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venerdì 10 dicembre 2021

Eli Acosta

Sa raccontare la sua storia solo se la ripensa in sella a una bicicletta.
Tutto ha inizio a sette anni, con le rotelline agganciate alle ruote e un fidanzato di sua madre che le insegna ad andare in bicicletta e poi la porta a fare una prima colazione a base di carne di montone alla brace. 

Prima di iscriversi all’università rompe il salvadanaio per comprarsi una bici da montagna. Era un modello eccessivamente grande per lei, ma Eli usa quelle due ruote per andare ovunque, nella sua frenetica quotidianità di adolescente. Le affiora il ricordo di sé a 21 anni, mentre pedala insieme al signor Joaquín, il meccanico del quartiere, verso Iztapalapa, una delle zone più povere e violente della città; zigzaga tra le viuzze del Cerro de la Estrella in cerca di un uomo, un artigiano brontolone che le insegnerà i fondamentali per diventare la figura professionale che è oggi, un profilo unico, in Messico: una donna che costruisce biciclette.

  
La luce al neon dai toni rosati cade a picco sul tavolo da allineamento.
L’officina Básica Studios è stretta, ma dentro ci lavorano in otto. Saldano, tagliano tubi, fissano pedivelle, montano ruote e guarnizioni metalliche, verniciano, riparano. Con pazienza e precisione, trasformano un’accozzaglia di pezzi di metallo in biciclette personalizzate. È uno dei pochi luoghi del Messico in cui questo processo si realizza ancora a mano.
Ossessionata dal timore che il mestiere scompaia, Eli ha deciso, quattro mesi fa, di assumere due apprendiste. Elaine Lacy e Jimena Palomino sono due ingegnere trentenni, e incarnano la punta di diamante del nuovo sogno di Eli Acosta: formare un’équipe di donne che costruiscono biciclette.




She can tell her story only if she rethinks it on a bicycle.
It all begins at the age of seven, with the wheels attached to her wheels and her mother's boyfriend who teaches her to ride a bicycle and then takes her to have her breakfast of grilled mutton. .

Before enrolling at university, she breaks the piggy bank to buy a mountain bike. It was an overly big role model for her, but Eli uses those two wheels to go everywhere, in her hectic everyday life as a teenager. She recalls herself at the age of 21, while she rides together with Mr. Joaquín, the neighborhood mechanic, towards Iztapalapa, one of the poorest and most violent areas of the city; she zigzags through the alleys of the Cerro de la Estrella in search of a man, a grouchy craftsman who will teach her the fundamentals to become the professional figure she is today, a unique profile, in Mexico: a woman who builds bicycles.

  
The pinkish neon light falls sheer on the alignment table.
The Básica Studios workshop is narrow, but eight work inside. They weld, cut pipes, fix cranks, mount wheels and metal gaskets, paint, repair. With patience and precision, they transform a jumble of metal pieces into customized bicycles.
It is one of the few places in Mexico where this process is still done by hand.
Obsessed with the fear that the profession will disappear, Eli decided, four months ago, to hire two apprentices. Elaine Lacy and Jimena Palomino are two engineers in their thirties, and they embody the spearhead of Eli Acosta's new dream: to train a team of women who build bicycles.

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