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martedì 31 marzo 2015

Bici senza raggi

È italiana la prima bicicletta senza raggi che si ripiega in uno zaino. E’ realizzata in alluminio e, quando sarà in commercio, entro fine 2015, peserà sotto i dieci chili. L’invenzione è di Gianluca Sada, ingegnere trentunenne che ha realizzato il primo prototipo di bicicletta che passa dalle dimensioni di un comune ombrello a quelle di una normale bici da strada con ruote da ben 26 pollici. L'invenzione di Sada conferma la propensione degli inventori italiani per le due ruote: sia nel campo dei motori elettrici - con il motore che si applica ai pedali e quelle alimentate dal motore della lavatrice - che in quello della sicurezza dove sono stati creati l'allarme collegato allo smartphone, il cavo di ricarica che si trasforma in lucchetto , e il lucchetto integrato nel telaio. Il meccanismo di Sada semplice e veloce in pochi secondi permette di inforcare la bici o riporla in uno zaino di dimensioni comuni. Le ruote, grazie a un particolare design brevettato, non necessitano dei raggi, riducendo ulteriormente l'ingombro e mantenendo al contempo un diametro di tutto rispetto che permette di coprire agevolmente anche lunghe distanze. Grazie alla collaborazione con le Fonderie e Officine Meccaniche Tonno e con l'Incubatore Imprese innovative del Politecnico di Torino, la Sadabike è oggi una start-up innovativa. 



Non è certo la prima, ma per ora è la più innovativa tra le bici super-trasportabili. La storia delle pieghevoli risale addirittura al 1878, quando il britannico William Grout decise ripensare il mezzo di spostamento per renderlo compatibile con il trasporto a mano. Da allora è passato più di un secolo di piccoli cambiamenti, ma nulla di veramente rivoluzionario: il ripiegamento era sempre più o meno macchinoso e la guida impacciata dalle dimensioni del mezzo. Il trade-off tra l'usabilità e la trasportabilità è rimasto un problema fino a pochissimo tempo fa, quando un giovane ingegnere di Battipaglia trapiantato per gli studi a Torino si è messo in testa di fare onore a Leonardo da Vinci. «L'idea è nata guardando un bimbo che giocava con uno di quei giocattoli che non si usano più: un vecchio balocco costituito da una semplicissima rotella spinta da un'asta. La ruota non aveva i raggi, da lì ho pensato che la chiave per risolvere il vincolo tra portabilità e usabilità fosse rivoluzionare il cerchione»
Affascinato dall'intuizione donatagli dal gioco del bimbo, Gianluca ha iniziato a buttare giù schizzi quasi per gioco; gli studi di ingegneria dell'autoveicolo hanno apportato poi più sostanza, fino al primo scoglio, convincere il suo relatore a supportare una tesi di laurea su un progetto che non coinvolgesse un automobile, ma "solo" una bicicletta. «All'inizio era un po' scettico, poi riconoscendo la sostanza dell'idea e la cura nello sviluppo mi ha appoggiato in pieno». Come funziona I copertoni sono supportati da un paio di cerchioni speciali, che permettono di eliminare i raggi. «Nelle bici tradizionali i raggi funzionano solo in trazione, quindi la bici è sostanzialmente 'appesa' alla metà superiore delle ruote. Io ho pensato semplicemente di spostare il fulcro, cambiando la sezione del cerchione con una forma particolare". Il telaio ha una forma a forbice che gli dona un tocco futuristico e che permette agli ingranaggi di richiudere la bici in pochi secondi. I riconoscimenti I primi riconoscimenti arrivano quando l’ordine degli ingegneri di Torino gli assegna il primo posto per il premio “IDEA-TO” come “migliore tesi di laurea a carattere innovativo». E Gianluca viene annoverato nei migliori 200 talenti d’Italia.

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