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sabato 18 marzo 2023

Confessioni di un ciclista mascherato

 L'autore di questo libro è un corridore di alto livello, che ha preso parte con successo a tutti i grandi Giri - Francia, Italia, Spagna -, alle Olimpiadi e a tutte le classiche più importanti. Ha raccontato la sua storia ad Antoine Vayer, ex allenatore professionista, ora giornalista di spicco, già collaboratore di Le Monde e Liberation, considerato uno dei più grandi conoscitori di questo mondo. Il motivo per cui il ciclista deve restare anonimo è facile: è ancora in attività e non vuole restare disoccupato. Perché quel che racconta non fa piacere a nessuno. 

Un girone infernale, così viene descritto il sistema del ciclismo professionistico. Il carrozzone festante delle gare, i tifosi lungo le strade e tutta l'epica che accompagna le tappe sono solo uno scenario, dietro cui si svolgono i veri giochi. Molto di quello che va in scena è concordato, sia all'interno delle squadre che tra corridori di squadre avversarie. I ruoli, dal leader al gregario alla nuova promessa, e a volte i risultati, sono spesso assegnati preliminarmente e ben poco è lasciato al caso.

 I ciclisti, vittime e complici di questo sistema, sanno che la carriera ad alti livelli dura poco, un anno vale due per loro, e che non ci vuol molto a venire estromessi dal gioco e perdere valore. Per questo la concorrenza è spietata e ogni atleta è disposto a qualunque sacrificio per restare al top. Vita famigliare, divertimento, vacanze, amicizie, la vita del ciclista è una rinuncia continua. Compresa la salute, perché il doping è dato per scontato da tutti, ciclisti, manager, sponsor. Sono gli stessi che, quando qualcuno viene beccato, gridano allo scandalo. Non lascia nulla all'immaginazione, l'autore. 

Con aneddoti personali e una scrittura diretta che chiama le cose con il loro nome, prende forma un mondo oscuro fatto di scommesse, compravendite - si impara anche a leggere certi gesti che si vedono tra i ciclisti nelle grandi gare - enormi e non sempre puliti giri di soldi, egoismi, ipocrisie, invidie. 
E molta paura.



The author of this book is a high-level runner, who has successfully taken part in all the Grand Tours - France, Italy, Spain -, at the Olympics and in all the most important classics. He told his story to Antoine Vayer, a former professional coach, now a prominent journalist, former collaborator of Le Monde and Liberation, considered one of the greatest connoisseurs of this world. 

The reason why the cyclist must remain anonymous is easy: he is still in business and does not want to remain unemployed. Because what he says doesn't please anyone. An infernal group, this is how the professional cycling system is described. The cheering bandwagon of the races, the fans lining the streets and all the epic that accompanies the stages are just a scenario behind which the real games take place. Much of what goes on is agreed upon, both within teams and between riders from opposing teams. 

The roles, from the leader to the follower to the new promise, and sometimes the results, are often assigned in advance and very little is left to chance. Cyclists, victims and accomplices of this system, know that a career at high levels doesn't last long, a year is worth two for them, and that it doesn't take much to be kicked out of the game and lose value. This is why the competition is fierce and every athlete is willing to make any sacrifice to stay on top. 

Family life, entertainment, holidays, friendships, the life of a cyclist is a continuous sacrifice. Including health, because doping is taken for granted by everyone, cyclists, managers, sponsors. They are the same ones who cry foul when someone gets caught. Leave nothing to the imagination, the author. With personal anecdotes and a direct writing that calls things with their name, a dark world takes shape made up of bets, trading - you also learn to read certain gestures that are seen among cyclists in big races - huge and not always clean laps of money, selfishness, hypocrisy, envy.
And very scared.

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