Cycling & Blogging: welcome on your finish line on the Adriatic Coast!!! sei entrato nel Blog ufficiale dell'Alexander Bike Hotel di Gabicce Mare!

lunedì 28 febbraio 2022

Adriatic Green Trail

 8- 9- 10 aprile: un'avventura lunga 3 giorni!

360Km e 7000 D+ di puro divertimento e fatica.
Sarà previsto comunque un percorso più corto complessivamente di 250km, 4500D+. 

Un 'avventura in completa autonomia, senza alcun supporto tecnico- logistico, alla scoperta dei borghi più belli delle Marche.

Seguirai il percorso attraverso una traccia GPX che verrà inviata una settimana prima della partenza.

Il tracciato è estremamente vario adatto a ciclisti con esperienza cicloamatoriale e si sviluppa su strade bianche, strade asfaltate secondarie e sentieri, percorso adatto a MTB, biciclette gravel, ed aperto anche a e-bike (considerando ovviamente la capacità della batteria).

Un progetto nato dalla passione di 4 amici ciclisti, con il fine di promuovere e sviluppare un turismo esperienziale, sostenibile, che porti a scoprire con ritmo autonomo, ai cicloturisti, le meraviglie di una terra straordinariamente ricca di arte, natura, tradizioni e sapori.. Del resto, nel 2021, le Marche sono state la regione italiana più ricercata sul web.

Adriatic Green Trail attraversa oltre 30 borghi delle province di Pesaro Urbino, in un paesaggio unico e in maniera particolarmente intima valorizza le caratteristiche peculiari di questa zona d’Italia. Del resto se a piedi si coprono solo distanze relative e in auto si perdono i particolari, in bici si può davvero assaporare il territorio scoprendo scorci di straordinaria bellezza.

Il primo Itinerario prevede il passaggio per il lungomare di Fano e giù verso a sud sino ad inerpicarsi sulle colline che portano a Mondolfo, e via per le “creste” tra le Colline e i Borghi del Duca, alla scoperta di antiche tradizioni, passando da Orciano di Pesaro, Barchi Piagge e San Giorgio di Pesaro (oggi Terre Roveresche) e Sant’Ippolito, dopodichè attraversando nel punto dove vi fu la battaglia del Metauro nel 207 a.c. si risalirà per raggiungere Mombaroccio e piegare verso la Valle del torrente Arzilla.

Il secondo, invece, lasciandosi alle spalle la costa condurrà alla scoperta dei borghi che costeggiano le rive del fiume Metauro, in un susseguirsi di paesaggi mozzafiato sino ad attraversare parte della Riserva naturale del Furlo, ed arrivare alla celeberrima Urbino, dove poi si rientrando per le zone più selvagge e paesaggisticamente interessanti dell’interno, quali i boschi delle Cesane e vere e proprie chicche di architettura medioevale quali fortificazioni, abbazie e borghi cinti da mura perfettamente conservate.

Il terzo itinerario, dal canto suo, porterà i cicloturisti a lambire la spiaggia direzione nord sino a Pesaro, ed a sperimentare la famosissima “Panoramica”, che, con i suoi oltre 20 km di strada vietata alle auto nel week end, ne fa un paradiso con scorci mozzafiato di macchia mediterranea a picco sull’Adriatico, nel Parco Naturale del S. Bartolo sino a Gabicce, dove sfiorando la Romagna, passando per la romantica Gradara, l’allegra Tavullia e risalendo sino a quasi l’appenino si rientrerà per la festa finale dell’arrivo su Fano.

La partenza e l’arrivo saranno sempre dalla Magione Broccoli.

Per tutti i partecipanti è OBBLIGATORIO essere in possesso di un certificato medico sportivo aggiornato IN CORSO DI VALIDITÀ per tutta la durata dell'evento

La quota d‘iscrizione per l’intera Manifestazione è di € 50,00, mentre quella giornaliera è di € 25,00 . La quota d’iscrizione comprende:
 - partecipazione ufficiale alla Manifestazione
 - tesseramento CSI/FIAB con polizza assicurativa
- pacco Manifestazione comprensivo del frontalino da applicare sulla bici
- tracce dei percorsi in formato .gpx
- ristoro all’arrivo (dalle 17:00 alle 19:00) 

Iscriviti ora!


Guarda il video e viene a scoprire le Marche 




8-9-10 April: a 3-day adventure!

360Km and 7000 D + of pure fun and effort.

In any case, a shorter route of 250km overall, 4500D + will be provided.

An adventure in complete autonomy, without any technical-logistic support, to discover the most beautiful villages of the Marche.

You will follow the route through a GPX track which will be sent one week before departure.

The track is extremely varied, suitable for cyclists with amateur cycle experience and develops on dirt roads, secondary asphalted roads and paths, a path suitable for MTB, gravel bicycles, and also open to e-bikes (obviously considering the battery capacity).

A project born from the passion of 4 cyclist friends, with the aim of promoting and developing an experiential, sustainable tourism, which leads cyclists to discover the wonders of a land extraordinarily rich in art, nature, traditions and flavors at an independent pace. Moreover, in 2021, the Marche was the most sought after Italian region on the web.

Adriatic Green Trail crosses over 30 villages in the provinces of Pesaro Urbino, in a unique landscape and in a particularly intimate way enhances the peculiar characteristics of this area of ​​Italy. After all, if you only cover relative distances on foot and lose the details by car, by bike you can really savor the area by discovering glimpses of extraordinary beauty.

The first itinerary includes the passage through the seafront of Fano and down to the south up to climb the hills that lead to Mondolfo, and via the "ridges" between the hills and the villages of the Duke, to discover ancient traditions, passing through Orciano of Pesaro, Barchi Piagge and San Giorgio di Pesaro (today Terre Roveresche) and Sant'Ippolito, after which crossing at the point where there was the battle of Metauro in 207 BC you will go up to reach Mombaroccio and turn towards the Arzilla torrent valley.

The second, however, leaving the coast behind will lead to the discovery of the villages that line the banks of the Metauro river, in a succession of breathtaking landscapes until you cross part of the Furlo Nature Reserve, and arrive at the famous Urbino, where you then return to the wildest and most interesting areas of the interior, such as the woods of Cesane and real gems of medieval architecture such as fortifications, abbeys and villages surrounded by perfectly preserved walls.

The third itinerary, for its part, will bring cyclists to lap the beach heading north up to Pesaro, and to experience the famous "Panoramica", which, with its over 20 km of road prohibited to cars on weekends, makes it a paradise with breathtaking glimpses of Mediterranean scrub overlooking the Adriatic, in the Natural Park of S. Bartolo up to Gabicce, where, touching the Romagna, passing through the romantic Gradara, the cheerful Tavullia and climbing up to almost the Apennines, you will return to the final party of the arrival on Fano.

The departure and arrival will always be from Magione Broccoli.

For all participants it is MANDATORY to be in possession of an updated sports medical certificate WHICH IS VALID for the entire duration of the event

The registration fee for the entire event is € 50.00, while the daily one is € 25.00. The registration fee includes:

 - official participation in the event

 - CSI / FIAB membership with insurance policy

- Event package including the front panel to be applied to the bike

- tracks of the routes in .gpx format

- refreshment upon arrival (from 17:00 to 19:00)

Subscribe now!

Watch the video and come to discover the Marche

sabato 26 febbraio 2022

BICICLETTA

 

Quello in bicicletta è sempre un viaggio emozionale. È vero anche per il viaggio di questo libro e non soltanto perché il Touring Club Italiano, come ricorda la ruota nel suo logo, è figlio di un sodalizio ciclistico che a fine Ottocento inventò il cicloturismo. La bicicletta ci rende liberi. Ci fa tornare bambini, rimanda all'euforia della prima pedalata, una sensazione che non si dimentica più: quando si scopre che stare in equilibrio sul sellino è possibile solo a patto di osare, di andare avanti, Metafora dell'esistenza, la bicicletta è una formidabile incubatrice di storie. 

Questo libro ne raccoglie alcune, in un impasto corale di grandi narrazioni che spaziano dalla tecnica all'epopea del ciclismo, dalla sfida ambientale alla storia collettiva di un oggetto costantemente rivoluzionario, simbolo di spensieratezza e riscatto sociale, ebbrezza e fatica, libertà e disciplina. Con uno sguardo sul presente e uno proiettato al futuro, alla rivoluzione promessa dall'alta tecnologia: fare della bicicletta il perno della mobilità, il motore pulito del cambiamento.



Cycling is always an emotional journey. It is also true for the journey of this book and not only because the Italian Touring Club, as the wheel in its logo recalls, is the son of a cycling association that invented cycle tourism at the end of the nineteenth century. The bicycle sets us free. It makes us feel like children again, it refers to the euphoria of the first ride, a feeling that is never forgotten: when you discover that being balanced on the saddle is only possible if you dare, to move forward, Metaphor of existence, the bicycle is a formidable incubator of stories. 

This book collects some of them, in a choral mixture of great narratives ranging from technique to the epic of cycling, from the environmental challenge to the collective history of a constantly revolutionary object, a symbol of carefree and social redemption, intoxication and fatigue, freedom and discipline. With an eye on the present and one projected towards the future, at the revolution promised by high technology: making the bicycle the pivot of mobility, the clean engine of change.

venerdì 25 febbraio 2022

Quand’è il momento di cambiare la bicicletta?

 Il cuore sì, la bicicletta, anche se in giro raccontiamo altro, è un bene emozionale prima di tutto. Oggetto di desiderio prima, di culto poi. Questo, da solo, già basta a giustificare qualsiasi spesa e a prescindere dall’uso che ne faremo per davvero. E tutto sommato è anche la spesa meno importante, in assoluto, rispetto ad altri sport. La bicicletta di un corridore è comunque alla portata di tutti, non si può dire lo stesso per una moto e un’auto da corsa. Chiaro che, ragionando così, si rischia di avere voglia di cambiare bici a ogni nuovo modello, anche solo per il nuovo colore adottato dalla squadra o dal campione del cuore.

Diversa la questione tecnica che spinge esattamente dalla parte opposta visto che l’uscita di nuovi componenti, nuovi telai e nuove soluzioni non farà andare più piano la bici che abbiamo in casa né la renderà più pesante. Potremo continuarci a fare esattamente quel che ci abbiamo fatto fino ad ora, anche se un diavoletto ci soffierà il dubbio nell’orecchio.
L’esigenza tecnica è su un piano diverso. Quando certi componenti diventano obsoleti da non poter avere più ricambi, c’è poco da fare, è il momento di cambiare. D’altra parte, come testimonia il mercato del vintage, trovare ricambi usati può essere una strada percorribile.

Far diventare vecchio il prodotto e far sentire “indietro” l’utente è la via più veloce utilizzata dal marketing per invogliare a un nuovo acquisto. Non c’è da scandalizzarsi visto che il fine di ogni azienda è fatturare il più possibile. Ma la decisione sta sempre a noi e dovrebbe essere scevra da pregiudizi. Difficile, certo, in un mondo che spinge sull’apparire più che sull’essere.

L’invecchiamento forzato di un prodotto è molto spinto nel settore tecnologico. Chi lavora con un computer spesso si trova spinto al rinnovo per la necessità di avere programmi aggiornati (per potersi interfacciare col resto del proprio mondo lavorativo) che non “girano” sui sistemi vecchi di qualche anno.
Ma la bicicletta, per fortuna, è diversa da un computer, se i ricambi si continuano a trovare perché pensare che stia diventando vecchia?

Nella natura della bicicletta c’è il far pensare. Quando si pedala non si può fare altro, nemmeno giocare col cellulare, e allora tocca pensare. Un po’ come quando si fa la doccia, ma più divertente. Tra i tanti pensieri si finisce inevitabilmente a dedicarsi alla propria passione. Cosa cambio? Cosa rinnovo? La devo cambiare tutta? Spesso basta poco, ma l’importante è sentirla nostra, quindi speciale della nostra unicità.

Qual è la “nostra” bicicletta? Quella su cui stiamo pedalando l’abbiamo comprata così com’è, oppure si è andata formando piano piano nel tempo?

La differenza è qui e per molti è il motivo per cui si fa fatica ad accettare un mercato nuovo che spinge all’usa e getta, che poi è un “usa e rivendi” e si crea lo stress di una svalutazione che va al contrario dei sentimenti: con i chilometri messi dentro a quelle ruote, nel nostro sentire, acquista più valore, altro che svenderla. Che ne sa il mercato? Certamente è altra cosa e anche il più accanito estimatore del consumismo si potrebbe trovare in difficoltà una volta che si innamora della bicicletta. Un oggetto che diventa estensione del corpo umano, quindi un po’ culto. Anzi meglio: innamoramento del piacere che dà e di quello che si restituisce.  Viene voglia di trasformarla allora, la bicicletta, farla crescere. Era così fino a un po’ di anni fa.
Poi, a un certo punto, è cambiato tutto.

l primo articolo che suscitò dubbi sulla logica usa e getta risale a parecchi anni fa, ricordate? Metà anni Novanta o giù di lì. Si parlava di movimenti centrali “a cartuccia”. Niente sfere e controdadi da regolare, ma vuoi mettere il vantaggio? Funzionano benissimo e quando si rovinavano si sostituivano. Semplice e veloce, solo un po’ più costoso. Ma meno lavoro meccanico e, in definitiva, più efficienza. Ere geologiche fa dal punto di vista tecnologico, i computer combattevano con Windows 95 e dalle parti di Apple si era attorno al System 9.
Era tutto ancora abbastanza standard, i movimenti centrali erano quelli e FSA aveva un catalogo di serie sterzo poco più grande di un depliant, non quel “Devoto-Oli” che sarebbe diventato di lì a qualche anno.

La bicicletta si comprava e poi si aggiornava e facendolo ci si innamorava del mezzo. Quando si cambiava la bicicletta “tutta insieme” era una piccola conquista ma a volte dispiaceva anche. Ecco perché, per molti di noi – con qualche capello bianco – le cose ora stridono un po’. Se la bicicletta la compri nuova tutta e tutta insieme è meno “tua” di quando la modificavi un po’ per volta. Un modo rateale e rituale che diventava parte del proprio essere ciclista. Tanto bastava.

Oggi sembra già tanto poter scegliere la sella e i pedali che spesso ci si porta dietro dal modello vecchio (soprattutto se si usano tipologie diverse dallo “standard Look” che è un riferimento sul mercato.
Fine. I prossimi interventi sulla bicicletta – dicono le statistiche – saranno di manutenzione sostituendo, eventualmente, quel che non funziona più, non aggiustandolo e, con poca probabilità, non migliorandolo con un aggiornamento che spesso diventa impossibile per incompatibilità. Poi nastro manubrio e coperture. Un salto in là possono essere delle ruote nuove che ci stanno sempre bene.

Già, la compatibilità è una croce che per molti sa più di marketing che di efficienza. Servono davvero tutti questi standard? Motivazioni economiche vestite di efficienza più che viceversa, ma tant’è, quale azienda lavora per guadagnare meno? Però, come in tutte le cose, possiamo cercare il lato positivo. Nella ricerca continua di novità c’è un’evoluzione di proposte che diventano varietà enorme e quindi possibilità di scelta. Non esiste un bene assoluto, ma esiste quel che va bene a ciascuno di noi. Il “su misura” si è evoluto in una quantità di scelte così ampia che, alla fine, la bicicletta diventa comunque unica. Basti guardare l’assortimento di selle e manubri, ma anche di tanti accessori che possono corredare le biciclette moderne, piuttosto lontane dal minimalismo da cui discendono.

Ecco, se ci si fissa su questo, sul minimalismo e l’essenziale le biciclette invecchieranno meno. Se si fa riferimento a ciò che offre il mercato e, tanto più, ai corridori, la direzione è solo quella del sostituire a tutti i costi spesso con la frustrazione della novità dietro l’angolo.

Ma in fondo, la bicicletta nostra è quella che contiene i ricordi più belli o le aspettative migliori.
A voi la scelta.



The heart yes, the bicycle, even if we talk about something else, is an emotional good first of all. Object of desire first, then of worship. This alone is enough to justify any expense and regardless of the use we will make of it for real. And all in all it is also the least important expense, by far, compared to other sports. However, a rider's bicycle is within everyone's reach, the same cannot be said for a motorcycle and a racing car. Of course, thinking like this, you risk wanting to change bikes for each new model, even if only for the new color adopted by the team or by the champion of your heart.

The technical issue is different, which pushes exactly the opposite side since the release of new components, new frames and new solutions will not make the bike we have at home go slower nor will it make it heavier. We will be able to continue doing exactly what we have done up to now, even if a little devil blows doubt in our ears.

The technical need is on a different level. When certain components become obsolete that they cannot have more spare parts, there is little to do, it is time to change. On the other hand, as evidenced by the vintage market, finding used parts can be a viable path.

Making the product old and making the user feel "behind" is the fastest way used by marketing to entice a new purchase. There is no need to be scandalized given that the aim of every company is to invoice as much as possible. But the decision is always up to us and should be free from prejudice. Difficult, of course, in a world that pushes on appearing rather than on being.

The forced aging of a product is very strong in the technology sector. Those who work with a computer often find themselves pushed to renew due to the need to have updated programs (to be able to interface with the rest of their working world) that do not "run" on systems that are a few years old.
But the bicycle, fortunately, is different from a computer, if the spare parts continue to be found why think that it is getting old?

In the nature of the bicycle there is making people think. When you ride, you can't do anything else, not even play with your cell phone, and then you have to think. A bit like taking a shower, but more fun. Among the many thoughts, one inevitably ends up dedicating oneself to one's passion. What do I change? What do I renew? Do I have to change it all? Often a little is enough, but the important thing is to feel it as ours, therefore special because of our uniqueness.

What is "our" bicycle? Did we buy the one we are riding on as it is, or did it develop slowly over time?
The difference is here and for many it is the reason why it is difficult to accept a new market that pushes to throw away, which is then a "use and resell" and creates the stress of a devaluation that goes the opposite of feelings: with the kilometers put into those wheels, in our feelings, it acquires more value, other than selling it off. What does the market know? Certainly it is something else and even the most avid admirer of consumerism could find himself in trouble once he falls in love with the bicycle. An object that becomes an extension of the human body, therefore a bit of a cult. Better still: falling in love with the pleasure it gives and what it gives back. Then one feels the urge to transform it, the bicycle, to make it grow. It was like this until a few years ago.
Then, at a certain point, everything changed.

The first article that raised doubts about disposable logic was several years ago, remember? Mid nineties or thereabouts. There was talk of "cartridge" bottom brackets. No balls and locknuts to adjust, but you want to put the advantage? They work very well and when they got damaged they were replaced. Quick and easy, just a little more expensive. But less mechanical work and ultimately more efficiency. Geological eras ago from the technological point of view, computers fought with Windows 95 and around Apple it was around System 9.

It was all still fairly standard, the bottom brackets were those and FSA had a headset catalog just a little larger than a brochure, not the "Devoto-Oli" that would become a few years later.

The bicycle was bought and then updated and by doing it you fell in love with the vehicle. When you changed your bicycle "all at once" it was a small achievement but sometimes it was also sorry. That's why, for many of us - with a few white hairs - things now squeal a bit. If you buy a new bicycle all at once, it is less "yours" than when you modified it a little at a time. An installment and ritual way that became part of one's being a cyclist. That was enough.

Today it already seems a lot to be able to choose the saddle and pedals that you often carry with you from the old model (especially if you use types other than the "standard Look" which is a reference on the market.

End. The next interventions on the bicycle - say the statistics - will be maintenance, possibly replacing what no longer works, not fixing it and, with little probability, not improving it with an update that often becomes impossible due to incompatibility. Then handlebar tape and covers. A leap can be some new wheels that always fit us.

Yes, compatibility is a cross that for many knows more about marketing than efficiency. Are all these standards really needed? Economic reasons dressed in efficiency more than vice versa, but anyway, which company works to earn less? However, as in all things, we can look for the positive side. In the continuous search for novelty, there is an evolution of proposals that become enormous variety and therefore the possibility of choice. There is no absolute good, but there is what is good for each of us. The "made to measure" has evolved into a quantity of choices so wide that, in the end, the bicycle becomes unique anyway. Just look at the assortment of saddles and handlebars, but also the many accessories that can accompany modern bicycles, rather far from the minimalism from which they derive.

Here, if you focus on this, bicycles will age less on minimalism and the essential. If we refer to what the market offers and, even more so, to the riders, the only direction is to replace at all costs, often with the frustration of novelty around the corner.

But after all, our bicycle is the one that contains the best memories or the best expectations.

It is up to you!

giovedì 24 febbraio 2022

Bike Chef

Cristiano Sabatini alias Bike Chef, 50 anni, cresciuto a Monterubiaglio di professione chef e ciclista giramondo per passione.

Nel 2001, dopo alcuni anni trascorsi a gestire con successo un ristorante a Montefiascone, nel Viterbese, decide di mollare tutto per mettersi a cucinare a domicilio, inventandosi un suo stile di catering da esportare nelle case di chi lo chiama. 
In pochi anni la sua popolarità è cresciuta; nel 2019 partecipa a “Cuochi d'Italia” rappresentando il Lazio nello cooking-show condotto da Alessandro Borghese, e conquista piano piano anche le cucine e i palati dei vip del cinema, arrivando a far gustare i suoi piatti persino a Carlo Verdone, Gigi Proietti, Paolo Sorrentino, il regista Giovanni Veronesi e addirittura a Robert De Niro.

 Allo stesso tempo però è forte in lui anche la 
passione per le due ruote, così parte per alcuni viaggi in giro per il mondo per scoprire gusti e sapori lontani ma portando sempre con sé la cucina italiana, ovunque vada. Nepal, Marocco, Nuova Zelanda e tanti altri Paesi, Sabatini è arrivato praticamente ovunque, non separandosi mai dalle sue piccole pentole e dal fornelletto a alcool. In Lapponia ha portato con sé dei cibi disidratati che ha cotto sul fuoco di legna ed è riuscito a preparare la carbonara perfino in un rifugio sull’Everest e al circolo polare artico.



Cristiano Sabatini aka Bike Chef, 50 years old, grew up in Monterubiaglio by profession as a chef and globetrotting cyclist by passion.

In 2001, after a few years spent successfully managing a restaurant in Montefiascone, in the Viterbo area, he decides to give up everything to start cooking at home, inventing his own style of catering to export to the homes of those who call him.

In a few years his popularity has grown; in 2019 he participates in "Cuochi d'Italia" representing Lazio in the cooking show hosted by Alessandro Borghese, and slowly conquers the kitchens and palates of cinema celebrities, even letting Carlo Verdone, Gigi Proietti taste his dishes , Paolo Sorrentino, the director Giovanni Veronesi and even Robert De Niro.

 At the same time, however, his passion for two wheels is also strong, so he goes on some trips around the world to discover distant tastes and flavors but always bringing Italian cuisine with him, wherever he goes. Nepal, Morocco, New Zealand and many other countries, Sabatini has arrived practically everywhere, never separating from its small pots and alcohol stove. In Lapland he brought with him some dehydrated foods that he cooked on a wood fire and managed to prepare carbonara even in a refuge on Everest and in the Arctic Circle.

mercoledì 23 febbraio 2022

OCEANMAN 2022


Sei pronto per una nuova grande sfida?
Scegli la tua prova e partecipa alla nuova edizione di Oceanman dal 27 al 29 maggio 2022.

Cosa ti offriamo?

  • 2 notti con trattamento di notte e prima colazione
  • Camera doppia rinnovata, dotata di tutti i comfort e balcone vista mare
  • Il giorno della gara, 28 maggio, colazione anticipata alle ore 6,00
  • Parcheggio privato adiacente alla struttura,  possibilità di ricarica per auto elettriche
  • Piscina riscaldata esterna con ampia vasca idromassaggio
  • Sauna finlandese a disposizione
  • Wi-fi in tutta la struttura
  • Massaggi su richiesta e a pagamento

Prezzo speciale € 45,00 al giorno per persona in camera doppia

oppure

  • 2 notti con trattamento di mezza pensione: ricca colazione a buffet e cena alla carta con sceltra tra 3 diverse proposte fra carne, pesce e vegetariana. 
  • Camera doppia rinnovata, dotata di tutti i comfort e balcone vista mare
  • Il giorno della gara, 28 maggio, colazione anticipata alle ore 6,00
  • Parcheggio privato adiacente alla struttura,  possibilità di ricarica per auto elettriche
  • Piscina riscaldata esterna con ampia vasca idromassaggio
  • Sauna finlandese a disposizione
  • Wi-fi in tutta la struttura
  • Massaggi su richiesta e a pagamento

Prezzo speciale € 65,00 al giorno per persona in camera doppia



Are you ready for a new big challenge?
Choose your trial and join the new edition of Oceanman from 27 to 29 May 2022.

What do we offer you?

  • 2 nights with in bed and breakfast
  • Renovated double room, equipped with all comforts and balcony with sea view
  • On the day of the race, May 28, early breakfast at 6am
  • Private parking adjacent to the structure, possibility of charging electric cars
  • Outdoor heated swimming pool with large Jacuzzi
  • Finnish sauna available
  • Wi-fi
  • Massages on request and for a fee
  • Special price € 45.00 per day per person in double room

or

  • 2 nights in half board: rich buffet breakfast and à la carte dinner with a choice of 3 different proposals including meat, fish and vegetarian.
  • Renovated double room, equipped with all comforts and balcony with sea view
  • On the day of the race, May 28, early breakfast at 6AM
  • Private parking adjacent to the structure, possibility of charging electric cars
  • Outdoor heated swimming pool with large Jacuzzi
  • Finnish sauna available
  • Wi-fi
  • Massages on request and for a fee
Special price € 65.00 per day per person in a double room

#IAMOCEANMAN

lunedì 21 febbraio 2022

Bike to 1.5°C


Omar Di Felice è partito pochi giorni fa da Kamchatka, al confine tra Russia e Oriente, per un’avventura che lo porterà in Alaska, passando per Finlandia, Svezia e Norvegia, Groenlandia e Canada:  Il Giro del Mondo Artico in bicicletta per portare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla crisi climatica.

Un viaggio lungo 4000 km che, salvo imprevisti, terminerà a fine marzo.

L’impresa fa parte del progetto “Bike to 1.5°C”, lanciato in occasione della scorsa COP26, quando Omar ha raggiunto Glasgow da Milano, sempre in bicicletta.

La spedizione ora si svolge in una delle aree più a rischio del Pianeta sotto un profilo ambientale, le regioni più colpite dai cambiamenti climatici. L’Artico si riscalda a una velocità doppia rispetto al resto della Terra, di circa 1°C ogni decennio. Purtroppo si prevede che l’erosione costiera lungo le coste del permafrost continuerà a ritmi elevati o addirittura accelererà in risposta all’ulteriore riscaldamento climatico.

Da qui è nata l’urgenza dell’associazione Italian Climate Network di sostenere l’impresa. L’organizzazione approfondirà con Omar i tanti aspetti legati ai cambiamenti climatici dei Paesi del Polo Nord, con dirette insieme a scienziati, climatologi, geografi, politologi, ricercatori ed esperti di turismo sostenibile, toccando diversi temi, tra i quali: il ruolo dei media per la sensibilizzazione sui temi dei cambiamenti climatici, gli interessi geopolitici dei territori artici, clima ed emissioni, il ruolo della scienza nel monitoraggio della fusione dei ghiacci e tanti altri. 

E' possibile seguire l'impresa consultando il sito live.endu.net



Omar Di Felice left Kamchatka a few days ago, on the border between Russia and the East, for an adventure that will take him to Alaska, passing through Finland, Sweden and Norway, Greenland and Canada: the Arctic World Tour by bicycle to bring the attention of public opinion on the climate crisis.

A 4000 km long journey which, barring unforeseen circumstances, will end at the end of March.

The feat is part of the "Bike to 1.5 ° C" project, launched at the last COP26, when Omar reached Glasgow from Milan, again by bicycle.

The expedition now takes place in one of the most at risk areas of the planet from an environmental point of view, the regions most affected by climate change. The Arctic warms up at twice the rate of the rest of the Earth, by around 1 ° C every decade. Unfortunately, coastal erosion along the permafrost coasts is expected to continue at high rates or even accelerate in response to further global warming.

Hence the urgency of the Italian Climate Network association to support the feat. The organization will investigate with Omar the many aspects related to climate change in the North Pole countries, with direct together with scientists, climatologists, geographers, political scientists, researchers and experts in sustainable tourism, touching on various topics, including: the role of the media to raise awareness on the issues of climate change, the geopolitical interests of the Arctic territories, climate and emissions, the role of science in monitoring the melting of ice and many others.

It is possible to follow the feat by consulting the site live.endu.net

sabato 19 febbraio 2022

Cicliste per caso

 Alfonsina è stata la prima e unica donna a correre il Giro d'Italia nel 1924, ed è ritenuta una pioniera nella parificazione di genere in campo sportivo.

 Da quando Linda e Silvia si sono imbattute nella sua storia, Alfonsina è diventata la loro musa ispiratrice e ha guidato tutti i loro viaggi, spronandole con il suo esempio di donna caparbia e libera, indicando loro la strada, è proprio il caso di dirlo. 

I 3.700 km pedalati in Italia sono dedicati a lei e a tutte le donne che le Cicliste per Caso hanno incontrato. Alcune erano donne semplici che hanno vissuto la propria vita in silenzio, quasi nell'ombra, altre, come la partigiana Angela, o Annalisa Durante, vittima della camorra, donne che sono entrate di petto nella storia. 

Tutte però, sono l'esempio e l'incarnazione di quell'idea di Alfonsina di andare dritti a inseguire le proprie passioni, senza tradire i desideri profondi che ci animano.



Alfonsina was the first and only woman to run the Giro d'Italia in 1924, and is considered a pioneer in gender equalization in the sports field. 

Ever since Linda and Silvia stumbled upon her story, Alfonsina has become their muse and guided all their travels, spurring them on with her example of a stubborn and free woman, showing them the way, it is appropriate to say it. 

The 3,700 km pedaled in Italy are dedicated to her and to all the women that Cyclists have met by chance. Some were simple women who lived their lives in silence, almost in the shadows, others, like the partisan Angela, or Annalisa Durante, a victim of the Camorra, women who entered history head on. 

All of them, however, are the example and the embodiment of Alfonsina's idea of going straight to pursue her passions, without betraying the deep desires that animate us.

venerdì 18 febbraio 2022

Fun, fun fun!!!

Ci siamo diverti a cercare in rete le divise bike più simpatiche e divertenti.
Quale indossereste subito???


We enjoyed looking online for the nicest and funniest bike uniforms.
Which one would you wear now ???

















giovedì 17 febbraio 2022

Come scegliere la sella perfetta

 Esistono due grandi categorie di selle per bici: selle ad alte prestazioni che hanno un’ammortizzazione minima e selle ammortizzanti che tendono ad essere morbide.

Le selle Performance sono in genere lunghe e strette e hanno un’imbottitura minima per creare il massimo trasferimento di potenza e il minimo sfregamento durante la pedalata. Si trovano comunemente su bici da strada, mountain bike e bici da turismo.

Le selle ammortizzanti tendono ad essere larghe con imbottitura morbida e/o molle per assorbire gli urti della strada. Spesso hanno il “naso” corto. Si trovano in genere su biciclette progettate per il ciclismo ricreativo e la crociera.

Non dare per scontato che cuscino più spesso sia sempre meglio. In alcuni casi, un cuscino troppo alto può causare disagio e pressione mentre il corpo affonda nella sella.

I due tipi più comuni di ammortizzazione sono il gel e la schiuma.

  • L’ammortizzazione in gel si adatta al corpo e offre il massimo comfort. La maggior parte dei ciclisti ricreativi lo preferisce per il suo comfort superiore. Il suo svantaggio è che il gel tende a compattarsi più rapidamente della schiuma.
  • L’ammortizzazione in schiuma offre una sensazione flessibile che riprende la forma. I ciclisti su strada preferiscono la schiuma in quanto fornisce più supporto del gel pur offrendo comfort. Per viaggi più lunghi, i ciclisti oltre 100 Kg., è preferibile una schiuma più solida in quanto non si compatta rapidamente come schiuma o gel più morbidi.
  • Nessuna ammortizzazione: alcune selle per bici hanno un’ammortizzazione zero. Queste selle hanno spesso rivestimenti in pelle o cotone. Sebbene una sella senza ammortizzazione possa essere scomoda per alcuni ciclisti quando è nuova di zecca, si romperà con l’uso frequente e alla fine si adatterà al tuo peso e alla tua forma. Alcuni ciclisti affermano che la “vestibilità personalizzata” che puoi ottenere dalle selle in pelle o cotone le rende più comode nonostante non abbiano alcuna ammortizzazione. Un altro vantaggio delle selle senza ammortizzazione è che tendono a rimanere più fresche, un indubbio vantaggio nelle pedalate lunghe e calde. Scegli questa opzione se una sella con ammortizzazione non ha funzionato bene per te e se sei attratto dall’aspetto classico di una sella in pelle o cotone.
  • Un sottosella è un componente aggiuntivo opzionale che può essere posizionato su qualsiasi sella per un’ammortizzazione aggiuntiva. Sebbene morbida e confortevole, la sua imbottitura non è così contenuta come una sella già imbottita, quindi potrebbe migrare dove non ne hai bisogno o non lo desideri. Questo non è un problema per le corse ricreative, ma potrebbe essere per le corse veloci o per le distanze più lunghe. Se questo è il tuo stile di guida, un paio di pantaloncini da bici imbottiti o biancheria intima potrebbero essere un investimento migliore.
Molte selle sono costruite per proteggere il perineo, l’area tra le ossa del sedere, che attraversa molti nervi e arterie. Queste selle riducono o eliminano il materiale al centro della sella, alleviando la pressione sul perineo e fornendo flusso d’aria e comfort durante le lunghe pedalate.

Poiché l’anatomia di ognuno è diversa, alcuni ciclisti trovano grande sollievo con un ritaglio perineale; altri usano una sella che ha una piccola rientranza nella sella o non ha alcun alloggio. Questo tipo di design che allevia la pressione avvantaggia la maggior parte degli uomini e delle donne, ma è davvero una preferenza personale.

Le selle sono realizzate con una varietà di materiali che possono influire su cose come peso, flessibilità, tempo di rodaggio, resistenza alle intemperie e costi. Le due parti principali di una sella a cui prestare attenzione sono la copertura e le rotaie.

Coprisella

Sintetico: la maggior parte delle selle sono realizzate interamente con materiali sintetici, dal guscio modellato all’imbottitura in schiuma o gel e al rivestimento della sella. Sono leggeri e richiedono poca manutenzione e non richiedono tempi di rodaggio, il che li rende una scelta popolare per la maggior parte dei motociclisti.

Pelle: alcune selle sostituiscono un sottile rivestimento in pelle con uno sintetico ma sono per il resto molto simili nei materiali utilizzati. Altre selle in pelle, tuttavia, sono realizzate esclusivamente con una copertura in pelle tesa e sospesa tra le rotaie di un telaio metallico. Dopo un periodo di rodaggio di circa 300 Km, la pelle si adatta al tuo peso e alla tua forma.  Il periodo iniziale di utilizzo può includere qualche disagio, ma il risultato finale “si adatta come un guanto”. Uno svantaggio della pelle è che non è impermeabile, il che significa che potrebbe essere necessario trattarla con un balsamo per pelle occasionalmente. Questo può proteggere dall’umidità e dall’essiccamento della pelle attraverso l’esposizione ai raggi UV. Nota: controlla le istruzioni per la cura del produttore prima di utilizzare un balsamo o un impermeabilizzante su una sella in pelle, poiché alcuni produttori lo sconsigliano.

Cotone: alcune selle hanno il cotone come materiale di copertura. Le fodere in cotone sono progettate per allungarsi e muoversi solo un po’ durante la pedalata, offrendo comfort e controllo eccellenti durante la pedalata. Un altro vantaggio è che il cotone richiede un periodo di rodaggio molto più breve rispetto alla pelle.

Binari della sella I binari di una sella da bici sono i punti di collegamento alla bici. La maggior parte delle selle ha due binari paralleli che vanno dalla punta della sella alla parte posteriore della sella. Un reggisella per bici si aggancia ai binari. Le differenze nel materiale delle rotaie influiscono su cose come costo, peso, resistenza e flessibilità.

  • Acciaio: l’acciaio è forte e affidabile, ma piuttosto pesante, quindi se il peso è un problema, considera altre opzioni. La maggior parte delle selle vendute da REI hanno binari in acciaio.
  • Lega: le leghe, come il cromo, sono utilizzate nei binari per la loro resistenza. Tendono ad essere più leggeri dell’acciaio.
  • Titanio: il titanio è molto leggero e resistente e fa un buon lavoro assorbendo le vibrazioni, ma è costoso.
  • Carbonio: come il titanio, il carbonio ha un peso molto basso e può essere progettato per assorbire alcune vibrazioni, ma generalmente è disponibile solo su selle molto costose.

Ottieni la misura giusta per la sella della bici

Le selle per bici sono disponibili in diverse dimensioni per adattarsi a diversi tipi di corporatura. Trovare una sella per bici della misura giusta per il tuo corpo ha principalmente a che fare con la larghezza della sella e quanto bene sostiene le tue tuberosità ischiatiche (ossa del sedere). In genere, vuoi una sella che sia abbastanza larga per un buon supporto, ma non così larga da causare sfregamenti e sfregamenti.

Si noti che le selle da uomo e da donna sono progettate per adattarsi alle differenze nella larghezza dell’anca e nella posizione della tuberosità ischiatica (ossa del sedere) in base ai tipi di corpo “tipici” di genere. Indipendentemente dal fatto che una sella dica che è per uomo o per donna, scegli l’opzione che si adatta meglio al tuo corpo. 

La larghezza di una sella è misurata da bordo a bordo attraverso la parte superiore della sella nel punto più largo e puoi trovare questa dimensione guardando nella sezione “Dati tecnici” sulle pagine dei prodotti REI.com. Ma capire la larghezza esatta da acquistare può essere un po’ complicato. Sebbene sia possibile misurare la larghezza delle ossa del sedere e utilizzare quel numero per trovare approssimativamente quale larghezza la sella funzionerà, niente batte sedersi su una sella e vedere come ci si sente. Quindi, se non sai già quale larghezza di sella desideri, ti consigliamo di fermarti al tuo negozio di biciclette locale e provarne alcuni. Se porti la tua bici, il negozio potrebbe anche farti mettere la sella sulla tua corsa e portarla a fare un giro.



There are two broad categories of bicycle saddles: high-performance saddles that have minimal cushioning and shock-absorbing saddles that tend to be soft. Performance saddles are typically long and narrow and have minimal padding to create maximum power transfer and minimal friction while pedaling. They are commonly found on road bikes, mountain bikes, and touring bikes. Shock absorbing saddles tend to be wide with soft and / or soft padding to absorb road bumps. They often have a short "nose". They are typically found on bikes designed for recreational cycling and cruising. Don't assume that thicker pillows are always better. In some cases, a cushion that is too high can cause discomfort and pressure as the body sinks into the saddle. The two most common types of cushioning are gel and foam.

  • The gel cushioning adapts to the body and offers maximum comfort. Most recreational cyclists prefer it for its superior comfort. Its disadvantage is that the gel tends to compact faster than the foam.
  • The foam cushioning offers a flexible feel that takes shape. Road cyclists prefer foam as it provides more support than gel while still offering comfort. For longer trips, cyclists over 100kg, a firmer foam is preferable as it does not compact as quickly as softer foam or gels.
  • No cushioning: some bike saddles have zero cushioning. These saddles often have leather or cotton upholstery. Although a saddle without cushioning can be uncomfortable for some riders when it's brand new, it will break with frequent use and will eventually adapt to your weight and shape. Some riders claim that the "custom fit" you can get from leather or cotton saddles makes them more comfortable despite having no cushioning. Another advantage of saddles without cushioning is that they tend to stay cooler, a definite advantage on long, hot rides. Choose this option if a cushioned saddle did not work well for you and if you are attracted to the classic look of a leather or cotton saddle. A saddle pad is an optional add-on that can be placed on any saddle for additional cushioning. While soft and comfortable, its padding isn't as restrained as an already padded saddle, so it may migrate to where you don't need it or don't want it. This isn't a problem for recreational runs, but it could be for fast runs or longer distances. If that's your riding style, a pair of padded bike shorts or underwear might be a better investment.

Many saddles are built to protect the perineum, the area between the butt bones, which crosses many nerves and arteries. These saddles reduce or eliminate the material in the center of the saddle, relieving pressure on the perineum and providing airflow and comfort during long rides. Since everyone's anatomy is different, some cyclists find great relief with a perineal cutout; others use a saddle that has a small indentation in the saddle or has no housing at all. This kind of pressure-relieving design benefits most men and women, but it's really a personal preference. Saddles are made from a variety of materials that can affect things like weight, flexibility, break-in time, weather resistance, and cost. The two main parts of a saddle to look out for are the cover and the rails.

Seat cover

  • Synthetic: most saddles are made entirely of synthetic materials, from the molded shell to the foam or gel padding and the saddle cover. They are lightweight and require little maintenance and require no break-in times, making them a popular choice for most riders.
  • Leather: some saddles replace a thin leather cover with a synthetic one but are otherwise very similar in the materials used. Other leather saddles, however, are made exclusively with a leather cover stretched and suspended between the rails of a metal frame. After a running-in period of approximately 300 km, the leather adapts to your weight and shape. The initial period of use may include some discomfort, but the end result “fits like a glove”. A disadvantage of leather is that it is not waterproof, which means that it may need to be treated with a leather conditioner occasionally. This can protect the skin from moisture and drying out through exposure to UV rays. Note: Check the manufacturer's care instructions before using a conditioner or waterproofer on a leather saddle, as some manufacturers advise against this.
  • Cotton: Some saddles have cotton as a cover material. The cotton liners are designed to stretch and move just a little while pedaling, providing excellent comfort and control while pedaling. Another advantage is that cotton requires a much shorter break-in period than leather.

Saddle rails The rails of a bike saddle are the connection points to the bike. Most saddles have two parallel rails running from the tip of the saddle to the back of the saddle. A bike seat post clips onto the rails. Differences in rail material affect things like cost, weight, strength, and flexibility.

  • Steel: steel is strong and reliable, but rather heavy, so if weight is a problem, consider other options. Most of the saddles sold by REI have steel rails.
  • Alloy: Alloys, such as chromium, are used in tracks for their strength. They tend to be lighter than steel.
  • Titanium: Titanium is very light and strong and does a good job of absorbing vibrations, but it is expensive.
  • Carbon: Like titanium, carbon has a very low weight and can be designed to absorb some vibrations, but is generally only available on very expensive saddles.

Get the right size for your bike saddle Bike saddles are available in different sizes to suit different body types. Finding a bike saddle that's the right size for your body primarily has to do with the width of the saddle and how well it supports your ischial tuberosities (butt bones). Typically, you want a saddle that's wide enough for good support, but not wide enough to cause chafing and chafing.

Note that men's and women's saddles are designed to adapt to differences in hip width and the position of the ischial tuberosity (butt bones) based on "typical" gender body types. Regardless of whether a saddle says it is for men or women, choose the option that best suits your body.

The width of a saddle is measured from edge to edge across the top of the saddle at its widest point and you can find this dimension by looking in the “Technical data” section on the REI.com product pages. But figuring out the exact width to buy can be a bit complicated. While you can measure the width of your butt bones and use that number to find approximately what width your saddle will work, nothing beats sitting down in a saddle and seeing what it feels like. So, if you don't already know what saddle width you want, we recommend that you stop by your local bike shop and try some of them out. If you bring your own bike, the shop might even have you put the saddle on your ride and take it for a ride.