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giovedì 3 ottobre 2019

Bike, bike, bike!!!

Non si tratta solo di mode: la bicicletta incontra sempre più estimatori anche per la comodità che offre il bike sharing. Dalle prime bici bianche in condivisione - sponsorizzate ad Amsterdam dal movimento anarchico Provo, alla metà degli anni Sessanta - fino all’app Movecoin (che per ogni chilometro percorso regala 10 centesimi virtuali da spendere in negozi convenzionati), nelle città si va su due ruote: esercizio ideale per allenare il fisico e per contribuire a rendere più verde il pianeta.

A Milano, per esempio, ogni giorno con le bici a noleggio pedalano 23 mila persone. Ma ci sono altre realtà virtuose che muovono i primi passi come Firenze, Torino e Catania, mentre Genova e Roma studiano bici elettriche per affrontare le strade più impervie. Il bike sharing salverà le città da smog e polveri sottili? Pare di sì. "A Milano ormai è così diffuso l’uso della bici che abbiamo in progetto di liberare il centro dal traffico privato entro il 2025/2030", dice Marco Granelli, assessore alla mobilità e all’ambiente della città meneghina. 
Nel capoluogo lombardo, il battesimo del bike sharing, BikeMi, è avvenuto nel 2010, magari prima timidamente, ma poi ha convinto larga parte della popolazione grazie anche al moltiplicarsi delle aree di parcheggio delle bici.

Il modello ispiratore è Parigi, città pioniera del fenomeno, che è diventata un riferimento per molte altre capitali del mondo. Qui, agli esordi del servizio, l’amministrazione aveva promesso una bici ogni cento abitanti, oggi conta 370 chilometri di piste ciclabili e 20.500 biciclette. Ma non solo: nella Ville Lumière ci sono quartieri importanti come Montmartre e Canal Saint-Martin che programmano fine settimana dove si può circolare solo pedalando, a piedi o sui roller. 
I motori sono banditi.



It is not just about fashions: the bicycle meets more and more admirers also for the convenience offered by bike sharing. From the first shared white bikes - sponsored in Amsterdam by the anarchist movement Provo, in the mid-sixties - up to the Movecoin app (which for every kilometer traveled gives 10 virtual cents to spend in partner shops), in the cities you go on two wheels : ideal exercise to train the body and to help make the planet greener.

In Milan, for example, 23,000 people cycle every day with rental bikes. But there are other virtuous realities that take their first steps like Florence, Turin and Catania, while Genoa and Rome study electric bikes to tackle the most inaccessible roads. Will bike sharing save cities from smog and fine dust? It seems so. "In Milan the use of bikes is so widespread that we are planning to free the center from private traffic by 2025/2030," says Marco Granelli, councilor for mobility and the environment of the city of Milan.

In the Lombard capital, the baptism of bike sharing, BikeMi, took place in 2010, perhaps before timidly, but then convinced a large part of the population thanks to the multiplication of bicycle parking areas.

The inspiring model is Paris, a pioneer city of the phenomenon, which has become a reference point for many other capitals of the world. Here, at the beginning of the service, the administration had promised a bike for every hundred inhabitants, today it has 370 kilometers of cycle paths and 20,500 bicycles. But not only: in the Ville Lumière there are important districts like Montmartre and Canal Saint-Martin that plan weekends where you can only ride by pedaling, on foot or on roller skates.


The engines are banned.

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