling weeks, it seems unlikely he’ll take on another Grand Tour so soon. More probable are appearances at the World Championships in Rwanda and Il Lombardia, a race he’s always loved.

His comments about the future were candid and revealing. Retirement isn’t imminent, but the idea of a shorter career is real. Pogačar is under contract with UAE Team Emirates through 2030, but he hinted that he may stop earlier. One of his final big targets? The 2028 Los Angeles Olympics. After that, everything is up for discussion.

For now, cycling still gets to enjoy one of its greatest and most talented champions. But this Tour also revealed the other side of greatness: the struggle to stay on top, the weight of expectation, and the simple human need to pause and breathe.


martedì 29 luglio 2025

Bikelash: quando la bici scatena reazioni ostili

 Non ce ne vogliano i puristi della lingua italiana, ma “bikelash” è un termine anglosassone sempre più diffuso per descrivere un fenomeno ben noto a chi si muove in bici: la reazione avversa alla mobilità ciclabile. Lo vediamo ogni volta che si inaugura una nuova ciclabile o si limita il traffico: “Ci tolgono parcheggi!”, “Creano ingorghi!”. Questo è bikelash.

Il termine nasce dalla fusione di bike (bicicletta) e backlash (contraccolpo, reazione negativa). In italiano potremmo tradurlo con “ostilità verso i ciclisti” o “rigetto della ciclabilità”. È una risposta di resistenza – spesso rumorosa – al cambiamento verso una mobilità più sostenibile.

I volti del bikelash

Durante l’ultima edizione di Velo-city a Danzica, abbiamo intervistato Piotr Kuropatwinski, economista e storico attivista per la mobilità attiva. Secondo lui, il bikelash si manifesta su più livelli:

  • Media e narrazione tossica: chi promuove la mobilità attiva viene etichettato come ideologico o radicale. I ciclisti? Visti come poveri, pericolosi o “nemici” degli automobilisti.

  • Opposizione politica: alcuni amministratori bloccano interventi per difendere la “libertà di movimento”, intesa però solo come libertà di usare l’auto.

  • Timori locali: commercianti che temono cali di clientela, spesso senza dati alla mano.

  • Disinformazione online: post e commenti che ridicolizzano chi va in bici, accusandolo di essere povero, single, o incapace di guidare.

Eppure, i benefici della ciclabilità sono supportati da studi e dati: meno traffico, più qualità dell’aria, aumento del commercio di prossimità, città più vivibili per tutti – non solo per chi pedala.

Serve un cambio di approccio

Per contrastare il bikelash non bastano le piste ciclabili: servono politiche coraggiose, buona comunicazione e coinvolgimento della comunità. Kuropatwinski suggerisce di partire da una comunicazione empatica, ispirata al “linguaggio della giraffa” ideato da Marshall Rosenberg, simbolo di ascolto, empatia e visione a lungo termine. Da evitare invece il “linguaggio dello sciacallo”: accusatorio, giudicante, divisivo.

È importante non cadere nella trappola della polarizzazione (“ciclisti vs automobilisti”) ma creare alleanze con commercianti, scuole, medici, famiglie. Quando la mobilità attiva viene percepita come bene comune, l’opposizione perde forza.

Contare per contare di più

Un esempio efficace viene proprio da Danzica, dove sono stati installati contatori pubblici del traffico ciclabile. I dati mostrano una crescita costante (+12% in un anno), sfatando il mito che “nessuno va in bici”.

La conclusione? Non basta pedalare, serve anche raccontare bene perché lo facciamo. La bicicletta non è solo un mezzo di trasporto, è uno strumento di cambiamento. E come dice Kuropatwinski citando Rosenberg:

“Abbi un cuore come quello di una giraffa. E ricorda, la giraffa può raggiungere luoghi che nessun altro può raggiungere.”



Bikelash: When Bicycles Face Backlash

Purists of the Italian language might cringe, but bikelash—a blend of bike and backlash—has made its way into everyday language to describe a very real phenomenon: hostility towards cycling and active mobility. If you've ever heard complaints when a new bike lane opens—“They’re taking away our parking!” or “It’s causing traffic!”—that’s bikelash.

It’s the pushback that arises whenever cities try to shift space from cars to people, often led by a loud minority, while a quieter majority remains supportive or indifferent.

What Does Bikelash Look Like?

At the recent Velo-city conference in Gdańsk, we spoke with Piotr Kuropatwinski, economist and longtime cycling advocate, who broke down the different faces of bikelash:

  • Toxic media narratives: Framing cycling policies as ideological; portraying cyclists as obstacles, radicals, or just too poor to drive.

  • Political resistance: Local governments opposing bike infrastructure in the name of “freedom of movement”—a code for car-centric policies.

  • Local pushback: Business owners fearing (often without evidence) that bike lanes will hurt their bottom line.

  • Online hostility: Anti-bike comments reducing cyclists to stereotypes—young, poor, childless, or simply “anti-car.”

Despite this resistance, the benefits of cycling infrastructure are well-documented: less traffic, cleaner air, healthier communities, and even improved local business.

Fighting Bikelash with Empathy and Facts

According to Kuropatwinski, tackling bikelash means more than just laying down bike lanes—it requires smart policies and thoughtful communication.

He draws from nonviolent communication, particularly the work of Marshall Rosenberg, who uses the metaphor of the giraffe language (empathetic and long-sighted) vs the jackal language (judgmental and aggressive). Cycling advocates, he warns, should avoid mirroring the hostility they face online. Dismissing all drivers as the enemy only fuels division.

Instead, the goal is to build bridges: work with local businesses, schools, healthcare workers, and parents to show how cycling benefits everyone—not just “cyclists.”

“If We’re Not Counted, We Don’t Count”

A powerful example comes from Gdańsk, where the city installed bike counters in multiple locations. The data—shared publicly—shows consistent year-over-year growth (12% last year alone), helping to dismantle the myth that “nobody bikes.”

Shift the Narrative, Not Just the Infrastructure

The cycling movement needs to change the story, not just the streets. That means highlighting real-life benefits, backing claims with data, and avoiding the trap of “cyclists vs drivers.” Cities are for everyone. And as Piotr reminded the crowd at Velo-city, quoting Rosenberg:

“Have a heart like a giraffe. And remember—the giraffe can reach places no one else can.” 

domenica 27 luglio 2025

Jova Bike Party!

 

Jovanotti e il primo “Bike Concert” della storia: 770 km in sella fino al No Borders Festival – tutto sold out in 34 minuti



Un’impresa che unisce musica, bici e avventura: Lorenzo Jovanotti ha fatto la storia con il suo primo #JovaBikeParty, un concerto a emissioni (quasi) zero, raggiungendo in sella ai pedali i Laghi di Fusine, in Friuli-Venezia Giulia, dopo un viaggio di 770 chilometri dalla Toscana.

Unico live dell’estate per l’artista, andato sold out in appena 34 minuti, il “bike concert” si è tenuto nell’ambito del No Borders Music Festival, al confine tra Italia, Austria e Slovenia, e ha richiesto a tutti i 5.000 partecipanti di arrivare esclusivamente in bicicletta. Una sfida collettiva, accettata da fan provenienti da tutta Europa, accolti da sole, pioggia e vento, ma con il cuore pieno di energia e libertà.

🚴‍♂️ La carovana di Jova: dalla strada al palco

Jovanotti non è arrivato da solo. Con lui, una vera e propria crew di pedalatori d’eccezione:

  • Paolo Bettini, oro olimpico ed ex CT della Nazionale,

  • Daniele Bennati, pluricampione e anche lui ex CT azzurro,

  • Maria Vittoria Griffoni (alias La Cheffa), ciclista emergente e cuoca ufficiale dei backstage PalaJova, partita da Jesi,

  • Fred Morini, osteopata e anima ciclistica del gruppo,

  • Augusto “Gus” Baldoni, storico compagno di viaggi di Lorenzo.

Un viaggio di sudore, risate, panorami mozzafiato e tanta umanità condivisa sui pedali.

🎶 Un concerto ad alta quota e alta intensità

Alle 14:15, con il pubblico già carico dopo l’arrivo in bici, Jova è salito sul palco con la sua rodatissima J Street Band:

  • Saturnino (basso),

  • Christian “Noochie” Rigano (tastiere),

  • Adriano Viterbini (chitarra),

  • Franco Santarnecchi (piano),

  • Leo Di Angilla e Kalifa Kone (percussioni),

  • Carmine “B-Dog” Landolfi (batteria),

  • Sezione fiati guidata da Gianluca Petrella, con Camilla Rolando (tromba) e Sophia Tomelleri (sax),

  • Voci e cori di Micol Touadi, Jennifer Vargas e Morris Pradella (anche seconda chitarra).

Il live è stato un’esplosione di ritmo, con una scaletta che ha intrecciato i grandi classici e i brani del nuovo album “Il corpoumano vol.1”, incluso il singolo “Occhi a cuore”. Molti dei pezzi sono stati rivisitati nella versione energica del disco live “Jova! Live! Love!”, registrato durante il tour nei palazzetti che da marzo a maggio 2025 ha totalizzato 591.123 spettatori in 54 date tutte sold out.

✌️ Musica, pedalate e un messaggio di pace

Prima di attaccare con la musica, Jovanotti ha voluto lanciare un messaggio chiaro e universale:
“Tifo sempre per la pace e la tregua”, ha detto, rivolgendosi a un pubblico internazionale riunito non solo per la musica, ma anche per condividere un’idea di mondo più lento, umano e solidale.


🚵‍♀️ Perché il Bike Concert è già leggenda

Non è stato solo un evento musicale, ma una rivoluzione culturale: pedalare per raggiungere il luogo del concerto, abbandonando auto, bus e inquinamento, ha trasformato uno show in una vera esperienza condivisa. Jovanotti ha dimostrato che un altro modo di vivere (e ascoltare) la musica è possibile. Un modo più lento, consapevole, e soprattutto... su due ruote.

Chi c’era, ha portato a casa molto più di una canzone.



Jovanotti's Bike Concert Makes History: 770 km, 5 Stops, and a Sold-Out Crowd at No Borders Festival

In a groundbreaking fusion of music, cycling, and adventure, Italian artist Lorenzo Jovanotti has created the world’s first bike concert — and it’s already legendary. Pedaling 770 kilometers from Tuscany to the stunning Fusine Lakes in Friuli-Venezia Giulia, Jova arrived on two wheels for the #JovaBikeParty, the only live show of his summer and a one-of-a-kind celebration at the No Borders Music Festival.

Tickets? Gone in just 34 minutes.
The catch? All 5,000 attendees had to arrive by bicycle — no cars allowed. Fans cycled in from Italy, Austria, and Slovenia, braving rain, sun, and wind for a music experience like no other.

🚴‍♂️ The Ride to the Rhythm: Jova’s Cycling Crew

Jovanotti didn’t ride alone. Along the way, he was joined by a dream team of cycling companions:

  • Paolo Bettini, Olympic gold medalist and former national coach,

  • Daniele Bennati, multi-title champion and ex-national coach,

  • Maria Vittoria Griffoni (La Cheffa), rising cyclist and backstage chef, who biked all the way from Jesi,

  • Fred Morini, physiotherapist, osteopath, and lifelong cycling lover,

  • Augusto “Gus” Baldoni, Jova’s longtime travel buddy.

Together, they formed a two-wheeled caravan across Italy — part music tour, part pilgrimage of pedal-powered joy.

🎶 High-Altitude, High-Energy Performance

At 2:15 PM, Jovanotti took the stage with his powerhouse J Street Band, just meters from the Austrian border:

  • Saturnino (bass),

  • Christian “Noochie” Rigano (keyboards),

  • Adriano Viterbini (guitar),

  • Franco Santarnecchi (piano),

  • Leo Di Angilla & Kalifa Kone (percussion),

  • Carmine “B-Dog” Landolfi (drums),

  • Horns led by Gianluca Petrella, with Camilla Rolando (trumpet) and Sophia Tomelleri (sax),

  • Backing vocals by Micol Touadi, Jennifer Vargas, and Morris Pradella (also on rhythm guitar).

The setlist was a high-voltage mix of greatest hits and tracks from his new album "Il corpoumano vol.1", including the single “Occhi a cuore”. Many songs were reimagined live in the explosive style of “Jova! Live! Love!”, the official tour album recorded during his sold-out arena shows from March to May 2025 — 54 dates, 591,123 spectators.

✌️ Music, Bikes, and a Message of Peace

Before the music began, Jovanotti shared a heartfelt sentiment with the international crowd:
“I always root for peace and truce.”

It was a reminder that the event was about more than just music or sport — it was a statement of hope, unity, and sustainable living.


🚵‍♀️ Why the Bike Concert is Already a Legend

This wasn’t just a show — it was a movement. Riding to the venue, leaving behind cars and pollution, made the concert feel like a shared journey, not just entertainment. Jovanotti proved that another way of experiencing music is not only possible — it’s unforgettable.

Thousands rode in. Everyone rode home changed.

martedì 15 luglio 2025

La Gialla Cycling: emozioni a pedali tra Misano, borghi storici e sapori locali

Che tu sia un amante della bici da strada o un esploratore del gravel, La Gialla Cycling ti accoglie con un’esperienza davvero unica: un’ora intera sul leggendario Circuito Internazionale di Misano, tutta per te. Prima della partenza ufficiale, potrai pedalare liberamente tra i cordoli che hanno fatto la storia del motorsport, senza stress e senza fretta. È il momento perfetto per scaldare le gambe, scattare qualche foto mozzafiato e assaporare l’atmosfera magica di un tracciato iconico.

Pedalare sul Misano World Circuit è molto più di un riscaldamento: è vivere un sogno da protagonista, un’occasione esclusiva riservata ai partecipanti de La Gialla Cycling.

Pedalando tra colline, borghi e sapori: il vero spirito de La Gialla Cycling
Ma La Gialla Cycling non si ferma alla pista: è un viaggio che unisce sport, scoperta e gusto, alla scoperta dei tesori nascosti della Romagna. I percorsi, disegnati per offrire il meglio del territorio, sono punteggiati da ristori d’eccellenza, vere e proprie oasi del gusto dove fermarsi, ricaricarsi e assaporare prodotti locali.


🏰 Mondaino: il ristoro tra storia e bellezza
Il primo ristoro è allestito in un luogo da cartolina: Piazza Maggiore a Mondaino, uno dei borghi più affascinanti del Riminese. La sua forma semicircolare, abbracciata da un elegante porticato neoclassico, le è valsa il soprannome affettuoso di “Piazza Padella” dagli abitanti. Un luogo ricco di storia e autenticità, dove i ciclisti dei percorsi “Il Lungo” (strada), “Il Tosto” e “Il Morbido” (gravel) potranno prendersi una pausa gustosa, respirando l’atmosfera conviviale di questo scrigno medievale.


🏞 Montefiore Conca: ristoro panoramico nella terra dei Malatesta
Il secondo ristoro ti aspetta a Montefiore Conca, borgo da cartolina arroccato sulla Valle del Conca. Con la sua imponente Rocca Malatestiana e i panorami mozzafiato sulla costa e sulle colline, è una tappa obbligata per chi ama pedalare con lo sguardo che si perde lontano.

A 20 km dal traguardo, Montefiore accoglie tutti i ciclisti – strada e gravel – con un ristoro all’insegna della tradizione romagnola: prodotti tipici, accoglienza calorosa e la bellezza autentica di un luogo che racconta secoli di storia.

🚴‍♀️ La Gialla Cycling: non solo una gara, ma un’esperienza
La Gialla Cycling è molto più di un evento ciclistico: è un invito a pedalare, scoprire, vivere. Dall’adrenalina della pista di Misano al fascino dei borghi medievali, passando per i sapori genuini del territorio, ogni momento è pensato per regalarti un’esperienza indimenticabile sulle due ruote.

Che aspetti? Allaccia il casco, monta in sella e vivi La Gialla Cycling.





La Gialla Cycling: Ride, Discover, and Savor Italy on Two Wheels

Whether you prefer the smooth thrill of the road or the rugged charm of gravel, La Gialla Cycling offers a truly unique experience: one full hour of free riding on the legendary Misano World Circuit, before the official start. No rush, no pressure — just you, your bike, and the open track.

This is your chance to warm up, take stunning photos, and soak in the atmosphere of a circuit that has witnessed unforgettable races and carries a powerful emotional legacy. Riding here isn’t just training — it’s living a dream.

Cycling Through History, Beauty, and Taste
La Gialla Cycling is more than a sporting event — it’s a journey through the heart of Romagna’s landscapes, culture, and flavors. Along the routes, you’ll find two gourmet rest stops, designed not just to refuel your energy, but to immerse you in local traditions and culinary delights.

🏰 Mondaino: A Rest Stop in a Storybook Setting
The first stop awaits in Mondaino, a charming medieval village nestled among hills and history. At its heart lies Piazza Maggiore, a semicircular square embraced by neoclassical porticoes, affectionately nicknamed “Piazza Padella” by the locals for its unique shape and warm community spirit.

Here, cyclists on the “Il Lungo” (road) route and the “Il Tosto” and “Il Morbido” (gravel) routes will take a well-earned break in a location straight out of a Renaissance painting — complete with local delicacies and timeless charm.

🏞 Montefiore Conca: A Taste of Tradition with a View
Just 20 km from the finish line lies Montefiore Conca, a breathtaking medieval gem in the Conca Valley. Dominated by its impressive Malatesta fortress, the village offers sweeping views of the Adriatic coast and rolling countryside.
The second rest stop — for both road and gravel cyclists — will be held here, turning a simple break into a moment of celebration. Sample traditional Romagna flavors, share stories with fellow riders, and enjoy a pause surrounded by art, history, and nature.

🚴‍♀️ La Gialla Cycling: More Than a Ride, a Lifetime Experience
La Gialla Cycling is not just about pedaling — it’s about exploring, connecting, and experiencing the soul of Romagna. From the thrill of Misano’s iconic racetrack to the peaceful beauty of historic villages and local cuisine, every kilometer is crafted to offer an unforgettable adventure.

So… what are you waiting for? Clip in, ride out, and discover La Gialla Cycling.

giovedì 10 luglio 2025

Tanti auguri al nostro mitico Fabri!

Con te ogni tour in bici è un mix perfetto di risate, panorami mozzafiato e quella sicurezza che solo tu sai trasmettere.

Grazie per la passione che metti in ogni uscita e per essere sempre pronto ad aiutare, a motivare e a far divertire tutti.
Buon compleanno Fabri, continua a pedalare forte... ma con stile, come sempre! 🚵‍♂️🎂🍻









Happy  B Day Fabri!

Every ride with you is the perfect mix of laughs, breathtaking views, and that calm confidence only you can give.
Thanks for the passion you bring to every tour, and for always being ready to help, motivate, and make sure everyone’s having a great time.
Happy birthday Fabri – keep riding strong... and in style, as always! 🚵‍♂️🎂🍻

domenica 6 luglio 2025

Giro d’Italia Women 2025: otto tappe, un sogno lungo mille chilometri




Dal 6 al 13 luglio 2025 il grande ciclismo torna protagonista con il Giro d’Italia Women, la corsa a tappe più prestigiosa del calendario femminile insieme al Tour de France. Otto giornate intense, quasi mille chilometri da nord a sud — dal Passo del Tonale fino a Pesaro — e 154 atlete di 22 team pronte a sfidarsi per la maglia rosa.

Longo Borghini, regina in rosa e simbolo di resilienza

Tra le favorite al via c’è Elisa Longo Borghini, vincitrice dell’edizione 2024, tornata sul gradino più alto dopo 16 anni di digiuno per l’Italia. Il suo rapporto con la bicicletta è profondo e viscerale: "La bicicletta mi ha insegnato a vivere. Mi ha fatto diventare quella che sono. Umile, con i piedi per terra, ma capace di volare."

Parole che rivelano la forza di un’atleta che non teme la fatica e che conosce bene la vertigine della caduta. E del riscatto.

Una nazionale fortissima: Guazzini, Consonni e Cavalli

Oltre a Longo Borghini, il movimento italiano si presenta compatto e competitivo. Vittoria Guazzini, olimpionica e specialista nella cronometro, sarà una pedina fondamentale nelle tappe contro il tempo, mentre Chiara Consonni promette spettacolo nelle volate.

Torna al Giro anche Marta Cavalli, 27 anni, che dopo la caduta drammatica al Tour de France 2022 e altri infortuni nel 2024, ha deciso di ripartire con un nuovo spirito:

"Se prima vincere era tutto, ora apprezzo anche le piccole cose. Ho tenuto duro e ora voglio riscoprirmi."
Una testimonianza che parla di coraggio, ma anche di una ritrovata gioia nel pedalare.

La forza tranquilla di Erica Magnaldi
Altro nome da tenere d’occhio è quello di Erica Magnaldi, 32 anni, piemontese, laureata in Medicina e specializzata in Pediatria. In sella da appena otto anni, ha già ottenuto due importanti successi: "La bici è un privilegio. Poi tornerò in corsia, negli ospedali. Ma lo sport aiuta a conoscersi, vincersi, superarsi."
Un esempio raro di equilibrio tra passione sportiva e vocazione professionale.

Imola e il ricordo di Maria Canins
A concludere questa edizione speciale, il 13 luglio a Imola, ci sarà la presentazione del documentario Indomita – Storia di Maria Canins, con la partecipazione della leggendaria atleta altoatesina. Sciatrice, fondista, ciclista: Canins è stata la prima italiana a vincere il Tour de France femminile, collezionando nella sua carriera 12 titoli italiani, 2 medaglie mondiali e 2 partecipazioni olimpiche.

Una corsa, mille storie
Il Giro d’Italia Women 2025 non è solo una gara: è una narrazione collettiva fatta di talento, fatica, rinascita e passione. Dalle campionesse affermate alle giovani promesse, ogni tappa è una pagina di sport e umanità.

E come diceva una bambina con gli occhi pieni di sogni: "Quando passavano le moto degli staffettisti, poi le bici delle cicliste, infine le macchine dei direttori sportivi... era una fabbrica di emozioni."

Quel sogno oggi si chiama Giro d’Italia Women. E comincia oggi.


Le tappe: percorso completo e profili altimetrici

📍 Tappa 1 – 6 luglio | Bormio > Passo del Tonale | 110 km

Altimetria: 🔺🔺🔺
La corsa si apre subito in alta quota con una tappa alpina. Dopo la partenza da Bormio, si sale verso il mitico Passo del Tonale, cima Coppi dell’edizione 2025. Un arrivo selettivo che già potrà dire molto sulla classifica generale.

📍 Tappa 2 – 7 luglio | Trento > Bassano del Grappa | 120 km

Altimetria: 🔺🔺
Tappa mossa, con saliscendi continui e un finale tecnico. Potrebbe favorire una fuga, ma anche le puncheur potrebbero dire la loro. Attenzione al Muro di Ca’ del Poggio a metà percorso.

📍 Tappa 3 – 8 luglio | Treviso (Cronometro Individuale) | 17 km

Altimetria:
Cronometro piatta, tutta da spingere. Favorita: Vittoria Guazzini, ma sarà decisiva anche per i distacchi tra le big. Perfetta per le specialiste del wattaggio.

📍 Tappa 4 – 9 luglio | Ferrara > Bologna | 135 km

Altimetria: 🔺
Tappa di media montagna con un finale nervoso sulle colline bolognesi. Possibile arrivo in gruppo ridotto. L’ultimo strappo di San Luca potrebbe far male.

📍 Tappa 5 – 10 luglio | Faenza > San Marino | 95 km

Altimetria: 🔺🔺
Tappa breve ma intensa, con l’arrivo in salita a San Marino, dopo una lunga ascesa regolare. Ottima occasione per le scalatrici pure.

📍 Tappa 6 – 11 luglio | Rimini > Pesaro | 128 km

Altimetria:
Giornata per le velociste: tappa pianeggiante con tratti costieri. Favorita: Chiara Consonni. Occhio al vento lungo l’Adriatico.

📍 Tappa 7 – 12 luglio | Urbino > Imola (Autodromo Enzo e Dino Ferrari) | 115 km

Altimetria: 🔺
Tappa collinare con arrivo spettacolare all’autodromo di Imola. Molto dipenderà dal ritmo e dalle condizioni meteo. Potrebbe sorprendere.

📍 Tappa 8 – 13 luglio | Circuito di Imola | 80 km

Altimetria:
Tappa finale a circuito, su un percorso tecnico e veloce. Ideale per le ruote veloci, ma anche per chi cerca l’ultima occasione.
Dopo l’arrivo: presentazione del documentario “Indomita – Storia di Maria Canins” alla presenza della campionessa.


From July 6 to 13, 2025, elite cycling returns to center stage with the Giro d’Italia Women, the most prestigious stage race on the women’s calendar alongside the Tour de France. Eight intense days, nearly a thousand kilometers from north to south — from Passo del Tonale to Pesaro — and 154 athletes from 22 teams ready to battle for the pink jersey.

Longo Borghini, Queen in Pink and a Symbol of Resilience
Among the top contenders is Elisa Longo Borghini, winner of the 2024 edition, who brought Italy back to the top of the podium after a 16-year drought. Her relationship with cycling runs deep:
"The bicycle taught me how to live. It made me who I am — humble, grounded, yet able to fly."
These words reveal the strength of an athlete who does not fear hardship and knows both the sting of a fall and the power of a comeback.

A Strong National Team: Guazzini, Consonni, and Cavalli
Alongside Longo Borghini, the Italian team presents itself as compact and competitive. Vittoria Guazzini, Olympic medalist and time trial specialist, will be a key figure in the individual stages against the clock, while Chiara Consonni promises fireworks in the sprints.
Also returning to the Giro is Marta Cavalli, 27, who is back after a dramatic crash at the 2022 Tour de France and further injuries in 2024. She’s riding with a new outlook:
"If before winning was everything, now I also value the little things. I held on, and now I want to rediscover myself."
A testimony of courage, and a rediscovered joy for riding.

The Quiet Strength of Erica Magnaldi
Another name to watch is Erica Magnaldi, 32, from Piedmont, a medical doctor specializing in Pediatrics. On the bike for just eight years, she already boasts two major victories: "Cycling is a privilege. I’ll go back to the hospital wards someday, but sport helps you know yourself, conquer yourself, and surpass yourself."

A rare example of balance between sporting passion and professional vocation.

Imola and the Legacy of Maria Canins
The 2025 edition will close on July 13 in Imola with the screening of the documentary “Indomita – The Story of Maria Canins”, in the presence of the legendary athlete from South Tyrol. A skier, cross-country skier, and cyclist, Canins was the first Italian to win the women’s Tour de France. Her career includes 12 Italian titles, 2 world medals, and 2 Olympic appearances.

One Race, a Thousand Stories
The Giro d’Italia Women 2025 is more than a race — it’s a collective narrative of talent, endurance, rebirth, and passion. From seasoned champions to rising stars, each stage is a page of sport and humanity.

As a little girl once said with eyes full of dreams:

“When the staff motorbikes came by, then the cyclists, and finally the cars of the team directors… it was a factory of emotions.”

That dream today is called the Giro d’Italia Women. And it begins today.


The Stages: Full Route and Elevation Profiles

📍 Stage 1 – July 6 | Bormio > Passo del Tonale | 110 km
Elevation: 🔺🔺🔺
The race begins in high altitude with a mountain stage. Starting from Bormio, the riders climb to the iconic Passo del Tonale — the Cima Coppi (highest point) of the 2025 edition. A decisive summit finish that could shape the general classification early.

📍 Stage 2 – July 7 | Trento > Bassano del Grappa | 120 km
Elevation: 🔺🔺
A rolling stage with constant ups and downs and a technical finish. Could suit a breakaway, but punchy riders may have their say. Watch out for the Muro di Ca’ del Poggio halfway through.

📍 Stage 3 – July 8 | Treviso (Individual Time Trial) | 17 km
Elevation:
Flat time trial, all about power and aerodynamics. Favorite: Vittoria Guazzini. Will be key for time gaps between the GC contenders.

📍 Stage 4 – July 9 | Ferrara > Bologna | 135 km
Elevation: 🔺
A medium mountain stage with a challenging finish on the hills around Bologna. Likely to end in a reduced group sprint. The final climb to San Luca could hurt.

📍 Stage 5 – July 10 | Faenza > San Marino | 95 km
Elevation: 🔺🔺
A short but intense stage, ending with a long and steady climb to San Marino. Ideal for pure climbers.

📍 Stage 6 – July 11 | Rimini > Pesaro | 128 km
Elevation:
A flat day for the sprinters, with coastal sections. Favorite: Chiara Consonni. Beware of crosswinds along the Adriatic.

📍 Stage 7 – July 12 | Urbino > Imola (Autodromo Enzo e Dino Ferrari) | 115 km
Elevation: 🔺
A hilly stage ending with a spectacular finish on the Imola racetrack. The outcome will depend on the race tempo and weather. Could bring surprises.

📍 Stage 8 – July 13 | Imola Circuit | 80 km
Elevation:
Final stage on a technical and fast circuit. Ideal for sprinters, but also a last chance for anyone looking to shake up the standings.
After the finish: screening of the documentary “Indomita – The Story of Maria Canins” with the legendary champion in attendance.

venerdì 4 luglio 2025

Yerka Bikes

 



La particolarità di questa bicicletta a pedalata muscolare, oltre al design snello ed essenziale, risiede nel telaio: grazie a un ingegnoso sistema, può infatti trasformarsi in un efficace dispositivo antifurto. Con pochi semplici movimenti, alla portata di qualsiasi ciclista, la bici può essere assicurata a un palo saldamente ancorato al terreno.

Basta ruotare il manicotto posizionato sul tubo obliquo del telaio, che si apre così in due segmenti; a quel punto si sgancia e si sfila la sella con il suo tubo di supporto, utilizzandolo per collegare le parti del telaio attorno al palo. Una serratura integrata nel telaio consente poi di bloccare l'intero sistema: secondo i progettisti, l’operazione richiede meno di quindici secondi. Per sbloccare e ripristinare la bici, è sufficiente inserire la chiave e ripetere le stesse operazioni in senso inverso.

La Yerka V4 è dotata di un telaio leggero in lega di cromo e componenti in alluminio ad alta resistenza, pesa 13 chilogrammi (14,5 kg nella versione con sospensione anteriore), e dispone di freni a disco anteriori e posteriori, oltre a un cambio Shimano Nexus a tre velocità.

L’ultima versione della V4 è inoltre equipaggiata con la nuova tecnologia brevettata “Height and Alignment Seat System”, che consente di ripristinare automaticamente l’altezza preferita della sella ogni volta che viene rimontata.




The distinctive feature of this pedal-powered bicycle, in addition to its sleek and minimalist design, lies in the frame: thanks to an ingenious system, it can transform into an effective anti-theft device. With just a few simple steps—easily manageable by any cyclist—the bike can be secured to a pole firmly anchored to the ground.

You simply rotate the sleeve on the down tube of the frame, which then splits into two segments. Next, you detach and remove the saddle along with its seat post, and use it to connect the frame parts around the pole. A built-in lock on the folded frame secures the whole structure. According to the designers, the entire operation takes no more than fifteen seconds. To unlock and restore the bike, just insert the key and reverse the steps.

The Yerka V4 features a lightweight frame made of chrome alloy and high-strength aluminum components. It weighs 13 kilograms (14.5 kg for the version with front suspension), and comes with front and rear disc brakes, along with a Shimano Nexus 3-speed gear system.

The latest version of the V4 is also equipped with the new patented “Height and Alignment Seat System,” which allows the saddle to automatically return to the rider’s preferred height every time it is reinstalled.