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lunedì 16 luglio 2018

"Ladri di biciclette" spegne 70 candeline

Ladri di biciclette è un film del 1948 diretto, prodotto e in parte sceneggiato dal grande Vittorio De Sica. 
Girato con un'ampia partecipazione di attori non professionisti, prende lo spunto dal titolo dell'omonimo romanzo Ladri di biciclette (1946) di Luigi Bartolini, sebbene si tratti di un soggetto originale di Cesare Zavattini. È tuttora considerato un classico del cinema ed è ritenuto uno dei massimi capolavori del neorealismo cinematografico italiano.
Quattro anni dopo la sua uscita, venne ritenuto il più grande film di tutti i tempi dalla rivista cinematografica britannica Sight & Sound.
Nel 1958 fu dichiarato il secondo miglior film di sempre alla Confrontation di Bruxelles, da una giuria internazionale di critici.
Ladri di biciclette è stato in seguito inserito, come opera rappresentativa, nella lista dei 100 film italiani da salvare, ed è stato inoltre classificato nella quarta posizione ne "I 100 migliori film del cinema mondiale - I più grandi film non in lingua inglese" dalla rivista Empire.

La bicicletta è una grande protagonista del film, divenuta da mezzo popolare di trasporto, un elemento vitale di sopravvivenza per il protagonista del film. Le biciclette attraversano tutta la storia del film, appaiono e scompaiono (isolate o in mucchi, integre o fatte a pezzi) come un incubo agli occhi del piccolo Bruno e di suo padre.
 La bicicletta rappresenta la tentazione che spinge Antonio a rubare, l'esca con cui il pedofilo di Piazza Vittorio attira il piccolo Bruno, la perdita del lavoro e la disperazione finale di una povera famiglia che aveva riposto in quell'umile oggetto tutte le sue speranze di sopravvivenza.

Ladri di biciclette is a 1948 film directed, produced and partly screened by the great Vittorio De Sica.
Shot with a wide participation of non-professional actors, it takes its cue from the title of the eponymous novel Ladri di biciclette (1946) by Luigi Bartolini, although it is an original subject by Cesare Zavattini. It is still considered a classic of cinema and is considered one of the greatest masterpieces of Italian cinema neorealism.
Four years after its release, it was considered the greatest film of all time by the British film magazine Sight & Sound.
In 1958 he was declared the second best film ever at the Confrontation in Brussels, by an international jury of critics.

Ladri di biciclette was later included, as a representative work, in the list of 100 Italian films to be saved, and was also ranked in the fourth position in "The 100 best films of world cinema - The biggest non-English films" from Empire magazine.

The bicycle is a great protagonist of the film, which has become a popular means of transport, a vital element of survival for the protagonist of the film. The bicycles pass through the whole story of the film, appear and disappear (isolated or in piles, intact or made into pieces) like a nightmare in the eyes of little Bruno and his father.

 The bicycle is the temptation that drives Antonio to steal, the bait with which the pedophile of Piazza Vittorio attracts the little Bruno, the loss of work and the final despair of a poor family who had put in that humble object all his hopes of survival.

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