La mobilità urbana del nostro paese sta ormai prendendo una direzione chiara e precisa, ossia quella della sostenibilità e dell’uso di mezzi non inquinanti come bici, e-bike e monopattini elettrici. Ed ecco che ci siamo ritrovati a dover maneggiare nuove regole e nuovi termini totalmente sconosciuti prima dell’emergenza Coronavirus.
Le novità introdotte, va specificato, sono già applicabili e non necessitano di alcun regolamento attuativo.
Partiamo dal termine forse più innovativo presente nella “mini-riforma” del Codice della Strada. La casa avanzata (nella foto in alto) è una linea di arresto posta in corrispondenza di un incrocio con un semaforo. Il risultato è uno spazio esclusivamente riservato alla sosta dei ciclisti prima che scatti il verde. La linea di arresto della casa avanzata è collocata più avanti (da qui “casa avanzata”) rispetto a quella predisposta per i mezzi a motore. In questo modo, chi è in bici si potrà fermare in un punto visibile alle automobili e potrà svoltare per primo senza dover fare manovre azzardate.
La casa avanzata è creata anche (e soprattutto) per rendere più sicura la svolta a sinistra di chi è a bordo di mezzi non a motore.
Si tratta di un enorme passo in avanti a livello di sicurezza.
Le prime case avanzate italiane sono nate a Milano (in Corso Buenos Aires prima di Piazza Lima) e a Torino nel mese di maggio. Ora si stanno diffondendo a macchia d’olio.
Cos’è il doppio senso ciclabile (o senso unico eccetto bici)
L’introduzione del doppio senso ciclabile è stata trattata dai quotidiani generalisti come una sorta di via libera alla circolazione contromano delle bici: niente di più sbagliato. Il doppio senso ciclabile consente alle biciclette e ai mezzi di micromobilità elettrica di percorrere in entrambe le direzioni alcune strade a senso unico per i veicoli motorizzati. Dell’opacità legislativa attorno alla circolazione contromano delle biciclette abbiamo già parlato in questo articolo, quindi andiamo dritti al punto.
Le bici, da qualche settimana, possono andare contromano solo in queste strade: vie dei centri storici, zone 30 e alcune parti delle Ztl (solo su specifica ordinanza comunale), strade urbane ciclabili (di cui parleremo successivamente). Il doppio senso ciclabile può essere segnalato mediante segnaletica orizzontale o un pannello integrativo.
Cos’è una strada urbana ciclabile
Si tratta di strade urbane a unica carreggiata, con banchine pavimentate e marciapiedi, caratterizzate dal limite di velocità dei 30 chilometri orari. La loro particolarità risiede nel fatto che la priorità, come scritto sulla segnaletica verticale e orizzontale, è dei ciclisti.
Chi guida veicoli a motore su queste strade, infatti, deve sempre dare la precedenza ai mezzi a pedali e di micromobilità elettrica, sia quando transitano sia quando si immettono da luoghi privati. Lungo le strade urbane ciclabili è consentito andare in bici contromano. Spazi del genere sono facilmente riconoscibili dalla segnaletica orizzontale del limite dei 30 chilometri orari, pensato per garantire ai ciclisti la massima sicurezza in ogni loro movimento.
Cosa sono le corsie ciclabili (o bike lane)
Sono delle corsie riservate alle biciclette realizzate su una carreggiata stradale. A differenza delle piste ciclabili, nelle corsie ciclabili l’elemento di separazione con i veicoli è valicabile (è una linea di vernice). È un’infrastruttura leggera, poco costosa e importante per dare ai ciclisti uno spazio per circolare nelle vie in cui non è materialmente possibile costruire piste ciclabili.
Una corsia ciclabile è imparagonabile alle normali piste ciclabili che, oltre a essere più sicure, sono molto più difficili, lunghe e costose da realizzare.
Cosa significa corsie ciclabili ad uso promiscuo
Va ricordato che le bike lane sono ad uso promiscuo, nel senso che possono essere impegnate da altri veicoli solo per brevi tratti. Alle automobili o alle moto è consentito andare sopra le corsie ciclabili solo per manovre temporanee e occasionali. Ciò non significa, però, che i mezzi a motore le possano usare per il soprasso, per la sosta o per una lunga fermata.
In ogni caso, la precedenza va sempre data al ciclista, anche quando si deve valicare la corsia per parcheggiare: si aspetta che la bici passi, si controlla che la zona sia libera e si inizia la manovra.
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