"Pedalare è divertente, salutare e fa bene all’ambiente. Nei centri urbani sovraffollati, l’automobile, inclusa l’auto elettrica a zero emissioni, sarà accettata in futuro solo se la bici avrà spazio sufficiente nel mix di mobilità".
Lo ha affermato l’amministratore delegato del gruppo Volkswagen, Herbert Diess, in occasione dell’avvio di un progetto pilota che accorda a 500, tra i dipendenti del complesso di Wolfsburg, l’autorizzazione a raggiungere sulle due ruote la loro postazione di lavoro.
Il curioso endorsement della bicicletta da parte del numero uno del colosso tedesco non rispecchia soltanto una nuova sensibilità verso le tematiche ambientali e la mobilità alternativa, ma va letto in un più ampio contesto, che ha visto le recenti elezioni consegnare la Germania a un dopo-Merkel ancora non completamente definito. In questa situazione fluida, però, una cosa è certa: il gruppo di Wolfsburg ha bisogno della politica come non mai, affinché si creino le condizioni per cominciare a rientrare dai colossali investimenti messi sul banco della transizione elettrica.
Accomodarsi sul sellino di una due ruote può essere molto utile a veicolare il messaggio che l’industria e le istituzioni pubbliche lavorano agli stessi obiettivi e nella stessa direzione. Fino al paradosso di sdoganare un mezzo di trasporto potenzialmente "concorrente" alle quattro ruote. Del resto lo stesso Diess, in un recente convegno contestuale al Salone di Monaco, era stato molto trasparente nel "confessare" il ruolo avuto dal gruppo Volkswagen nel sostenere e consigliare la Commissione europea nella definizione degli obiettivi del Green Deal. Che, se approvati così come sono stati formulati, metteranno di fatto fuori gioco i motori termici entro il 2035.
"Cycling is fun, healthy and good for the environment. In overcrowded urban centers, the car, including the zero-emission electric car, will only be accepted in the future if the bike has enough space in the mobility mix."
This was stated by the CEO of the Volkswagen group, Herbert Diess, on the occasion of the launch of a pilot project that grants 500 employees of the Wolfsburg complex the authorization to reach their work station on two wheels.
The curious endorsement of the bicycle by the number one of the German giant not only reflects a new sensitivity towards environmental issues and alternative mobility, but must be read in a broader context, which saw the recent elections deliver Germany to a later date. Merkel still not fully defined. In this fluid situation, however, one thing is certain: the Wolfsburg group needs politics as never before, so that the conditions are created to begin to return from the colossal investments put on the bench of the electric transition.
Sitting on the saddle of a two-wheeler can be very useful in conveying the message that industry and public institutions are working towards the same goals and in the same direction. Up to the paradox of clearing customs clearance for a means of transport potentially "competing" to four wheels. Moreover, Diess himself, in a recent conference at the Munich Motor Show, was very transparent in "confessing" the role played by the Volkswagen group in supporting and advising the European Commission in defining the objectives of the Green Deal. Which, if approved as formulated, will effectively put out heat engines by 2035.
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