In quasi dieci anni di professionismo Marco Pantani ha vinto poco più di una trentina di corse, un bottino modesto se paragonato a quelli di Coppi o Merckx, Moser o Cipollini.
Eppure il Pirata ha conquistato la storia e il popolo del ciclismo come da tempo nessuno riusciva a fare. Perché era uno scalatore che veniva dal mare.
Perché è decollato sul Mortirolo e sul Galibier ma è precipitato nella cocaina e nella depressione. Perché inseguiva l'amore ma finiva a puttane. Perché era un uomo solo. Nel decennale della scomparsa, Marco Pastonesi ricostruisce la carriera di Pantani raccogliendo le testimonianze inedite di chi lo ha frequentato da vicino: i suoi gregari, i dirigenti sportivi, gli amici delle piadinerie. Una polifonia di voci inattese che restituiscono la Romagna da cui non si è mai separato, le montagne che lo hanno consacrato a mito, gli scalatori del passato di cui è stato erede, e le debolezze dell'uomo: il doping, qui raccontato da una prospettiva che scardina i luoghi comuni sul fenomeno, e la droga.
"Se Pantani era un solista, e un solitario," scrive l'autore nell'introduzione "questo libro è il coro delle tragedie greche, è la banda che accompagna un feretro nei funerali di New Orleans, è cento cantastorie che raccontano le gesta di un guerriero, di un bandito, di un pirata, ed è anche una cartina geografica.
Qui non c'è giudizio, non c'è sentenza, non c'è verdetto, non c'è ordine di arrivo né classifica generale.
Ognuno ha la sua versione".
In almost ten years of professionalism Marco Pantani has won just over thirty races, a modest haul when compared to those of Coppi or Merckx, Moser or Cipollini. Yet the Pirate has conquered the history and the people of cycling as no one has been able to do for a long time.
Because he was a climber who came from the sea. Because he took off on the Mortirolo and the Galibier but he fell into cocaine and depression. Because he chased love but it ended in shit. Because he was a lonely man. On the tenth anniversary of his death, Marco Pastonesi reconstructs Pantani's career by collecting the unpublished testimonies of those who knew him closely: his followers, sports managers, friends from the piadina shops.
A polyphony of unexpected voices that restore the Romagna from which he has never separated, the mountains that have consecrated him as a myth, the climbers of the past to whom he was heir, and the weaknesses of man: doping, told here by a perspective that undermines clichés about the phenomenon and drugs.
"If Pantani was a soloist, and a loner," the author writes in the introduction, "this book is the chorus of Greek tragedies, it is the band that accompanies a coffin in the funeral of New Orleans, it is a hundred storytellers who tell the deeds of a warrior, a bandit, a pirate, and it is also a geographical map.
Here there is no judgement, there is no sentence, there is no verdict, there is no order of arrival or general ranking.
Everyone has his version."
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