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lunedì 5 novembre 2018

In caso di incidente... il ciclista ha sempre ragione?

È solo un luogo comune quello secondo cui, in caso di scontro tra un ciclista e un’automobilista, il primo ha sempre ragione. 

Entrambi i conducenti sono tenuti a rispettare il codice della strada, con tutte le sue regole sulle precedenze, sui semafori, gli stop, i divieti di transito, i sensi unici, ecc. 
Il principio generale è infatti quello secondo cui, non appena le ruote della bicicletta si trovano su una strada pubblica, il ciclista deve comportarsi al pari di qualsiasi altro conducente. Solo sulle piste ciclabili esistono delle deroghe (ad esempio si può procedere anche in senso contrario a quello di marcia delle auto).  
E' ben possibile che, in caso di incidente stradale tra un’auto e un ciclista, quest’ultimo venga dichiarato responsabile. 

C’è però un aspetto che va considerato molto attentamente e che, a conti fatti, finisce per rendere più difficile, all’automobilista, vincere una contestazione contro un ciclista in caso di sinistro. Chi si mette alla guida di un’auto – dice la giurisprudenza – non può limitarsi a rispettare solo le regole del codice, ma deve porsi anche nelle condizioni di prevedere le altrui infrazioni per evitare scontri. E ciò perché la macchina, per la sua dimensione e la velocità che raggiunge, è un mezzo in sé per sé pericoloso. Quindi, chi la conduce deve farsi garante della pubblica incolumità. Significa che, nel momento in cui un automobilista vede un ciclista ai margini della strada, deve rallentare e tenere una distanza di sicurezza in modo da prevenire collisioni. E ciò anche se il ciclista dimostra di non rispettare le regole del traffico e della strada. 


It is only a commonplace that according to which, in the event of a collision between a cyclist and a motorist, the firs is always right.

Both drivers are required to respect the highway code, with all its rules on precedence, traffic lights, stops, transit bans, one-way streets, etc.
The general principle is in fact that according to which, as soon as the wheels of the bicycle are on a public road, the cyclist must behave like any other driver. Only on the cycle paths there are exceptions (for example you can also proceed in the opposite direction to that of driving cars).
It is very possible that, in the event of a car accident and a cyclist, the latter will be held responsible.

But there is one aspect that must be considered very carefully and that, on balance, ends up making it more difficult for the motorist to win a protest against a cyclist in the event of a claim. Whoever drives a car - says the law - can not just respect the rules of the code, but must also be in the position to provide for the other infractions to avoid clashes. And this because the machine, because of its size and the speed it reaches, is a means in itself per se dangerous. Therefore, whoever leads it must act as guarantor of public safety. It means that, when a motorist sees a cyclist on the edge of the road, he must slow down and keep a safe distance in order to prevent collisions. And this even if the rider shows that he does not respect the rules of traffic and the road.

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