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venerdì 15 dicembre 2023

Riflessioni sui nuovi camponi

 «Le grandi rivoluzioni nella storia del ciclismo sono state due. Quella della tecnologia, che negli anni ha trasformato le bici, e quella dell’allenamento: l’analisi dei dati, l’alimentazione, la preparazione personalizzata — ha osservato Alessandro Ballan, campione del mondo nel 2008 —. Senza un approccio professionale e scientifico, non vinci oggi. Grazie alla scienza l’asticella oggi è così alta che forse io non sarei neppure riuscito a passare professionista. La domanda — aggiunge Ballan — è: quanto dureranno i campioni di oggi? Ci sarà un Valverde in futuro? vedremo. Quel che è certo è che in Italia, per i giovani, c’è troppo agonismo e ci sono poche società sul territorio: si lavora solo per il risultato. Va fatta una riflessione attenta».


Osserva Davide Cassani, ex commissario tecnico della nazionale italiana di ciclismo: «Ricordiamoci che i giovani sono diversi da come eravamo noi, e che di questo dobbiamo tenere conto con attenzione ogni volta che lavoriamo con loro e ogni volta in cui parliamo con loro». Aggiunge Diego Bragato, head of performance della Federazione ciclistica italiana: «I ragazzi di oggi non sanno più andare in bici: occorre partire dalla base e pensare a costruire atleti prima che ciclisti. Dobbiamo mettere al centro la persona, l’educazione: si deve iniziare dal proprio corpo, fornire strumenti di conoscenza, non diffondere l’ossessione per il risultato. Bisogna costruire la mentalità e il fisico dell’atleta; solo dopo si può lavorare sulla formazione del ciclista». Per Marco Aurelio Fontana, medaglia olimpica a Londra nel 2012: «I giovani devono divertirsi: educare allo sport significa imparare il sacrificio, avere voglia di vincere, accettare la sconfitta, ma il divertimento, così come il riposo, è sempre essenziale, altrimenti rischiamo che si allontanino».

Riflessioni non solo per i campioni ma anche per gli appassionati di ciclismo: «Il benessere degli amatori deve venire prima della performance — ha detto Paolo Gaffurini, docente nel corso di Scienze motorie all’Università di Brescia —. L’approccio scientifico alla base della biomeccanica è finalizzato a rendere la bicicletta un piacere, a eliminare il dolore e le potenziali problematiche. L’allenamento della forza, per esempio, è un elemento essenziale, in particolare per i numerosi ciclisti che hanno superato i 40 anni».




«There have been two great revolutions in the history of cycling. That of technology, which has transformed bikes over the years, and that of training: data analysis, nutrition, personalized preparation - observed Alessandro Ballan, world champion in 2008 -. Without a professional and scientific approach, you don't win today. Thanks to science, the bar is so high today that perhaps I wouldn't even have been able to pass as a professional. The question - adds Ballan - is: how long will today's champions last? Will there be a Valverde in the future? We will see. What is certain is that in Italy, for young people, there is too much competitive spirit and there are few clubs in the area: they only work for the result. Careful reflection must be made."

Observes Davide Cassani, former technical commissioner of the Italian national cycling team: «Let's remember that young people are different from how we were, and that we must take this into account carefully every time we work with them and every time we talk to them». Adds Diego Bragato, head of performance of the Italian Cycling Federation: «Today's kids no longer know how to ride a bike: we need to start from the base and think about building athletes before becoming cyclists. We must put the person and education at the center: we must start with our own body, provide tools of knowledge, not spread the obsession with the result. We need to build the athlete's mentality and physique; only then can we work on the cyclist's training."
For Marco Aurelio Fontana, Olympic medalist in London in 2012: «Young people must have fun: educating about sport means learning sacrifice, having the desire to win, accepting defeat, but fun, like rest, is always essential, otherwise we risk let them move away."

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