Inquinamento, cambiamento climatico, migrazioni, disagio, crisi: anche nell'era del benessere e della felicità che sembra garantita dalla possibilità di soddisfare tutti i propri desideri in tempo reale, senza attendere troppo, i problemi e le sofferenze non sono finiti. Anzi, più si produce e più si consuma in maniera poco sostenibile e più l'umanità mette a dura prova i limiti del pianeta Terra.
Ognuno è chiamato quindi a fare la sua parte, in ogni situazione e in ogni attività per ridurre l'impatto della nostra presenza sulla Terra. Anche quando si va a teatro per divertirsi o per staccare dallo stress quotidiano. Perfino una serata a teatro può trasformarsi quindi in un'occasione per riflettere sulla sostenibilità e sulla responsabilità individuale, ma anche per mettere in atto comportamenti virtuosi.
È questo lo spirito con cui Daniele Ronco ha proposto a Milano, il 21 e 22 febbraio al Teatro Linguaggi creativi, il suo spettacolo “Mi abbatto e sono felice”, monologo ecosostenibile e a impatto zero. Perché l’interprete-protagonista dal palco produce l'energia necessaria per alimentare lo spettacolo stesso.
Ronco si è presentato in scena a cavalcioni della vecchia Bianchi del nonno Michele, che per tutti i suoi 91 anni ha vissuto sulle alture della Bassa torinese a basso consumo, senza sprecare nulla, protagonista di un'economia naturale che bastava a se stessa. Quella bicicletta è diventa il pretesto narrativo per raccontare quel mondo, con una nostalgia che vuole recuperare lo spirito di genuina autosufficienza e di essenzialità che si ispira alla decrescita felice.
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Actor (and audience) pedal for sustainability.
Pollution, climate change, migration, hardship, crisis: even in the era of well-being and happiness that seems guaranteed by the possibility of satisfying all one's desires in real time, without waiting too long, the problems and sufferings are not over. Indeed, the more it is produced and the more it is consumed in an unsustainable way, the more humanity puts a strain on the limits of planet Earth.
Everyone is therefore called to do their part, in every situation and in every activity to reduce the impact of our presence on Earth. Even when you go to the theater to have fun or to disconnect from everyday stress. Even an evening at the theater can therefore turn into an opportunity to reflect on sustainability and individual responsibility, but also to implement virtuous behavior.
This is the spirit with which Daniele Ronco proposed in Milan, on February 21 and 22 at the Teatro Linguaggi creativi, his show "I break down and I'm happy", a sustainable and zero-impact monologue. Because the interpreter-protagonist from the stage produces the energy necessary to feed the show itself.
Ronco presented himself on stage astride the old Bianchi of his grandfather Michele, who for all his 91 years lived on the low consumption lowlands of Turin, without wasting anything, protagonist of a natural economy that was enough for itself. That bicycle has become the narrative pretext to tell that world, with a nostalgia that wants to recover the spirit of genuine self-sufficiency and essentiality that is inspired by happy degrowth.