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martedì 13 aprile 2021

Le vie di Dante






Per ricordare i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri vi vogliamo proporre un emozionante viaggio  sulle tracce del Sommo Poeta.

Mettiamoci in viaggio: in bicicletta, a piedi o in auto alla scoperta di alcuni fra i luoghi della regione Marche citati nella Divina Commedia.
Percorsi unici, immersi nella storia, nell’arte, nella natura. Tradizioni secolari, eccellenze, esperienze irripetibili.


Inferno: Gradara
La prima tappa del nostro viaggio ci porta a Gradara, luogo che fa da scenario ad alcuni dei versi più famosi di tutta la letteratura italiana; simbolo di un grande amore infelice, di una passione che infiammava e continua a infiammare tutti gli innamorati del mondo.

"
Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.
Amor condusse noi ad una morte.
Caina attende chi a vita ci spense».
V Canto.

Il luogo meraviglioso dove i due amanti suggellano il loro amore è la Rocca di Gradara, uno dei castelli medievali meglio conservati d’Italia, al confine nord della regione Marche, in una posizione spettacolare ai piedi del Parco San Bartolo. Dalla cima delle mura e dai camminamenti di ronda, accessibili al pubblico, è possibile godere di una vista panoramica a 360° sul territorio circostante: dalle colline sinuose fino agli appennini e attraverso tutto il litorale costiero.


To commemorate the 700 years since the death of Dante Alighieri we want to offer you an exciting journey in the footsteps of the Supreme Poet.

Let's get on a journey: by bicycle, on foot or by car to discover some of the places in the Marche region mentioned in the Divina Commedia. Unique paths, immersed in history, art, nature. Secular traditions, excellence, unrepeatable experiences.

Hell: Gradara
The first stage of our journey takes us to Gradara, a place that is the setting for some of the most famous verses of all Italian literature; symbol of a great unhappy love, of a passion that inflamed and continues to inflame all lovers of the world.

"Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.
Amor condusse noi ad una morte.
Caina attende chi a vita ci spense».
V Canto.

The wonderful place where the two lovers seal their love is the Rocca di Gradara, one of the best preserved medieval castles in Italy, on the northern border of the Marche region, in a spectacular location at the foot of the San Bartolo Park. From the top of the walls and from the walkways, accessible to the public, it is possible to enjoy a 360° panoramic view of the surrounding area: from the sinuous hills to the Apennines and across the entire coast.


Inferno: Fiorenzuola di Focara

«Poi farà sì ch'al vento di Focara,
non farà lor mestier voto né preco»

XXVIII Canto

Sorge su uno sperone roccioso a strapiombo sul Mare Adriatico, nel centro del Parco naturale regionale del Monte San Bartolo.
Il termine "Focara" deriva dai fuochi che anticamente venivano accesi sul punto più alto del monte, per richiamare l'attenzione dei naviganti.
Insediamento romano di antica origine, in ragione della posizione strategica su uno dei pochissimi promontori dell'Adriatico settentrionale (l'unico, da Trieste ad Ancona), Fiorenzuola e il suo castrum furono parte di quel sistema difensivo  edificato fra il X e il XII secolo e volto al controllo del confine fra la curia ravennate e quella pesarese, e successivamente fra i Malatesta di Rimini e quelli di Pesaro. Nel XII secolo venne inoltre edificata la chiesa di Sant'Andrea, della quale rimane intatto il solo suggestivo campanile, di certo rilievo architettonico.


It stands on a rocky spur overlooking the Adriatic Sea, in the center of the Monte San Bartolo Regional Natural Park.
The term "Focara" derives from the fires that in ancient times were lit on the highest point of the mountain, to attract the attention of sailors.
Roman settlement of ancient origin, due to its strategic position on one of the very few promontories of the northern Adriatic (the only one, from Trieste to Ancona), Fiorenzuola and its castrum were part of that defensive system built between the 10th and 12th centuries and aimed at controlling the border between the Ravenna and Pesaro curia, and subsequently between the Malatesta of Rimini and those of Pesaro. In the twelfth century the church of Sant'Andrea was also built, of which only the suggestive bell tower, of certain architectural importance, remains intact.




Purgatorio: Fano

"Ond’ io, che solo innanzi a li altri parlo, 
ti priego, se mai vedi quel paese
che siede tra Romagna e quel di Carlo,
che tu mi sie di tuoi prieghi cortese
in Fano, sí che ben per me s’adori
pur ch’i’possa purgar le gravi offese"
V Canto

Probabilmente una delle prime letture storico-geografiche della regione Marche.
L’indicazione geografica è usata da Dante per introdurre il personaggio di Jacopo del Cassero, condottiero e magistrato fanese che venne ucciso in un’imboscata mentre si stava recando a Milano, dove sarebbe dovuto diventare podestà.
Fano, la città del condottiero, è conosciuta come Fanum Fortunae, la “Città della Fortuna”, anticamente chiamata così dai Romani di cui era una colonia importante e molto sviluppata. 
Il percorso Romano in città è ricco di incredibili reperti come l’Arco d’Augusto, principale porta di accesso della centro, costruito sul punto in cui la Via Flaminia si innesta nel Decumano Massimo. Notevoli anche le mura romane che sono seconde per lunghezza solo a quelle di Roma.


Purgatory: Fano

Probably one of the first historical and geographical readings of the Marche region.
The geographical indication is used by Dante to introduce the character of Jacopo del Cassero, a leader and magistrate from Fano who was killed in an ambush while on his way to Milan, where he should have become podestà.
Fano, the city of the leader, is known as Fanum Fortunae, the "City of Fortune", formerly called by the Romans of which it was an important and highly developed colony.
The Roman route in the city is full of incredible finds such as the Arch of Augustus, the main gateway to the center, built on the point where the Via Flaminia joins the Decumano Massimo. Also noteworthy are the Roman walls which are second in length only to those of Rome.




Paradiso: Eremo di Fonte Avellana

"Tra duo liti d’Italia surgon sassi,
E non molto distanti alla tua patria,
Tanto che i tuoni assai suonan più bassi:
E fanno un gibbo che si chiama Catria,
Di sotto al quale è consecrato un ermo,
Che suol esser disposto a sola làtria.”
XXI Canto

Dante si trova di fonte una lunga scala dorata dalla quale discendono, luminose, le solitarie anime del Paradiso in contemplazione. Una di loro si ferma a parlare con lui: si tratta di San Pier Damiani il quale inizia il suo racconto indicando al Poeta la sua vita di preghiera all’interno dell’Eremo di Fonte Avellana, incastonato ai piedi del Monte Catria.
La storia dell’Eremo è millenaria.
Fra le aree più belle del complesso architettonico, ricordiamo la “Stanza di Dante” ove si pensa che il Sommo Poeta soggiornò durante il suo viaggio nel 1312 e lo scriptorium, una meravigliosa stanza comune utilizzata dai monaci per scrivere volumi e copiare codici.
Questo luogo di preghiera, di pace e di cultura è ora aperto al pubblico.


Heaven: Eremo di Fonte Avellana

Dante finds himself in front of a long golden staircase from which descend, luminous, the solitary souls of Paradise in contemplation. One of them stops to talk to him: it is San Pier Damiani who begins his story by pointing out to the Poet his life of prayer inside the Hermitage of Fonte Avellana, nestled at the foot of Monte Catria.
The history of the Hermitage dates back thousands of years.
Among the most beautiful areas of the architectural complex, we remember the "Dante's Room" where it is thought that the Supreme Poet stayed during his journey in 1312 and the scriptorium, a wonderful common room used by monks to write volumes and copy codes.
This place of prayer, peace and culture is now open to the public.



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