Ancora oggi, in molti paesi del mondo le donne non possono andare in bicicletta. Perché? Forse perché la bici è simbolo e insieme strumento concreto di libertà e liberazione: è un mezzo poco controllabile (e quindi sottilmente eversivo), è un prolungamento del corpo (e dunque potenzialmente scandalosa), è economica (e dunque troppo democratica).
Sono tante le donne nella storia che hanno “voluto la bicicletta” per pedalare fiere per le vie del mondo. Perché la vita – come diceva Albert Einstein – «è come andare in bicicletta: se vuoi stare in equilibrio devi muoverti»; e se la vita è stare in equilibrio, se vuoi muoverti devi andare in bicicletta.
Non funziona il paragone? Non importa. Siamo qui per raccontarvi delle storie, non per spiegare la vita. Sono storie di bici e storie di donne, che spesso hanno cercato la libertà pedalando. Perché? Forse perché la bici è democratica, è poetica, è per tutti.
La bici è libertà.
Even today, in many countries of the world, women cannot ride a bicycle. Because? Perhaps because the bicycle is both a symbol and a concrete instrument of freedom and liberation: it is a means that cannot be controlled (and therefore subtly subversive), it is an extension of the body (and therefore potentially scandalous), it is economic (and therefore too democratic).
There are many women in history who have "wanted the bicycle" to ride the streets of the world. Because life - as Albert Einstein said - "is like riding a bicycle: if you want to stay in balance you have to move"; and if life is about keeping balance, if you want to move you have to ride a bicycle. Doesn't the comparison work? It does not matter. We are here to tell you stories, not to explain life.
They are stories of bikes and stories of women, who have often sought freedom by pedaling. Because? Perhaps because the bike is democratic, it is poetic, it is for everyone.
The bike is freedom.
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