Chi va in bicicletta se l'è sentito dire almeno una volta nella vita: ma chi te lo fa fare? Perché sottoporsi a sofferenze eroiche pur di arrivare in cima a un passo sconosciuto? Perché masticare chilometri su chilometri per il puro gusto di tagliare un traguardo - il proprio - con le guance impastate di fatica e commozione? In questo libro, dedicato a chi ha già trovato la risposta, ma anche a chi ancora non la conosce, Giacomo Pellizzari ci conduce su percorsi ciclistici celebri per la loro perfidia per raccontarci uno degli sport più amati.
Tra aneddoti sui grandi campioni, ritratti di intrepidi ciclisti della domenica e consigli pratici per affrontare le difficoltà, Pellizzari ci spiega come la bicicletta gli ha cambiato la vita. Da quando pedala, ha conosciuto tanti amici, ha visto le montagne più belle del mondo, ha rivissuto le imprese dei grandi "gareggiando" a distanza con Pantani e con Wiggins, con Ullrich e Coppi, con Gimondi e il nonno Bruno, che durante la guerra portava sulla sua Umberto Dei i dispacci più urgenti. Ma soprattutto ha imparato a convivere con il dolore per distillarne il piacere più grande: quello di superare ogni giorno i propri limiti, tornare a essere puro corpo e sentirsi vivo davvero.
Perché, come dice lui, "quando si pedala il dolore è una componente essenziale del piacere.
Bisogna imparare a sopportarlo, a conviverci. Se non si è disposti ad accettarlo, non si amerà la bicicletta". Del resto, non è obbligatorio. Prefazione di Francesco e Moreno Moser.
Those who ride a bicycle have heard it said at least once in their life: but who makes you do it? Why undergo heroic suffering in order to reach the top of an unknown pass? Why chew kilometers after kilometers for the pure pleasure of crossing a finish line - your own - with your cheeks thick with fatigue and emotion? In this book, dedicated to those who have already found the answer, but also to those who still do not know it, Giacomo Pellizzari takes us on cycling routes famous for their perfidy to tell us about one of the most loved sports.
Between anecdotes about the great champions, portraits of intrepid Sunday cyclists and practical advice to deal with difficulties, Pellizzari explains how the bicycle changed his life. Since he has pedaled, he has met many friends, he has seen the most beautiful mountains in the world, he has relived the exploits of the great "competing" at a distance with Pantani and with Wiggins, with Ullrich and Coppi, with Gimondi and his grandfather Bruno, who during the war carried the most urgent dispatches on his Umberto Dei.
But above all he has learned to live with pain to distill its greatest pleasure: that of overcoming one's limits every day, returning to being pure body and feeling truly alive.
Because, as he says, "when you ride, pain is an essential component of pleasure. You have to learn to bear it, to live with it. If you are not willing to accept it, you will not love the bicycle". Moreover, it is not mandatory.
Foreword by Francesco and Moreno Moser.
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