Cycling & Blogging: welcome on your finish line on the Adriatic Coast!!! sei entrato nel Blog ufficiale dell'Alexander Bike Hotel di Gabicce Mare!

giovedì 31 gennaio 2019

CosmoBike

"Il CosmoBike sarà un evento che celebra l’amore per questo meraviglioso mezzo di trasporto" spiega il project manager Paolo Coin. 
La manifestazione è in programma a Verona il 16 e 17 febbraio, "e sarà il primo evento che investe il mondo del ciclismo nella sua complessità, e che punta alla sua spettacolarizzazione in ogni forma" aggiunge Coin. "È la quarta edizione, ma per noi è soprattutto la prima con questo format innovativo".

Saranno presentate le tappe venete del prossimo Giro d’Italia, che vivrà il suo gran finale proprio a Verona e saranno presenti grandi campioni com Moser, Basso e Fontana . 
Tanti forum e convegni: si parlerà di sicurezza, ma anche di tecnica ed evoluzione della bici da corsa, dalle «specialissime» degli anni Settanta ai modelli "elettrici".

Piste indoor, dove visitatori e appassionati potranno testare i prodotti, mentre una zona della fiera sarà animata dalle esibizioni, tra gli altri, del campione di bike-trial Alberto Limatore e dei Recless Bike Show.

Saranno circa 120 le aziende che presentano a CosmoBike prodotti e novità di un settore in crescita, non solo grazie alle e-bike. 
Cicloamatori e appassionati potranno trovare una grande proposta, dagli ultimi modelli di bici, alla componentistica, fino all’abbigliamento.





"The CosmoBike will celebrate the love for this wonderful vehicle" explains project manager Paolo Coin.

The event is scheduled in Verona on February 16th and 17th, "and it will be the first event that invests the world of cycling in all its complexity, and that aims at its spectacularization in every form" adds Coin. "It is the fourth edition, but for us it is above all the first with this innovative format".

The venues of the upcoming Giro d'Italia will be presented, which will live its grand finale in Verona and will host great champions such as Moser, Basso and Fontana.
Many forums and conferences: we will talk about safety, but also about the technique and evolution of the racing bike, from the "very special" of the Seventies to the "electric" models.


Indoor slopes, where visitors and enthusiasts can test the products, while an area of ​​the fair will be animated by the performances, among others, of the bike-trial champion Alberto Limatore and the Recless Bike Show.


About 120 companies will be presenting CosmoBike products and innovations from a growing sector, not only thanks to e-bikes.
Cycloamers and enthusiasts will find a great proposal, from the latest bike models, to components, to clothing.

mercoledì 30 gennaio 2019

Il barone Carl Friedrich Ludwig Christian Von Drais

Il barone Carl Friedrich Ludwig Christian Von Drais nacque a Karlsruke, in Germania, il 24 aprile 1785 e vi morì il 12 dicembre 1851.
 La meccanica fu sempre la sua più grande passione. Inventò e costruì tra l'altro un'escavatrice, una macchina da scrivere ed un riflettore. Poi volle dedicare ogni suo studio ed ogni sua attività alla creazione di un veicolo che potesse muoversi unicamente per l'energia impressagli dallo stesso guidatore. Tentò dapprima con una specie di carrozza a quattro ruote, che venne anche presentata da lui stesso nel 1815 allo storico congresso di Vienna, ma l'idea fu ben presto scartata per l'eccessiva pesantezza della macchina.

Von Drais pensò allora di usare due ruote sole. Non era un'idea del tutto nuova. Come al solito, aveva precedenti nell'antichissima Cina, dove esisteva ed esiste tuttora persino un veicolo ad una sola ruota, inoltre ancora prima della rivoluzione francese un certo monsieur de Sivrac aveva offerto all'ammirazione dell'aristocrazia di corte, nel giardino delle Tuilleries, il suo «celerifero», mentre nel 1784 il meccanico Ignaz Trexier di Graz aveva progettato e costruite una macchina simile.
Nessuno prima di Von Drais però aveva potuto realizzare un veicolo che poteva essere guidato e raggiungere anche la velocità di 16 km orari.
Si trattava, sostanzialmente di un biciclo: l'uomo si sedeva a cavalcioni su una sella rudimentale e spingeva il veicolo, fino a raggiungere la massima velocità possibile, appoggiando alternativamente a terra ora l'uno ora l'altro piede e facendovi leva. Von Drais battezzò la propria invenzione «velocipede», ma i suo contemporanei preferirono chiamarla «draissienne» dal suo nome.
Von Drais riuscì a recarsi da Echwetzingen a Mannheim cavalcando la propria macchina: molti increduli dovettero ricredersi. Ben presto l'inventore potè vendere la licenza per la fabbricazione della «draissienne» in Francia, in Inghilterra e persino in America. 

Nel 1819 le poste inglesi e francesi ne dotarono i propri portalettere. Anche le fabbriche di calzature si compiacquero della sempre crescente diffusione del velocipede, poiché chi lo usava consumava più del normale le scarpe, e ne vennero fabbricate di speciali con la suola metallica. In Inghilterra la «draissienne» si impose con la voga di una nuova e sorsero dovunque scuole nelle quali si insegnava l'uso delle «holly-horses». 

Il costruttore britannico Knight vi apportò qualche miglioramento. Il veicolo però costava ancora troppo per poter diventare popolare, mancando la possibilità di fabbricarlo in serie: 500 franchi.

Fu l'apprendista fabbro Ernest Michaux di Bar-le-Duc che per primo operò la trasformazione della «draissienne» in qualcosa di più somigliante ad una bicicletta moderna. Ciò accadde nel 1855: a Michaux fu affidato un velocipede per una riparazione alla ruota anteriore ed egli ebbe l'idea di applicare a questa un pedale, sicché il veicolo potesse muoversi traendone impulso ed il guidatore potesse stare seduto in sella come su un cavallo. La nuova macchina fu presentata nel 1867 all'esposizione mondiale e ben presto si diffuse ovunque.

Nel 1868 al Bois de Boulogne di Parigi ebbe luogo la prima corsa velocipedistica del mondo e tutti i concorrenti naturalmente sfoggiarono gli ultimi modelli della «michauline». Il via fu dato dal segretario dello scrittore Emilio Zola, Richard Lesclide e la gara fu vinta dall'inglese James Moore, che percorse 126 km. in 10 ore e 40'.
 Il governo francese programmò di impiegare la «michaulines» nel proprio esercito per il servizio di porta-ordini ma la guerra scatenata dai tedeschi nel 1870 fece tramontare per sempre il progetto.

L'industria inglese fu ben presto in grado di superare quella francese nella costruzione dei nuovi veicoli, soppiantandola e raccogliendone l'eredità. I costruttori britannici impiegarono tubi di acciaio leggero, ottenendo così macchine meno pesanti e più resistenti di quelle di ferro massiccio con ruote in legno fabbricate sino allora. 
Gradatamente e costantemente apportarono al biciclo nuovi miglioramenti, prima adottando nel 1877 — in un modello che fu battezzato «canguro» — la trasmissione a catena, poi sostituendo le ruote alte con quelle basse, applicando la moltiplica e — dopo l'invenzione di Dunlop — i pneumatici.
Anche in seguito i miglioramenti furono continui e notevoli: cuscinetti a sfere, freni, metalli leggeri fabbricazione in serie e mille altre innovazioni fecero la bicicletta quale è oggi. Certo il barone Von Drais non immaginava che la sua creatura avrebbe compiuto tanta strada ed avrebbe continuato a vivere, a prosperare anche nell'epoca delle motociclette, delle automobili ultraveloci e degli aeroplani a reazione. Né avrebbe potuto prevedere che, diventata un mezzo di competizioni sportive, intorno a lei e nel nome di Bartali, di Coppi, di Kubler o Koblet sarebbero avvampali gli incendi delle passioni popolari.




Baron Carl Friedrich Ludwig Christian Von Drais was born in Karlsruke, Germany, on 24 April 1785 and died there on 12 December 1851.
 Mechanics was always his greatest passion. He invented and built, among other things, an excavator, a typewriter and a reflector. Then he wanted to devote his every study and every activity to the creation of a vehicle that could move only for the energy impressed by the driver himself. At first he attempted with a kind of four-wheeled carriage, which he himself had also presented in 1815 to the historic congress in Vienna, but the idea was soon dismissed by the excessive weight of the car.

Von Drais thought of using two wheels alone. It was not a completely new idea. As usual, it had precedents in the ancient China, where there was still and still exists a single-wheeled vehicle, also before the French revolution a certain monsieur de Sivrac had offered admiration of the court aristocracy, in the garden of the Tuilleries , its «celerifero», while in 1784 the mechanic Ignaz Trexier of Graz had designed and built a similar machine.


No one before Von Drais, however, had been able to build a vehicle that could be driven and even reach the speed of 16 km per hour.

It was basically a bicycle: the man sat astride a rudimentary saddle and pushed the vehicle until it reached the maximum possible speed, alternately leaning on the ground now one hour and the other foot and making a lever. Von Drais called his invention "velocipede", but his contemporaries preferred to call it "draissienne" from his name.
Von Drais managed to go from Echwetzingen to Mannheim riding his car: many incredulous had to change his mind. Soon the inventor was able to sell the license to make the "draissienne" in France, England and even in America.

In 1819 the English and French post offices endowed their postmen. Footwear factories are also pleased with the ever-increasing popularity of the velocipede, since the wearer consumed shoes more than normal, and they were made of special ones with a metal sole. In England the "draissienne" was imposed with the vogue of a new and everywhere arose schools in which the use of the "wild-horses" was taught.

The British manufacturer Knight made some improvements to it. The vehicle, however, still cost too much to become popular, missing the possibility of making it in series: 500 francs.

It was the apprentice blacksmith Ernest Michaux of Bar-le-Duc who first worked on the transformation of the "draissienne" into something more like a modern bicycle. This happened in 1855: Michaux was entrusted with a velocipede for a repair to the front wheel and he had the idea to apply a pedal to this, so that the vehicle could move and get the impulse of the driver could sit in the saddle on a horse. The new machine was presented in 1867 at the world exhibition and soon spread everywhere.

In 1868 at the Bois de Boulogne in Paris took place the first velocipedistic race in the world and all the competitors naturally showed off the latest models of the «michauline». The route was given by the writer's secretary Emilio Zola, Richard Lesclide and the race was won by Englishman James Moore, who traveled 126 km. in 10 hours and 40 '.

 The French government planned to use the "michaulines" in its army for the order-carrying service, but the war unleashed by the Germans in 1870 set the project forever.
The English industry was soon able to overcome the French one in the construction of new vehicles, supplanting it and collecting its legacy. The British manufacturers used light steel tubes, thus obtaining less heavy and more resistant machines than solid iron ones with wooden wheels manufactured until then.

Gradually and constantly they brought new improvements to the bicycle, first adopting in 1877 - in a model that was called "kangaroo" - the chain transmission, then replacing the high wheels with the low ones, applying the multiply and - after the invention of Dunlop - the tires.

Even later, the improvements were continuous and noteworthy: ball bearings, brakes, light metal production in series and a thousand other innovations made the bicycle which it is today. Certainly the baron Von Drais did not imagine that his creature would have come a long way and would have continued to live, to thrive even in the era of motorcycles, ultra-fast cars and jet airplanes. Nor could he have foreseen that, having become a means of sporting competitions, around him and in the name of Bartali, Coppi, Kubler, or Koblet, the fires of popular passions would flare up.

martedì 29 gennaio 2019

La bici raccontata

Andrea Veronese,rodigino giornalista, fotografo e viaggiatore,
ha da sempre coltivato la passione per il viaggio che rappresenta per lui il perno centrale della vita, motivato dalla curiosità, dal desiderio di conoscenza e di avventura. La bicicletta è parte dei suoi numerosi viaggi e delle sue passioni. Negli ultimi dieci anni ha girato quasi tutta l‘Europa in bicicletta e non sono mancate anche esperienze in altri continenti come il Canada e il Sudest Asiatico.
Lo scorso anno, ha intrapreso uno straordinario viaggio in bicicletta in Medioriente. Pedalando il Medioriente  è il viaggio che Andrea ha descritto all'incontro La Bici Raccontata a Rovigo. 
Trasportata in aereo la sua bicicletta fino a Tel Aviv,  ha compiuto di più di 2.000 km, partendo dalla stessa Tel Aviv, attraversando  Israele e Giordania, tagliando per Gerusalemme e quel che rimane della Palestina, con due borse da viaggio, una tenda monoposto e tanta voglia di pedalare.

La Bici Raccontata è una proposta di Fiab Rovigo; intende essere un’occasione “per viaggiare da fermi” attraverso il racconto di altri o per avere indicazioni e consigli per affrontare i propri, magari consultando il programma delle attività sociali 2019. Soprattutto rappresenta, oltre che un momento per ritrovarsi, una piacevole modalità per diffondere la cultura della bicicletta: il mezzo non solo per compiere avventure, viaggi ed escursioni ma anche per l’uso quotidiano, come mezzo di spostamento per recarsi al lavoro o a scuola. Una scelta da compiere consapevolmente e che richiama alla responsabilità di ogni cittadino che, con un piccolo-grande gesto, può dare il proprio contributo per ridurre l’inquinamento, decongestionare il traffico, migliorare la salute propria e della propria città. 
Per questi motivi l’iniziativa La Bici Raccontata è aperta al pubblico e con piacere l’associazione riscontra crescente partecipazione e gradimento del pubblico composto da soci e non.
Courtesy of rovigoindiretta.it

Andrea Veronese, a journalist, photographer and traveler from Rovigo, has always cultivated the passion for the journey that represents for him the central pivot of life, motivated by curiosity, by the desire for knowledge and adventure. The bicycle is part of his many travels and his passions. In the last ten years he has toured almost all of Europe by bicycle and there have also been experiences in other continents such as Canada and Southeast Asia.
Last year, he embarked on an extraordinary cycling trip in the Middle East. Pedaling the Middle East is the journey that Andrea described at the meeting La Bici Raccontata in Rovigo.
Transported by plane his bicycle to Tel Aviv, he made more than 2,000 km, starting from Tel Aviv, crossing Israel and Jordan, cutting through Jerusalem and what remains of Palestine, with two travel bags, a single-seater tent and a great desire to ride.
The Bici Raccontata is a proposal by Fiab Rovigo; intends to be an opportunity "to travel from a standstill" through the story of others or to get directions and advice to deal with their own, perhaps consulting the program of social activities 2019. Above all it represents, as well as a moment to meet, a pleasant way to spread the culture of cycling: the means not only for adventures, travels and excursions but also for everyday use, as a means of travel to go to work or school. A choice to be made consciously and that recalls the responsibility of every citizen who, with a small-great gesture, can contribute to reducing pollution, decongesting traffic, improving one's own health and that of one's own city.
For these reasons the La Bici Raccontata initiative is open to the public and with pleasure the association finds growing participation and appreciation of the public made up of members and not.

lunedì 28 gennaio 2019

Gino Bartali. Una bici contro il fascismo

Gino Bartali non fu solo un grande sportivo ma sopratutto un grande uomo. E' ormai noto a tutti come il ciclista riuscì infatti a salvare la vita ad almeno 800 ebrei, consegnando di falsi documenti alle persone rifugiate nei conventi della Toscana e dell’Umbria. Gesto nobile ripercorso con una certosina ricostruzione storica nel libro 'Gino Bartali. Una bici contro il fascismo', scritto dal giornalista Alberto Toscano, che è stato presentato il 27 gennaio a Firenze, nella sala delle Ex Leopoldine in Piazza Tasso. 

“Mio padre è stato un eroe silenzioso. La cosa che sapeva fare meglio – ha ricordato Luigi Bartali – era pedalare. Con questa scusa ha fatto circa 45 gite fino ad Assisi e dintorni per prendere questi documenti falsificati che salvarono tante vite. Lui diceva di non sapere niente perché, così diceva: “Se mi dovessero fermare non devo dire bugie”.

Il libro inizia proponendo una rilettura dell’Italia contadina, che nella bicicletta aveva il suo fondamentale mezzo di locomozione. Per molti figli di quell’Italia contadina, come Bartali e Coppi, la bicicletta è una passione e poi un lavoro. Diventa l’ascensore sociale, che consente di farsi strada con successo nella vita. 

La vita e la personalità di Gino Bartali vengono descritte nel libro grazie a una serie di testimonianze in parte inedite, tra cui quelle dei due figli viventi di Gino e della nipote Gioia, figlia del primogenito Andrea.



Gino Bartali was not only a great sportsman but above all a great man. It is now known to all that the cyclist was able to save the lives of at least 800 Jews, delivering false documents to refugees in the convents of Tuscany and Umbria. Noble gesture retraced with a painstaking historical reconstruction in the book 'Gino Bartali. A bike against fascism ', written by the journalist Alberto Toscano, which was presented on January 27 in Florence, in the Sala delle Ex Leopoldine in Piazza Tasso.


"My father was a silent hero. The thing he could do better - Luigi Bartali recalled - was pedaling. With this excuse he made about 45 trips to Assisi and surroundings to take these falsified documents that saved so many lives. He said he did not know anything because, so he said: "If they stop me I do not have to lie."

The book begins by proposing a rereading of peasant Italy, which in the bicycle had its fundamental means of locomotion. For many children of that peasant Italy, like Bartali and Coppi, cycling is a passion and then a job. Become the social elevator, which allows you to make your way successfully in life.

The life and personality of Gino Bartali are described in the book thanks to a series of partly unpublished testimonies, including those of the two living sons of Gino and his nephew Gioia, daughter of the first-born Andrea.

venerdì 25 gennaio 2019

Pedalare anche in inverno

Quando le giornate si accorciano e le temperature si abbassano è più difficile uscire in bicicletta.

Ecco alcuni buoni motivi che possono aiutarci a pedalare con costanza anche in inverno:


  •  SMALTISCI IL PESO DELLE FESTE!
    Conservando la routine “del pedale”, puoi alleviare lo stress, smaltire il peso degli stravizi delle feste rimanendo in contatto con il tuo corpo.
  • RISPARMIA!
    Una stima afferma che usare i mezzi pubblici da Novembre ad Aprile costerebbe circa 550 €, l’equivalente di una bella vacanza …o una nuova bicicletta per la stagione successiva!
  • AIUTA IL NOSTRO PAESE!
    Secondo uno studio pubblicato dall´ONU, se le maggiori città europee investissero  nel “trasporto sano”, oltre 75 mila persone potrebbero trovare lavoro.
    Se Roma adottasse lo stesso modello di bike sharing di Copenaghen (città leader in Europa con il 26% del trasporto in città su due ruote) potrebbero crearsi oltre 3 mila nuovi posti di lavoro e si potrebbero salvare quasi 200 vite in un anno.

Ti abbiamo convinto?
E poi ricorda ... chi va in bici ha più amici!




When days get shorter and the temperatures drop, it is more difficult to get out on a bike.

Here are some good reasons that can help us to ride constantly even in winter:

  • LOST THE HOLIDAYS WEIGHT!
    By keeping the "pedal" routine, you can relieve stress, dispose of the weight of party sprees and stay in touch with your body.
  • SAVE!
    Using public transport from November to April would cost around € 550, the equivalent of a nice holiday ... or a new bike for the next season!
  • HELP OUR COUNTRY!
    According to a study published by the UN, if the major European cities invested in "healthy transport", over 75 thousand people could find work.
    If Rome would adopt the same model of bike sharing in Copenhagen (Europe's leading city with 26% of the city transport on two wheels) could create more than 3 thousand new jobs and could save almost 200 lives in a year.

Did we convince you?
And then remember ... those who ride bikes have more friends!

giovedì 24 gennaio 2019

NuBike

Una bicicletta priva di catena che si snoda attorno al telaio in fibra di carbonio e una combinazione tra ruote, freni, manubri, sella e altre componenti a scelta del ciclista ideata da Rodger Parker, ex videomaker statunitense.

Il sistema elimina la pedalata tradizionale perché per muoversi è sufficiente spingere su e giù i pedali. Una modalità che secondo il designer assicura due rilevanti vantaggi: 

  • si va più veloce con uno sforzo minore e la pedalata consente di stressare meno ginocchia, fianchi e caviglie. 
  • La facilità di montaggio della bici si riflette, invece, nella semplicità di rimuovere la ruota posteriore e, nel caso, riporre i pezzi della bici nell’auto o metterla al sicuro.

Ad oggi il prototipo pesa circa 10 chili ma Mr. Parker è convinto di scendere a 8 con alcune migliorie in fase di sviluppo.


Per riuscirci e per lanciare il progetto ha aperto una raccolta fondi su Kickstarter: sono disponibili 50 telai e per averne uno, insieme al kit di componenti a scelta si deve sborsare 3600 dollari.






A chainless bike that winds around the carbon fiber frame and a combination of wheels, brakes, handlebars, saddle and other components chosen by the cyclist designed by Rodger Parker, ex US videomaker.

The system eliminates the traditional pedaling because to move it is sufficient to push the pedals up and down. A mode that according to the designer ensures two important advantages:

  • you go faster with less effort and pedaling allows you to stress less knees, hips and ankles.
  • The ease of assembly of the bike is reflected, however, in the simplicity of removing the rear wheel and, in case, put the bike parts in the car or put it in safety.


To date, the prototype weighs about 10 kilos but Mr. Parker is convinced to go down to 8 with some improvements in development.

THE WORLD WILL LOVE NUBIKE !!!











mercoledì 23 gennaio 2019

Bike & Yoga: un connubio perfetto!

All’hotel Alexander di Gabicce Mare potrai vivere un’esperienza unica!
In sella alla tua bici ti porteremo alla scoperta di borghi e castelli del Montefeltro e al tuo ritorno potrai rilassarti con una lezione di yoga pensata appositamente dal nostro insegnante qualificato.
Le lezioni di yoga sono aperte anche agli accompagnatori non ciclisti.
FORMULA SUPERIOR ALL INCLUSIVE
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  • N° 5 uscite con le nostre guide esperte
  • N° 5 lezioni di yoga con il nostro insegnante qualificato
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Vieni a vivere le tue passioni con noi!




Bike & Yoga: a perfect combination!

At the Hotel Alexander in Gabicce Mare you can live a unique experience!

On your bike you will discover the villages and castles of Montefeltro.  Then on your return, relax with a yoga class specifically designed by our qualified teacher.
The yoga classes are also open to non-cyclists.

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·         Mineral water and local wine at lunch and dinner.
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Come and share your passions with us!

martedì 22 gennaio 2019

La bicicletta gialla

«La bicicletta gialla è un’idea di felicità raggiungibile." 

La presentazione della fiaba in ottava rima illustrata “La bicicletta gialla” (Topipittori, 2018) si è svolta sabato 19, al Museo della Grafica, a Palazzo Lanfranchi, attraverso una conversazione con gli autori Matteo Pelliti e Riccardo Guasco.

«Nel gennaio del 2016 - ricorda Pelliti - inviai all’editore milanese Topipittori l’idea di una piccola favola intorno ad una bicicletta. Di biciclette parlava il mio primo libro di poesie, Versi Ciclabili, del 2007, e in quella raccolta di poesie dedicate alla bicicletta si trovava un testo, “Ricordo infantile”, in cui raccontavo la delusione di una bicicletta-rottame ricevuta in dono da bambino. Da qui è nata l’idea di questa storia, che lega insieme un padre, un figlio e una bicicletta gialla».

Pelliti non aveva mai scritto un testo per un libro illustrato e dedicato esplicitamente ai bambini, ma era certo che avrebbe voluto Riccardo Guasco come illustratore, un artista che si è affermato a livello internazionale anche grazie alla sua originalità nel trattare il mondo della bicicletta e del ciclismo.
Conosceva i suoi lavori da tempo e con lui condivideva non solo l’amore per la bicicletta, ma anche precisi riferimenti estetici, come il gusto per l’arte del primo Novecento.

Il protagonista della fiaba è un bambino di nome Giovannino. Ha la passione del ciclismo e vuole una bicicletta. Gialla. Nuova fiammante. Il papà, cercando di esaudire il suo desiderio, trova un vecchio telaio e si mette all’opera. Ma per Giovannino tutto ciò che è vecchio è brutto.
E allora, disperazione! Finché dal garage del papà esce un mezzo straordinario.

“Non si tratta più di un giocattolo – afferma Pelliti – è il vero desiderio che si realizza ed è importante perché per la prima volta diventi autonomo e devi imparare a stare in equilibrio, la bicicletta prende vita per il suo rapporto antropometrico con il corpo umano, è nata per adattarsi ad esso, è animata, proprio come intende e recita la mia poetica”.

La bicicletta e il bambino. Il rapporto tra l’oggetto, non uno qualsiasi, e l’essere umano, che è soggetto. Qual è l’attore? Forse entrambi. Sì, incastro divino, meccanismo perfetto, mediazione, interazione, meta-comunicazione. E per finire: completezza.
Questa è una fiaba. Ed è il frutto di un connubio di idee. Una fiaba che racconta una storia. Una storia che narra le vicende di un viaggio. Un viaggio che ha “il profumo della vita”, dove “prima di ogni discesa è una salita”.



"The yellow bicycle is an idea of ​​attainable happiness."

The presentation of the fairy tale in the eighth rhyme illustrated "The Yellow Bicycle" (Topipittori, 2018) took place on Saturday 19, at the Museo della Grafica, at Palazzo Lanfranchi, through a conversation with the authors Matteo Pelliti and Riccardo Guasco.
«In January 2016 - Pelliti recalls - I sent Topipittori to the Milanese publisher the idea of ​​a little fairy tale around a bicycle. My first book of poetry, Versi Ciclabili, of 2007, spoke of bicycles, and in that collection of poems dedicated to the bicycle there was a text, "Childish Memory", in which I told the disappointment of a bicycle-scrap received as a gift from a child . Hence the idea of ​​this story, which links a father, a son and a yellow bicycle together ».

Pelliti had never written a text for an illustrated book dedicated explicitly to children, but it was certain that he wanted Riccardo Guasco as an illustrator, an artist who has established himself internationally thanks to his originality in dealing with the world of bicycle and cycling.
He knew his work for some time and with him he shared not only his love for cycling, but also precise aesthetic references, such as the taste for art of the early twentieth century.
The protagonist of the fairy tale is a child named Giovannino. He has a passion for cycling and wants a bicycle. Yellow. New flaming. The father, trying to fulfill his wish, finds an old loom and gets to work. But for Giovannino, everything that is old is ugly.
And then, despair! As long as an extraordinary vehicle comes out of his father's garage.
"It is no longer a toy - says Pelliti - is the real desire that is realized and it is important because for the first time become autonomous and you must learn to stay in balance, the bicycle comes to life for its anthropometric relationship with the human body , was born to adapt to it, it is animated, just as my poetry intends and recites ".

The bicycle and the child. The relationship between the object, not any one, and the human being, which is subject. What is the actor? Maybe both. Yes, divine interlocking, perfect mechanism, mediation, interaction, meta-communication. And finally: completeness.
This is a fairy tale. And it is the result of a union of ideas. A fairy tale that tells a story. A story that tells the story of a journey. A journey that has "the scent of life", where "before every descent is a climb".

lunedì 21 gennaio 2019

Il giro del mondo in bici per una campagna sull'ambiente

Ad accompagnare Martin Hutchinson, 56 anni originario di Manchester,  nella sua avventura il cane Starsky, trovato da cucciolo abbandonato in un canale in Portogallo.

Insieme, su una sorta di bicicletta, una Recumbent Trcycle, girano il mondo inseparabili, con tanto di bandiera del Regno Unito e la scritta Starsky & Hutch. Ad ogni fermata Martin porta avanti il suo obiettivo di mostrare agli studenti delle scuole i rifiuti che l'essere umano getta sul pianeta e per fargli rendere conto di quando è importante salvaguardare il nostro pianeta.

Il suo obiettivo di arrivare a Roma. La sua esperienza è stata forgiata in giro per il Sud America, dove ha filmato alcuni camion che scaricavano rifiuti nel Rio delle amazzoni, e in Europa.
Ha avuto bisogno di 38 paia di scarpe per realizzare il suo percorso che gli ha permesso di conoscere 21 paesi.

 Il suo lavoro non è solo l'avventura, ha anche un canale Youtube in cui carica tutti i video che gira.  Nella sua avventura si è fermato in più di 600 tra università e scuole. Sa che in Italia è difficile entrare in un aula per cercare di sensibilizzare i bambini, ma la sua lotta non si fermerà. 


«Spero di continuare a pedalare fino al 2030, il mio obiettivo è arrivare in Australia».




To accompany Martin Hutchinson, 56 years old from Manchester, in his adventure the dog Starsky, found as a puppy abandoned in a canal in Portugal.

Together, on a sort of bicycle, a Recumbent Trcycle, the inseparable world revolves, complete with a flag of the United Kingdom and the words Starsky & Hutch. At every stop, Martin continues his goal of showing school students the waste that human beings throw on the planet and to make them aware of when it is important to protect our planet.

His goal of arriving in Rome. His experience was forged around South America, where he filmed some trucks that dumped waste in the Amazon River, and in Europe.
He needed 38 pairs of shoes to make his journey that allowed him to get to know 21 countries.

 His work is not just about adventure, he also has a Youtube channel in which he uploads all the videos he spins. In his adventure he stopped in more than 600 universities and schools. He knows that in Italy it is difficult to enter a classroom to try to sensitize children, but his fight will not stop.

«I hope to continue cycling until 2030, my goal is to arrive in Australia».

sabato 19 gennaio 2019

La bici PEUGEOT eF01

La bicicletta pieghevole ad assistenza elettrica PEUGEOT eF01 è stata premiata dall' Istituto Francese del design per il  concetto di “mobilità dell’ultimo chilometro” della bici, la semplicità e la velocità con cui si ripiega, unitamente al suo rapporto qualità/prezzo, hanno convinto la giuria.

 I designer del PEUGEOT Design Lab hanno ideato e realizzato una bici compatta e che si ripiega facilmente per facilitarne l’uso multimodale.

È il secondo premio ottenuto dalla bici pieghevole PEUGEOT ad assistenza elettrica eF01 dalla sua commercializzazione, avvenuta poco più di un anno fa. La giuria ha premiato il concetto di mobilità dell’ultimo chilometro espresso dalla realizzazione della Casa del Leone. 

La bici permette all’utente di percorrere gli ultimi chilometri del suo tragitto dopo avere parcheggiato il suo veicolo, magari a ridosso del centro urbano. La bici può essere ricaricata nel bagagliaio dell’auto quando il mezzo è in marcia oppure collegandola ad una presa di corrente classica. La sua autonomia raggiunge i 30 chilometri e la velocità massima i 20 km/h.
 I freni a disco garantiscono la necessaria sicurezza. 

Il suo prezzo è stato fissato in 1.999 € IVA inclusa.


Courtesy of affariitalaiani.it


The PEUGEOT eF01 folding electric assistance bicycle has been awarded by the French design institute for the concept of "mobility of the last kilometer" of the bike, the simplicity and speed with which it folds, together with its quality / price ratio, have convinced the jury.

 The designers of PEUGEOT Design Lab have designed and built a compact bike that folds easily to facilitate multi-modal use.

It is the second prize obtained from the PEUGEOT folding bike to electrical assistance eF01 from its commercialization, which took place just over a year ago. The jury has rewarded the concept of mobility of the last kilometer expressed by the realization of the Casa del Leone.


The bike allows the user to travel the last kilometers of his journey after having parked his vehicle, perhaps close to the city center. The bike can be recharged in the trunk of the car when the vehicle is running or connecting it to a classic power outlet. Its autonomy reaches 30 kilometers and the maximum speed is 20 km / h.

 Disc brakes guarantee the necessary safety.

venerdì 18 gennaio 2019

Svizzera: più sicurezza per chi si muove in bicicletta

In bicicletta un incidente su dieci avviene quando un ciclista viene sorpassato da un autoveicolo.
È necessario considerare che chi pedala non ha una carrozzeria di protezione ed è dunque molto vulnerabile, specialmente se si pensa ai bambini e agli anziani. Bisogna inoltre osservare che l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto quotidiano e come attività sportiva e turistica è sempre più in voga.


La mobilità ciclabile sta sempre più diventando una vera e propria alternativa intelligente sia al trasporto privato che a quello pubblico, in modo speciale negli agglomerati.
In Svizzera non esiste nessuna regolamentazione precisa riguardo al superamento laterale di chi circola in bicicletta.
Attraverso una mozione Roberto Cattaneo, consigliere nazionale, ha chiesto al Consiglio federale di determinare per legge la distanza di sorpasso dei velocipedi depositando la seguente mozione:

https://www.parlament.ch/it/ratsbetrieb/suche-curia-vista/geschaeft?AffairId=20184409

Un regolamento differenziato, che tenga conto delle caratteristiche del tratto stradale in questione.


Il problema non esiste solo in Svizzera. Più di 13 paesi, tra cui Germania, Paesi Bassi, Belgio e Francia hanno già introdotto norme simili.
In un periodo in cui la mobilità ciclabile è sempre più apprezzata, la sicurezza sulle strade è fondamentale.


Durante il superamento ci vuole quindi molta prudenza da parte degli autoveicoli.
Una norma anche in Svizzera servirebbe soprattutto a sensibilizzare e quindi a ridurre il rischio di inutili e gravi incidenti.

By bicycle, one in ten accidents occurs when a rider is overtaken by a motor vehicle.
It is necessary to consider that those who pedal do not have a protective body and are therefore very vulnerable, especially if one thinks of children and the elderly.


It should also be noted that the use of the bicycle as a means of daily transport and as a sporting and tourist activity is increasingly in vogue.
Cycle mobility is increasingly becoming a real smart alternative to both private and public transport, especially in the agglomerations.

There is no precise regulation in Switzerland regarding the lateral overtaking of cyclists.
Through a motion, Roberto Cattaneo, national councilor, asked the Federal Council to determine by law the overtaking distance of the velocipedes by filing the following motion:

https://www.parlament.ch/it/ratsbetrieb/suche-curia-vista/geschaeft?AffairId=20184409


A different regulation, taking into account the characteristics of the road section in question.
The problem does not exist only in Switzerland. More than 13 countries, including Germany, the Netherlands, Belgium and France have already introduced similar rules.

At a time when bike mobility is increasingly appreciated, road safety is essential.

Therefore, when overcoming it takes a lot of caution on the part of the vehicles.
A rule also in Switzerland would above all help to sensitize and therefore reduce the risk of unnecessary and serious accidents.

giovedì 17 gennaio 2019

Ciclo Registro

Il furto di bicicletta è un fenomeno decisamente antipatico, che in Italia interessa 320.000 sfortunati proprietari ogni anno.

Per questo Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) ha lanciato il Ciclo Registro, un portale web gratuito per la registrazione dei telai on line, la tracciabilità e l'aggregazione di tutte le realtà web esistenti per tutelare il settore e i consumatori. 

La proposta, giunta dopo la due giorni di BiciAcademy - l’evento formativo dedicato ai negozianti delle settore ciclo organizzato dall’associazione al Palacongressi di Rimini - punta a contrastare una volta per tutte la piaga dei furti di biciclette.
Accedendo al portale web Ciclo Registro sarà possibile registrare il numero di telaio delle biciclette vendute e produrre un "certificato digitale di proprietà" gratuitamente.

L'obiettivo dell'iniziativa di Confindustria ANCMA - promossa anche in Parlamento nell’ambito della riforma del Codice della Strada - è quello di costruire un database del parco circolante a livello nazionale, aggregando in un'unica piattaforma tutte le migliori esperienze on line già esistenti.

Il portale - istituzionale e gratuito - permetterà di migliorare le modalità con cui contrastare il problema dei furti, aiutando per esempio le Forze dell'Ordine a individuare immediatamente se una bicicletta risulti rubata e chi sia il suo legittimo proprietario. Senza dimenticare le nuove prospettive per quanto riguarda l'introduzione di prodotti e coperture assicurative specifiche per i ciclisti.

Con il Ciclo Registro si intende tutelare i proprietari e i consumatori, ma anche i protagonisti del settore ciclo italiano (negozianti e industria), primo in Europa e protagonista di recente di alcune iniziative per promuoverne l'uso e contribuirà inoltre a riequilibrare il mercato dell'usato, alterato da fenomeni di ricettazione proprio a causa dei furti.



Bicycle theft is a decidedly unpleasant phenomenon, which in Italy affects 320,000 unfortunate owners every year.

For this reason, Confindustria ANCMA (National Association of Motorcycle Accessories Cycle) has launched the Registry Cycle, a free web portal for the registration of online frames, traceability and aggregation of all existing web realities to protect the sector and consumers.
The proposal, which came after the two days of BiciAcademy - the training event dedicated to shopkeepers of the cycle sector organized by the association at the Palacongressi of Rimini - aims to fight once and for all the scourge of bicycle thefts.

By accessing the web portal Register Cycle you can register the chassis number of the bikes sold and produce a "digital certificate of ownership" for free.
The objective of the Confindustria ANCMA initiative - promoted also in Parliament in the context of the reform of the Highway Code - is to build a database of the national park, by aggregating all the best online experiences into a single platform. existing.

The portal - institutional and free - will improve the ways in which to counter the problem of theft, for example by helping the police to identify immediately if a bicycle is stolen and who is its rightful owner. Without forgetting the new perspectives regarding the introduction of products and specific insurance coverage for cyclists.

With the Registry Cycle it intends to protect the owners and consumers, but also the protagonists of the Italian cycle sector (retailers and industry), first in Europe and recently protagonist of some initiatives to promote their use and will also contribute to rebalancing the market of used, altered by stolen phenomena precisely because of theft. 


mercoledì 16 gennaio 2019

SPECIALE MTB 2019!!!


...  OFF ROAD 

Aprile /maggio  e settembre 2019
(min 6 persone)

L’entroterra marchigiano riserva tante sorprese: i castelli, i borghi, la colline a ridosso del mare sono ricche di saliscendi avvincenti ed emozionanti .
Trascorreremo una giornata fantastica, alla Corte delle Miniera, immersi nella natura incontaminata del Montefeltro e pedaleremo sui ciottoli del centro storico di Urbino (bene dell’Unesco).


Offerta  

  • 7 notti ( 8 giorni) in super mezza pensione (ricca colazione, pranzo a buffet e cena à la carte) in camera doppia dotata di tutti i comfort e balcone vista mare
  • Cocktail di benvenuto e presentazione dei tour
  • Consegna della Bike T-shirt
  • Vino locale e acqua minerale ai pasti
  • 5 tour in MTB con la nostra guida1 pranzo tipico alla Corte della Miniera
  • Piscina, ampio idromassaggio riscaldato e sauna a disposizione
  • Tutti i servizi bike superior
Prezzo all inclusive: € 660,00 a persona
Supplemento singola € 105,00

Sconto 10% per prenotazioni entro il 28. 02. .2019!


… OFF ROAD ADVENTURE!!!
April/May/ September 2019
(min. 6 people)

The Marche hinterland offers incredible, unexpected surprises with its ancient castles, old medieval villages and the gentle hills close to the sea, full of exciting and thrilling up and downs.

We will spend a fantastic day at the Corte della Miniera, plunged in the untouched nature of Montefeltro and pedaling on the pebble stones of Urbino’s historic centre (Unesco world heritage).

 Offer 
  • 7 nights ( 8 days) in Super half board (hearty breakfast, buffet lunch and dinner à la carte) in double room with all comfort and sea view balcony
  • Welcome drink and presentation of the bike tours 
  • Delivery of the Bike T-shirt
  • Local wine and mineral water at meals
  • 5 bike tours in MTB with our expert guide 
  • 1 typical lunch at Corte della Miniera
  • Swimmingpool, wide heated jacuzzi and sauna 
  • All “bike superior” services;
All inclusive price : € 660,00 per person
Single room supplement: € 105,00

10% discount for reservation within 28. 02. 2019!