Annie Londonderry è stata la prima donna a compiere il giro del mondo in sella a una bici ed è diventata una celebrità globale in epoca vittoriana.
Il suo ruolo sembrava essere quello di moglie e madre ma Annie ha fatto di se stessa anche un’atleta, un’imprenditrice e una globetrotter definendosi una “nuova donna, se questo termine significa che posso fare tutto ciò che può fare un uomo.”
Leggenda vuole che tutto inizi in un pub dove due gentiluomini discutono del giro del mondo in bicicletta compiuto da Thomas Stevens nel 1887. Scommettono che nessuna donna sarebbe in grado di farlo. Di più: nessuna donna sarebbe capace, sola e con scarsi mezzi, di sostenere lo sforzo fisico e mentale di contare solo su se stessa. Annie brucia di rabbia e accetta la sfida anche se su una bicicletta non c’è mai salita. Ma fegato ne ha, voglia di evadere da una vita grigia anche.
Due giorni prima di partire prende qualche lezione per capire come salire in sella e pedalare, affida i bambini all’incredulo marito e parte per la sua grande avventura. Le biciclette stavano diventando sempre più popolari nell’America del tempo nonostante le donne in sella venissero fortemente osteggiate adducendo ragioni di decoro sociale ma anche di salute.
Perciò l’impresa di Annie è ben più che la sfida di una ragazza di 24 anni che vuole dimostrare a se stessa di farcela. È l’impresa di una donna che lotta per l’emancipazione di tutte. Sul finire dell’800 le biciclette, non meno che le lotte per il diritto al voto, stavano rivoluzionando i costumi consentendo alla donne una libertà di movimento insperata e una lenta ma decisiva svolta nell’abbigliamento. Nel 1896 l’attivista Susan B. Anthony arrivava a dire che la bicicletta “aveva fatto di più per l’emancipazione femminile delle donne di qualunque altra cosa al mondo”.
Tuttavia Annie è costretta a partire con la consueta gonna lunga, corsetto e camicia a collo alto, blazer avvitato e paglietta in testa. Porta con sé solo un cambio di biancheria e una pistola con l’impugnatura in madreperla. Ma il suo bagaglio contiene molta determinazione e una gran voglia di libertà.
La sua popolarità cresce a tal punto che i giornali, prima ostili, iniziano a seguirla per strapparle interviste. Quello che sta facendo è talmente assurdo e contrario a ogni convenzione sociale che suscita interesse. E i giornali dell’epoca vivono di sensazionalismo.
Annie sfrutta la popolarità per finanziarsi. Tiene conferenze, fa dimostrazioni ciclistiche, concede interviste, vende spille promozionali e foto autografate. La sua bicicletta e la sua stessa persona diventano manifesti pubblicitari: indossa cartelli, nastri e fasce di ogni genere pubblicizzando dalle gomme per le biciclette ai profumi da donna. Le aziende al pari dei giornali se la contendono e lei non dice no a nessuno. Tranne che alle proposte di matrimonio, che fioccano.
Da Marsiglia si imbarca nuovamente. Le restano solo 8 mesi per completare il viaggio. Sembra un’impresa disperata ma la scommessa non specifica quanti chilometri debba percorrere in bici quindi ogni volta che può prende una nave per affrontare lunghe traversate. Qualcuno ha parlato di barare. Qualcun altro ha sostenuto che persino la scommessa era solo una trovata pubblicitaria.
Ogni volta che mette piede a terra però Annie pedala. Visita Alessandria, Gerusalemme, Colombo, Singapore, Saigon, Hong Kong. Tocca Cina, Corea e Russia, anche se non ci sono conferme di questo tratto di viaggio. Dunque arriva a Shanghai e poi a Nagasaki. Ogni volta che può deve recarsi presso i consolati per ottenere la prova di aver raggiunto determinate tappe. Vestirsi da uomo la aiuta in molte occasioni, specie in quei paesi dove una donna in bicicletta è ben più che strana, inaccettabile.
Il 9 Marzo del 1895, quasi un anno dopo la partenza, salpa da Yokohama in Giappone alla volta di San Francisco dove arriva il 23 dello stesso mese. Salta nuovamente in sella e raggiunge Los Angeles. Attraversa California, Arizona e New Mexico. Il viaggio prosegue in Colorado, Wyoming, Nebraska, Iowa fino a tornare in Illinois e poi in Massachussets.
Nonostante diversi incidenti lungo il percorso Annie va avanti, persino quando ha un polso fratturato o un treno quasi la travolge. E se è costretta a fermarsi sfrutta la sosta per tenere una affollatissima conferenza e mantenere vivo l’interesse sul suo viaggio. Coinvolge persino la giornalista Nellie Bly che qualche anno prima ha compiuto un giro del mondo in 72 giorni. Le spedisce lettere da ogni tappa e Nellie le pubblica sul New York World.
Per alcuni tratti approfitta di un passaggio in treno oppure pedala lungo i binari, specialmente nelle zone più aride del deserto dell’Arizona o lungo le strade fangose del Nebraska. A Chicago arriva il 12 Settembre, 14 giorni prima della scadenza: la scommessa è vinta. Ma c’è ancora da tornare a casa. Giunge a Boston il 24 Settembre. Spesso altri ciclisti la riconoscono per strada e le si accodano per accompagnarla per lunghi tratti. Ormai è una celebrità. I giornali definiscono la sua impresa come “il viaggio più straordinario mai compiuto da una donna.”
Benché molti tratti siano stati compiuti a bordo di una nave o di un treno, Annie ha comunque pedalato per 15.455 km su un totale di 41.841 km percorsi. Quando non è riuscita a trovare un alloggio per la notte ha dormito all’aperto, in un fienile, persino in un cimitero. E se nessuno le offriva un pasto si nutriva di mele raccolte lungo la strada.
Finita l’avventura Annie torna alla sua famiglia e alla sua vita. Ha però davanti a sé una nuova carriera da giornalista per il New York World che ha conquistato sul campo raccontando con successo il suo viaggio. Talvolta anche esagerando o inventando di sana pianta. Come quando si definisce nubile o parla di se stessa come un’orfana o una ricca ereditiera, una studentessa di legge o di medicina. Si spinge persino a narrare di caccia alle tigri in Bengala e pallottole schivate in Cina. Non c’è modo di verificare che sia successo davvero e il più delle volte in quei paesi non ci ha nemmeno messo piede passando in nave, ma Annie ha bisogno di vendersi al meglio e usa tutti gli strumenti a sua disposizione per riuscirci.
Muore nel 1947, quasi dimenticata. Lasciata la carriera da giornalista, si occupava di una piccola azienda tessile. A riscoprire la sua incredibile storia è il pronipote Peter Zheutlin che nel 2007 ne racconta le vicende nel libro Il giro del mondo in bicicletta. La straordinaria avventura di una donna alla conquista della libertà.
Annie Londonderry was the first woman to go around the world riding a bike and became a global celebrity in Victorian times.
Her role seemed to be that of wife and mother but Annie also made herself an athlete, an entrepreneur and a globetrotter calling herself a "new woman, if this term means I can do everything a man can do."
Legend has it that everything starts in a pub where two gentlemen discuss Thomas Stevens' world tour by bicycle in 1887. They bet that no woman would be able to do it. More: no woman would be able, alone and with scarce means, to sustain the physical and mental effort to rely only on herself. Annie burns with rage and accepts the challenge even if on a bicycle there is never a climb. But the liver has, want to escape from a gray life too.
Two days before leaving he takes a few lessons to understand how to get on the saddle and pedal, he entrusts the children to the incredulous husband and leaves for his great adventure. Bicycles were becoming more and more popular in the America of the time even though the women in the saddle were strongly opposed on the grounds of social dignity but also of health.
So Annie's business is much more than the challenge of a 24-year-old girl who wants to prove herself to succeed. It is the feat of a woman struggling for the emancipation of all. At the end of the 800 bicycles, no less than the struggles for the right to vote, were revolutionizing the customs, allowing women an unexpected freedom of movement and a slow but decisive turning point in clothing. In 1896 the activist Susan B. Anthony came to say that the bicycle "had done more for the women's emancipation of women than anything else in the world".
However Annie is forced to start with the usual long skirt, corset and high-necked shirt, screwed blazer and straw hat on her head. Bring only a change of linen and a pistol with a mother-of-pearl handle. But his baggage contains a lot of determination and a great desire for freedom.
His popularity grows to the point that the newspapers, previously hostile, begin to follow her to get her interviews. What he is doing is so absurd and contrary to any social convention that arouses interest. And the newspapers of the time live on sensationalism.
Annie uses the popularity to finance herself. He gives lectures, makes cycling demonstrations, gives interviews, sells promotional pins and autographed photos.
His bicycle and his own person become advertising posters: he wears signs, ribbons and bands of all kinds advertising from bicycle tires to women's perfumes. Companies like newspapers contend and she says no to no one. Except for the marriage proposals, which flake. From Marseilles it embarks again. She only has 8 months to complete the journey. It seems a desperate undertaking but the bet does not specify how many kilometers the bike has to travel so every time it can take a ship to tackle long journeys. Someone talked about cheating. Someone else claimed that even the bet was just a publicity stunt.
Every time he sets foot on the ground, however, Annie pedaling.
Visit Alexandria, Jerusalem, Colombo, Singapore, Saigon, Hong Kong. It touches China, Korea and Russia, even if there is no confirmation of this part of the journey. So he arrives in Shanghai and then in Nagasaki. Whenever possible, he must go to the consulates to obtain proof of having reached certain stages. Dressing like a man helps her on many occasions, especially in those countries where a woman on a bicycle is more than strange, unacceptable.
On March 9th 1895, almost a year after the departure, he left Yokohama in Japan for San Francisco where he arrived on the 23rd of the same month. Jump back in the saddle and reach Los Angeles. It crosses California, Arizona and New Mexico. The journey continues in Colorado, Wyoming, Nebraska, Iowa to return to Illinois and then to Massachusetts.
Despite several incidents along the way Annie goes on, even when she has a broken wrist or a train almost overwhelms her. And if she is forced to stop taking advantage of the stop to hold a crowded conference and keep alive the interest on her journey. It even involves the journalist Nellie Bly who a few years earlier has traveled the world in 72 days. He sends her letters from every stop and Nellie posts them on the New York World.
For some stretches take advantage of a ride on the train or ride along the tracks, especially in the driest areas of the Arizona desert or along the muddy roads of Nebraska. September 12th arrives in Chicago, 14 days before the deadline: the bet is won. But there is still to go home. He arrives in Boston on September 24th.
Often other cyclists recognize her on the street and follow her to accompany her for long stretches. He is now a celebrity. The newspapers define his company as "the most extraordinary journey ever made by a woman."
Although many stretches have been made on board a ship or a train, Annie has nevertheless cycled for 15,455 km out of a total of 41,841 km traveled. When she could not find a place to sleep for the night, she slept outdoors, in a barn, even in a cemetery. And if no one offered her a meal she would eat apples picked up along the way.
After the adventure, Annie returns to her family and her life. However, he has a new career as a journalist for the New York World that he has conquered in the field by telling his journey successfully. Sometimes even exaggerating or inventing from scratch. Like when she calls herself unmarried or talks about herself as an orphan or a rich heiress, a law or medical student. He even goes so far as to tell of tigers hunting in Bengal and bullets dodged in China. There is no way to verify that it really happened and most of the time in those countries it didn't even set foot by boat, but Annie needs to sell herself in the best way and use all the tools at her disposal to succeed.
He died in 1947, almost forgotten. Leaving his career as a journalist, he was in charge of a small textile company. To rediscover his incredible story is the great-grandson Peter Zheutlin who in 2007 recounts the events in the book Around the world by bicycle. The extraordinary adventure of a woman conquering freedom.
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