Cycling & Blogging: welcome on your finish line on the Adriatic Coast!!!
sei entrato nel Blog ufficiale dell'Alexander Bike Hotel di Gabicce Mare!
giovedì 31 ottobre 2019
mercoledì 30 ottobre 2019
Dieci bici. La bicicletta nell'era delle smart city
L'Italia è il paese con più auto private al mondo, ma ce la possiamo fare.
Siamo solo condizionati da una motorizzazione di massa senza eguali.
Dieci bici racconta, e non solo agli italiani, le dieci biciclette che salveranno il mondo.
Una bici con il manubrio curvo verso il basso è sempre una bici da corsa? Com'è nata la mountain bike? Quali sono i legami della Bmx con il cinema? Cosa vuol dire scatto fisso? Che bici posso comprare? Con statistiche ufficiali, aneddoti personali, richiami storici, molto sarcasmo, un filo di antropologia e tanta interdisciplinarità, ecco spiegato in che modo la bicicletta sia una soluzione molto semplice ai complessi problemi causati da un uso indiscriminato dei mezzi a motore perché, se qualcosa salverà il mondo, si può essere certi che una bicicletta in mezzo ci si troverà.
Italy is the country with the most private cars in the world, but we can do it.
We are only conditioned by an unparalleled mass motorization.
Ten bikes tell, and not only to Italians, the ten bicycles that will save the world.
Is a bike with a curved handlebar downwards always a racing bike? How was the mountain bike born? What are the links of the BMX with the cinema? What does fixed gear mean? What bike can I buy? With official statistics, personal anecdotes, historical references, much sarcasm, a thread of anthropology and a lot of interdisciplinarity, this explains how the bicycle is a very simple solution to the complex problems caused by the indiscriminate use of motor vehicles because, if something will save the world, you can be sure that a bicycle in between will be found.
Siamo solo condizionati da una motorizzazione di massa senza eguali.
Dieci bici racconta, e non solo agli italiani, le dieci biciclette che salveranno il mondo.
Una bici con il manubrio curvo verso il basso è sempre una bici da corsa? Com'è nata la mountain bike? Quali sono i legami della Bmx con il cinema? Cosa vuol dire scatto fisso? Che bici posso comprare? Con statistiche ufficiali, aneddoti personali, richiami storici, molto sarcasmo, un filo di antropologia e tanta interdisciplinarità, ecco spiegato in che modo la bicicletta sia una soluzione molto semplice ai complessi problemi causati da un uso indiscriminato dei mezzi a motore perché, se qualcosa salverà il mondo, si può essere certi che una bicicletta in mezzo ci si troverà.
We are only conditioned by an unparalleled mass motorization.
Ten bikes tell, and not only to Italians, the ten bicycles that will save the world.
Is a bike with a curved handlebar downwards always a racing bike? How was the mountain bike born? What are the links of the BMX with the cinema? What does fixed gear mean? What bike can I buy? With official statistics, personal anecdotes, historical references, much sarcasm, a thread of anthropology and a lot of interdisciplinarity, this explains how the bicycle is a very simple solution to the complex problems caused by the indiscriminate use of motor vehicles because, if something will save the world, you can be sure that a bicycle in between will be found.
martedì 29 ottobre 2019
Incidente con bicicletta: quali conseguenze
Esistono tre tipi di responsabilità per chi guida una bici, responsabilità che possono concorrere nello stesso momento.
C’è, innanzitutto, la responsabilità amministrativa. Gran parte delle norme del Codice della strada si applicano anche ai ciclisti, sicché questi ultimi devono rispettare le regole di prudenza, la precedenza e il divieto di superare i limiti di velocità o di circolare in stato di ebbrezza. In caso contrario, scattando le comuni “multe” stradali.
Da un punto di vista civilistico, invece, esiste una norma generale contenuta nel nostro Codice civile in forza della quale chiunque procuri un danno ad altri – anche se involontariamente – è tenuto a risarcirlo e, a tal fine, risponde delle conseguenze con tutto il proprio patrimonio. Ciò implica l’obbligo per il ciclista che investe un pedone o un altro ciclista di pagare i danni arrecati al terzo; se non lo fa, può subire una causa civile, una condanna e il successivo pignoramento dei beni.
Sotto un profilo penale, infine, si risponde del reato di lesioni colpose (lievi, gravi e gravissime). Anche in questo caso, non importa se il danno è stato causato senza alcuna intenzione. Tuttavia, il reato scatta non per qualsiasi tipo di lesione (ad esempio una sbucciatura del ginocchio) ma solo per quelle ferite che comportano una imitazione funzionale o un significativo processo patologico ovvero una compromissione delle funzioni dell’organismo, anche non definitiva, ma comunque significativa . In buona sostanza, anche il reato di lesioni lievi non scatta per qualsiasi tipo di ferita ma solo per quelle più consistenti. In questo, ha fondamentale importanza il certificato medico rilasciato al pronto soccorso e i giorni di prognosi in esso riportati.
There are three types of responsibilities for those who ride a bike, responsibilities that can compete at the same time.
First of all, there is administrative responsibility. Most of the rules of the Highway Code also apply to cyclists, so the latter must comply with the rules of prudence, precedence and the prohibition of exceeding speed limits or driving while intoxicated. Otherwise, taking the common road fines.
From a civil law point of view, on the other hand, there is a general rule contained in our Civil Code by virtue of which anyone causes damage to others - even if unintentionally - is required to compensate him and, to this end, is responsible for the consequences with all his own heritage. This implies the obligation for the cyclist who invests a pedestrian or another cyclist to pay the damages caused to the third party; if it does not do so, it may be subjected to a civil lawsuit, a conviction and the subsequent attachment of assets.
Finally, from a criminal point of view, we are responsible for the crime of negligent injuries (slight, serious and very serious). Again, it does not matter if the damage was caused without any intention. However, the crime is triggered not by any type of injury (for example a knee peeling) but only for those wounds that involve a functional imitation or a significant pathological process or an impairment of the organism's functions, even if not definitive, but still significant . Basically, even the crime of minor injuries does not occur for any type of injury but only for the most consistent ones. In this, the medical certificate issued to the emergency room and the prognosis days reported in it are of fundamental importance.
lunedì 28 ottobre 2019
BiCiclope
Arriva da Bologna BiCiclope, il primo “antifurto social” per le biciclette ideato da Francesco Girelli e Stefano Rosanelli. Insieme hanno fondato la startup Telamone S.r.l., che proprio per il progetto BiCiclope si è aggiudicata nel 2017 il Bando a sostegno delle Start up innovative della Regione Emilia Romagna.
Attraverso una rete di sensori, app per smartphone e la fondamentale collaborazione fra persone, BiCiclope promette di contrastare il problema dei furti. E' composto da un sensore installabile su qualunque bicicletta, nascosto, che sfrutta la tecnologia Bluetooth Low Energy. Dopo l’acquisto e installazione del sensore, l’utente può registrarlo e attivarlo tramite l’app, scaricabile gratuitamente dagli store iOS e Android, associandolo alla propria bicicletta, della quale potrà caricare anche l’immagine-profilo.
Attraverso una rete di sensori, app per smartphone e la fondamentale collaborazione fra persone, BiCiclope promette di contrastare il problema dei furti. E' composto da un sensore installabile su qualunque bicicletta, nascosto, che sfrutta la tecnologia Bluetooth Low Energy. Dopo l’acquisto e installazione del sensore, l’utente può registrarlo e attivarlo tramite l’app, scaricabile gratuitamente dagli store iOS e Android, associandolo alla propria bicicletta, della quale potrà caricare anche l’immagine-profilo.
In caso di furto o smarrimento della bici, l’utente farà una segnalazione tramite l’app al servizio in cloud: a partire dalla segnalazione si attiva il sistema di tracciabilità della bicicletta rubata, mentre i dispositivi di altri utenti dell’app rileveranno e comunicheranno automaticamente alla persona derubata la presenza della bicicletta. Non è necessaria dunque alcuna azione, poiché è l’app stessa a inviare queste informazioni in background: ciò non toglie che gli utenti abbiano anche la possibilità di contattare attivamente la persona derubata per aiutarla nel recuperare la bicicletta. Ecco perché la creazione di una rete di utenti è elemento fondamentale per il successo del sistema: l’app è scaricabile da chiunque, anche non in possesso del dispositivo fisico BiCiclope, voglia entrare a far parte del social network antifurto, mettendo a disposizione il proprio dispositivo per creare una rete di controllo ed aiuto sul proprio territorio di prossimità.
The first "social burglar alarm" for bicycles created by Francesco Girelli and Stefano Rosanelli arrives from Bologna. Together they have founded the startup Telamone Srl, which for the BiCiclope project was awarded in 2017 the Call to support the innovative Start-ups of the Emilia Romagna Region.
Through a network of sensors, apps for smartphones and the fundamental collaboration between people, BiCiclope promises to counter the problem of theft. It is composed of a sensor that can be installed on any bicycle, hidden, which uses Bluetooth Low Energy technology. After the sensor has been purchased and installed, the user can register and activate it via the app, which can be downloaded for free from the iOS and Android stores, associating it with his own bicycle, from which he can also upload the profile image.
In the event of theft or loss of the bike, the user will make a report via the app to the service in the cloud: starting from the alert the traceability system of the stolen bicycle is activated, while the devices of other app users will detect and communicate automatically the presence of the bicycle to the person being robbed. Therefore no action is necessary, since the app itself sends this information in the background: this does not mean that users also have the possibility to actively contact the person being robbed to help them recover the bicycle. This is why the creation of a network of users is a fundamental element for the success of the system: the app can be downloaded by anyone, even not in possession of the physical device BiCiclope, who wants to become part of the anti-theft social network, making available its own device to create a control and help network on your local area.
domenica 27 ottobre 2019
sabato 26 ottobre 2019
venerdì 25 ottobre 2019
Uvex
Cosa ne pensate dei 3 nuovi modelli di casco ideati da Uvex per i ciclisti urbani?
Uvex final light: per farsi vedere di notte
Questo casco è dotato di sistemi di illuminazione intelligenti. Una sezione posteriore profonda e una migliore copertura per la parte posteriore della testa garantiscono anche una maggiore visibilità e sicurezza nel traffico stradale. La particolarità di questo modello è che l’illuminazione è quasi invisibile durante il giorno, e può essere attivata in qualsiasi momento premendo un pulsante che accende le quattro strisce LED integrate – blu nella parte anteriore e rosse nella parte posteriore – in tre diverse modalità. La batteria ricaricabile con collegamento micro USB dura da sei a 12 ore.
What do you think about the 3 new helmet models designed by Uvex for urban cyclists?
Uvex final light: to be seen at night
This helmet is equipped with intelligent lighting systems. A deep rear section and better coverage for the back of the head also ensure greater visibility and safety in road traffic. The peculiarity of this model is that the lighting is almost invisible during the day, and can be activated at any time by pressing a button that turns on the four integrated LED strips - blue on the front and red on the back - in three different modes. The rechargeable battery with micro USB connection lasts from six to 12 hours.
Uvex hlmt 5 bike pro chrome: un occhio al look
Il modello Uvex Hlmt 5 bike pro chrome è realizzato in edizione limitata di 500 esemplari. Grazie all’elegante finitura cromata con effetto specchio, trasforma il classico modello Uvex in un eccezionale richiamo visivo su ogni pista ciclabile. Questo casco rigido, sicuro e particolarmente resistente agli urti, è dotato di dieci prese d’aria. Una costruzione eccezionale mantiene la testa fresca e allo stesso tempo perfettamente protetta.
Uvex hlmt 5 bike pro chrome: a touch of glamour
The Uvex Hlmt 5 bike pro chrome model is made in a limited edition of 500 copies. Thanks to the elegant chrome finish with mirror effect, it transforms the classic Uvex model into an exceptional visual appeal on every cycle path. This rigid, safe and particularly shock-resistant helmet is equipped with ten air intakes. An exceptional construction keeps the head fresh and at the same time perfectly protected.
Uvex i-vo cc: per un utilizzo a tutto tondo
Pista ciclabile, strada bianca, asfalto, ghiaia. Chi usa la bicicletta non solo per il pendolarismo quotidiano in città, ma anche per escursioni nei fine settimana in campagna, ha bisogno di un casco versatile. Uvex i-vo cc è una scelta convincente in ogni situazione e su ogni terreno. Grazie alla tecnologia in-mould, questo modello con finitura opaca è ultraleggero se indossato, ma allo stesso tempo offre la massima resistenza agli urti. I 24 canali di ventilazione garantiscono una perfetta regolazione del clima all’interno. Rete anti-insetti integrata nella parte anteriore. È dotato di regolazione della taglia 3D IAS e chiusura che può essere gestita con una sola mano. Un LED plug-in opzionale può essere montato sul retro del casco per una maggiore visibilità.
Uvex i-vo cc: for all-round use
Cycle path, white road, asphalt, gravel. Those who use bicycles not only for daily commuting in the city, but also for weekend excursions in the countryside, need a versatile helmet. Uvex i-vo cc is a convincing choice in every situation and on every terrain. Thanks to in-mold technology, this model with a matt finish is ultra-light if worn, but at the same time offers maximum impact resistance. The 24 ventilation channels guarantee perfect climate regulation inside. Anti-insect net integrated in the front. It is equipped with 3D IAS size adjustment and closure that can be operated with one hand. An optional plug-in LED can be mounted on the back of the helmet for greater visibility.
giovedì 24 ottobre 2019
Fuoripista
Legno, vetro, alluminio, acciaio e cuoio.
Si chiama "Fuoripista", è stata disegnata da Adriano Design, vincitore di numerosi premi internazionali, che ha progettato per Elite una bici iconica che combina bellezza scultorea e architettonica con funzionalità straordinarie, consentendo sessioni di allenamento che ricreano fedelmente una vera gara su strada in bici.
Una bici da allenamento, da tenere nella palestra di casa, o in salotto, come pezzo d'arredamento, del valore di 8 mila euro.
”Fuoripista rappresenta un nuovo modo di interpretare un accessorio fitness, non più solo ad uso esclusivo per la palestra, ma così bello che diventa oggetto del desiderio, da sfoggiare, da lodare, da utilizzare con orgoglio e gioia. Una macchina da sogno che ti porterà ad affrontare alcuni dei percorsi ciclistici più spettacolari al mondo, virtualizzati su un tablet montato sul suo fronte.”
Wood, glass, aluminum, steel and leather.
It's called "Fuoripista", it was designed by Adriano Design, winner of numerous international awards, who designed an iconic bike for Elite that combines sculptural and architectural beauty with extraordinary functionality, allowing training sessions that faithfully recreate a real road race in bike.
A training bike, to be kept in the home gym, or in the living room, as a piece of furniture, worth 8 thousand euros.
"Off-piste is a new way of interpreting a fitness accessory, no longer just for exclusive use in the gym, but so beautiful that it becomes the object of desire, to be flaunted, to be praised, to be used with pride and joy. A dream machine that will take you to face some of the most spectacular cycling routes in the world, virtualized on a tablet mounted on its front. "
Si chiama "Fuoripista", è stata disegnata da Adriano Design, vincitore di numerosi premi internazionali, che ha progettato per Elite una bici iconica che combina bellezza scultorea e architettonica con funzionalità straordinarie, consentendo sessioni di allenamento che ricreano fedelmente una vera gara su strada in bici.
Una bici da allenamento, da tenere nella palestra di casa, o in salotto, come pezzo d'arredamento, del valore di 8 mila euro.
”Fuoripista rappresenta un nuovo modo di interpretare un accessorio fitness, non più solo ad uso esclusivo per la palestra, ma così bello che diventa oggetto del desiderio, da sfoggiare, da lodare, da utilizzare con orgoglio e gioia. Una macchina da sogno che ti porterà ad affrontare alcuni dei percorsi ciclistici più spettacolari al mondo, virtualizzati su un tablet montato sul suo fronte.”
Wood, glass, aluminum, steel and leather.
It's called "Fuoripista", it was designed by Adriano Design, winner of numerous international awards, who designed an iconic bike for Elite that combines sculptural and architectural beauty with extraordinary functionality, allowing training sessions that faithfully recreate a real road race in bike.
A training bike, to be kept in the home gym, or in the living room, as a piece of furniture, worth 8 thousand euros.
"Off-piste is a new way of interpreting a fitness accessory, no longer just for exclusive use in the gym, but so beautiful that it becomes the object of desire, to be flaunted, to be praised, to be used with pride and joy. A dream machine that will take you to face some of the most spectacular cycling routes in the world, virtualized on a tablet mounted on its front. "
mercoledì 23 ottobre 2019
Bike suit
Lo stilista Tommy Hilfiger pensa a noi ciclisti che amano lo stile sartoriale ideando un fantastico bike suit.
Grigio o navy con filato ad alta torsione, elastico e resistente alle pieghe per massimizzare la mobilità.
Con nastri riflettenti in rilievo su polsino, colletto e orlo dei pantaloni per una maggiore visibilità quando si va in bicicletta di notte.
Cosa ne dite?
The designer Tommy Hilfiger thinks of us cyclists who love sartorial style creating a fantastic bike suit.
Gray or navy with high twist yarn, elastic and resistant to folds to maximize mobility.
With reflective ribbons in relief on the cuff, collar and hem of the trousers for greater visibility when cycling at night.
What do you think?
martedì 22 ottobre 2019
Vadolibero
E' il nome di una realtà milanese che ha al suo centro la bicicletta, con una collezione luxury di complementi d’arredo progettati per custodire bici, e relativa attrezzatura, a casa, anche in salotto.
La prima creazione è stata Origo, una cycling station che raduna in un unico posto tutto il necessario per uscire a pedalare.
It is the name of a Milanese reality that has at its center the bicycle, with a luxury collection of furnishing accessories designed to store bikes, and related equipment, at home, even in the living room.
The first creation was Origo, a cycling station that gathers in a single place everything you need to get out to pedal.
Poi è nato Domus, mobile organizer modulare che incornicia il telaio come un’opera d’arte, offrendo anche un ampio spazio per riporre tutta l’attrezzatura. In tempi più recenti, infine, sono stati lanciati Kyron, un portabici con un lucchetto incorporato che consente di appendere al muro qualsiasi bici, e Vertik, la lampada portabici che illumina l’ambiente come una vera scultura luminosa. La storia di Vadolibero è appena cominciata.
Then Domus was born, a modular mobile organizer that frames the frame like a work of art, also offering ample space to store all the equipment. In more recent times, finally, Kyron, a bike rack with a built-in padlock that allows any bike to be hung on the wall, and Vertik, the bike lamp that illuminates the environment like a true light sculpture, was launched. The story of Vadolibero has just begun.
A raccontare di più sul progetto è la co-founder Antonella Grua.
Per noi la bici, oltre che il più rivoluzionario mezzo di mobilità a impatto zero, è da sempre anche un vero oggetto di design. Abbiamo iniziato a immaginare il mondo Vadolibero diversi anni fa, cogliendo in anticipo la “cycling renaissance”. Il punto di partenza? Per noi le belle bici non possono essere lasciate in cantina o in garage, vanno portate in casa. Da lì l’idea di progettare una collezione di interior design dedicata ai ciclisti, concepita con gli stessi crismi dei complementi d’arredo di alta gamma, capaci di integrarsi anche negli ambienti più ricercati. Non esisteva nulla del genere. Anche oggi siamo gli unici con questo tipo di proposta, ma quando abbiamo lanciato il primo prodotto tre anni fa, molti ci guardavano come fossimo pazzi, oggi i risultati sono gratificanti: senza pubblicità e con uno staff essenziale, Vadolibero è in 18 paesi del mondo.
The co-founder Antonella Grua tells us more about the project.
For us the bike, in addition to being the most revolutionary zero-impact mobility vehicle, has also always been a true design object. We started to imagine the Vadolibero world several years ago, catching the "cycling renaissance" in advance. The starting point? For us, beautiful bikes cannot be left in the cellar or in the garage, they must be brought home. From there the idea of designing an interior design collection dedicated to cyclists, conceived with the same trappings as high-end furnishing accessories, capable of integrating even in the most sought-after environments. Nothing of the kind existed. Even today we are the only ones with this type of proposal, but when we launched the first product three years ago, many looked at us like we were crazy, today the results are gratifying: without advertising and with an essential staff, Vadolibero is in 18 countries of the world .
La prima creazione è stata Origo, una cycling station che raduna in un unico posto tutto il necessario per uscire a pedalare.
It is the name of a Milanese reality that has at its center the bicycle, with a luxury collection of furnishing accessories designed to store bikes, and related equipment, at home, even in the living room.
The first creation was Origo, a cycling station that gathers in a single place everything you need to get out to pedal.
Poi è nato Domus, mobile organizer modulare che incornicia il telaio come un’opera d’arte, offrendo anche un ampio spazio per riporre tutta l’attrezzatura. In tempi più recenti, infine, sono stati lanciati Kyron, un portabici con un lucchetto incorporato che consente di appendere al muro qualsiasi bici, e Vertik, la lampada portabici che illumina l’ambiente come una vera scultura luminosa. La storia di Vadolibero è appena cominciata.
Then Domus was born, a modular mobile organizer that frames the frame like a work of art, also offering ample space to store all the equipment. In more recent times, finally, Kyron, a bike rack with a built-in padlock that allows any bike to be hung on the wall, and Vertik, the bike lamp that illuminates the environment like a true light sculpture, was launched. The story of Vadolibero has just begun.
A raccontare di più sul progetto è la co-founder Antonella Grua.
Per noi la bici, oltre che il più rivoluzionario mezzo di mobilità a impatto zero, è da sempre anche un vero oggetto di design. Abbiamo iniziato a immaginare il mondo Vadolibero diversi anni fa, cogliendo in anticipo la “cycling renaissance”. Il punto di partenza? Per noi le belle bici non possono essere lasciate in cantina o in garage, vanno portate in casa. Da lì l’idea di progettare una collezione di interior design dedicata ai ciclisti, concepita con gli stessi crismi dei complementi d’arredo di alta gamma, capaci di integrarsi anche negli ambienti più ricercati. Non esisteva nulla del genere. Anche oggi siamo gli unici con questo tipo di proposta, ma quando abbiamo lanciato il primo prodotto tre anni fa, molti ci guardavano come fossimo pazzi, oggi i risultati sono gratificanti: senza pubblicità e con uno staff essenziale, Vadolibero è in 18 paesi del mondo.
The co-founder Antonella Grua tells us more about the project.
For us the bike, in addition to being the most revolutionary zero-impact mobility vehicle, has also always been a true design object. We started to imagine the Vadolibero world several years ago, catching the "cycling renaissance" in advance. The starting point? For us, beautiful bikes cannot be left in the cellar or in the garage, they must be brought home. From there the idea of designing an interior design collection dedicated to cyclists, conceived with the same trappings as high-end furnishing accessories, capable of integrating even in the most sought-after environments. Nothing of the kind existed. Even today we are the only ones with this type of proposal, but when we launched the first product three years ago, many looked at us like we were crazy, today the results are gratifying: without advertising and with an essential staff, Vadolibero is in 18 countries of the world .
lunedì 21 ottobre 2019
Addio catena!
Nei prossimi anni, le bici da corsa subiranno una trasformazione radicale, al punto tale che solo il concetto di due pedali e due ruote allineate rimarrà fedele ai velocipedi attuali.
Se al momento il carbonio appare il materiale più leggero, il futuro che aspetta gli amanti delle due ruote si chiamerà grafene. Il grafene è un materiale costituito da uno strato monoatomico di atomi di carbonio che consentirà di ridurre il peso del telaio delle future biciclette in modo sensibile, da 750 a meno di 400 grammi. Il regolamento internazionale, al momento, impone un peso di almeno 6.800 grammi, ma le bici da corsa del futuro potrebbero arrivare a pesare appena 5 chili. Le due ruote, oltre ad essere più leggere ed elastiche, saranno anche più robuste. Il grafene ha la resistenza meccanica del diamante e la flessibilità della plastica. Inoltre, l’adozione di alcuni strati di questo carbonio monoatomico e bidimensionale negli stampi del carbonio classico assicurerà idrorepellenza e consentirà la raccolta e la trasmissione di dati al computer di bordo.
Ad inizio 2020 vedremo in commercio le prime bici da corsa senza catena.
Potremo dire addio ai classici problemi di salto o caduta della catena per una trasmissione super fluida. La pedalata azionerà l’albero di trasmissione che provocherà il movimento di una ruota dentata anteriore e un sistema ti pignoni posteriori che supererà i 20 rapporti.
Se al momento il carbonio appare il materiale più leggero, il futuro che aspetta gli amanti delle due ruote si chiamerà grafene. Il grafene è un materiale costituito da uno strato monoatomico di atomi di carbonio che consentirà di ridurre il peso del telaio delle future biciclette in modo sensibile, da 750 a meno di 400 grammi. Il regolamento internazionale, al momento, impone un peso di almeno 6.800 grammi, ma le bici da corsa del futuro potrebbero arrivare a pesare appena 5 chili. Le due ruote, oltre ad essere più leggere ed elastiche, saranno anche più robuste. Il grafene ha la resistenza meccanica del diamante e la flessibilità della plastica. Inoltre, l’adozione di alcuni strati di questo carbonio monoatomico e bidimensionale negli stampi del carbonio classico assicurerà idrorepellenza e consentirà la raccolta e la trasmissione di dati al computer di bordo.
Ad inizio 2020 vedremo in commercio le prime bici da corsa senza catena.
Potremo dire addio ai classici problemi di salto o caduta della catena per una trasmissione super fluida. La pedalata azionerà l’albero di trasmissione che provocherà il movimento di una ruota dentata anteriore e un sistema ti pignoni posteriori che supererà i 20 rapporti.
In merito alla trasmissione, sarà commercializzata la corona ovale usata da Chris Froome, quattro volte vincitore del Tour de France, per una migliore scorrevolezza in abbinamento ad un cambio elettronico. La differenza sostanziale rispetto a una trasmissione meccanica è l’assenza di cavi in acciaio e guaine. La cambiata wireless, con un sistema di comando via wi-fi, invia un segnale elettrico alla centralina, che lo trasforma in un impulso per il motore del deragliatore, che si attiva e si sposta sul pignone desiderato.Le classiche pinze di gomma dei freni saranno solo un ricordo d’infanzia, sostituite da freni a disco che garantiranno una maggiore precisione, specialmente sul bagnato. La lubrificazione della bici sarà gestita da un computer di bordo che interverrà, con un micro serbatoio di olio sui pignoni, non appena risulterà esserci una diminuzione della loro efficienza.
Per quanto concerne la sella e il manubrio, entrambi i componenti della bici presenteranno un meccanismo elettromagnetico per controllare in modo automatico le sollecitazioni della strada, ammortizzando al meglio ogni scossone.
In the coming years, racing bikes will undergo a radical transformation, to the point that only the concept of two pedals and two wheels aligned will remain faithful to the current velocipedes.
If at the moment carbon appears to be the lightest material, the future awaiting two-wheel lovers will be called graphene. Graphene is a material made up of a monoatomic layer of carbon atoms that will make it possible to reduce the weight of the frame of future bicycles appreciably, from 750 to less than 400 grams. The international regulation, at the moment, imposes a weight of at least 6.800 grams, but the racing bikes of the future could reach a weight of just 5 kilos. The two wheels, in addition to being lighter and more elastic, will also be more robust. Graphene has the mechanical strength of the diamond and the flexibility of plastic. Furthermore, the adoption of some layers of this monoatomic and two-dimensional carbon in classic carbon molds will ensure water repellency and allow the collection and transmission of data to the on-board computer.
At the beginning of 2020 we will see on the market the first racing bikes without chains.
We will be able to say goodbye to the classic problems of jump or fall of the chain for a super fluid transmission. Pedaling will activate the transmission shaft which will cause the movement of a front sprocket and a rear sprocket system that will exceed 20 ratios.
Regarding the transmission, the oval crown used by Chris Froome, four times winner of the Tour de France, will be marketed for better smoothness in combination with an electronic gearbox. The substantial difference with respect to a mechanical transmission is the absence of steel cables and sheaths. The wireless gearshift, with a control system via wi-fi, sends an electrical signal to the control unit, which turns it into a pulse for the derailleur motor, which is activated and moves onto the desired sprocket. The classic rubber brake calipers they will be only a childhood memory, replaced by disc brakes that will guarantee greater precision, especially in the wet. The lubrication of the bike will be managed by an on-board computer that will intervene, with a micro oil tank on the sprockets, as soon as there will be a decrease in their efficiency.
Regarding the saddle and the handlebars, both components of the bike will have an electromagnetic mechanism to automatically control the stresses on the road, cushioning any shake in the best possible way.
domenica 20 ottobre 2019
sabato 19 ottobre 2019
lA BiCi della felicità
Sfrecciare con il vento nei capelli, fare lo slalom tra le auto in coda, imboccare una discesa a tutta velocità o raggiungere la cima di quella salita così ripida (magari con l'aiuto di una e-bike): quante sono le emozioni che regala la bici?
Ludovica Casellati le ha scoperte per caso: invitata a fare un giro in bicicletta fra i castelli della Loira con il marito e il figlio, si è innamorata di questo modo di viaggiare. Che è semplicemente perfetto: si coprono lunghe distanze godendosi il paesaggio, si scorgono angoli altrimenti nascosti, si rimettono in ordine i pensieri, si gira bene da soli e in compagnia, e si resta pure in forma. Sempre più convinta dei pregi della bici, ha deciso di fare di questa scoperta una professione, promuovendo il cicloturismo sostenibile. A tutti quelli che, come lei, amano spostarsi pedalando ma senza l'ossessione della sfida e della velocità, è dedicato questo libro, nel quale spiega l'ABC del ciclista slow: come iniziare, quale attrezzatura acquistare, cosa valutare per scegliere il modello giusto, come coinvolgere la famiglia.
E una volta inforcata la bici, dove si va? Ludovica suggerisce le città con le migliori piste ciclabili, i percorsi strutturati per un weekend nella natura, i centri europei e le vacanze più bike-friendly.
Con l'invito a provare la bici almeno una volta: sarà amore a prima pedalata.
venerdì 18 ottobre 2019
Skoda Klement
E' una soluzione che è stata presentato al Motor Show di Ginevra 2019 e che sta cercando un’altra strada per affrontare quella che chiama “micromobilità sostenibile in città”.
Il Klement, derivato dal nome di uno dei fondatori di Skoda, non è una soluzione di e-bike, tuttavia è un’altra forma di trasporto. Non è richiesta la pedalata; anzi non è nemmeno possibile.
Attualmente c’è una velocità massima di 45 km/h (che in realtà lo mette al di fuori dei regni del veicolo assistito e quindi, attualmente, in Italia non propriamente regolamentato)
È molto più veloce di quanto ci si possa aspettare
Velocità massima di 45 km/h
62 km di autonomia massima
Freni idraulici in ABS
A prima vista, il Klement assomiglia molto a una bicicletta da strada ibrida. Ovviamente non lo è, poiché non ci sono pedali, guarnizioni, deragliatori.
Ci sono invece due “palette” di due piedi, non solo per appoggiare i piedi in alto, ma anche per il controllo.
I controlli si basano su un meccanismo di inclinazione: in avanti è accelerato, con angoli maggiori che spingono una maggiore propulsione; colpisce all’indietro i freni, di nuovo con gravità crescente quanto più si inclina indietro in esso.
Scendi dai pedali e l’accelerazione viene disattivata, con calci di frenata.
Alimentano tutto insieme due batterie agli ioni di litio, con una capacità totale di 1.250 Wh, e un motore da 4 kW alla parte posteriore in grado di spingere il Klement fino a 45 km/h.
Il tutto pesa 25 kg, decisamente non è leggero, il che la rende poco pratica per salire su scale e simili.
Essendo del futuro, Klement non dipende da un’interfaccia integrata che potrebbe invecchiare nel tempo. Invece si affida al tuo smartphone in continua evoluzione per essere utilizzato come display centrale.
Si inserisce in posizione, e mentre osserviamo l’interfaccia che ci fornisce i dati sulla nostra “pedalata”, il nostro smartphone si ricaricherà.
Skoda afferma che puoi viaggiare fino a 62 km con una carica, ma non è una cosa che possiamo ancora verificare.
Tuttavia, l’interfaccia dello smartphone mostra una lettura percentuale e poiché Klement utilizza anche la frenata rigenerativa per reinserire l’energia nelle batterie, è teoricamente possibile mantenere il livello della batteria sostenuto o addirittura aumentarlo, supponendo che tu vada praticamente solo in discesa (ma prima o poi dovrai risalire, o no?)
Klement è dotata di luci integrate (LED, luce di marcia diurna) e indicatori per la sicurezza stradale
Potrebbe essere una soluzione più che ottimale, in città.
The whole weighs 25 kg, definitely not light, which makes it impractical to climb stairs and the like.
Being of the future, Klement does not depend on an integrated interface that could age over time. Instead it relies on your evolving smartphone to be used as a central display.
It fits in position, and while we look at the interface that gives us the data on our "ride", our smartphone will recharge.
Skoda says you can travel up to 62 km on one charge, but it's not something we can still verify.
However, the interface of the smartphone shows a percentage reading and since Klement also uses regenerative braking to re-insert the energy into the batteries, it is theoretically possible to maintain the battery level sustained or even increase it, assuming that you go practically only downhill (but sooner or later you will have to go up, or not?)
Klement is equipped with integrated lights (LED, daytime running light) and indicators for road safety
It could be an optimal solution in the city.
Il Klement, derivato dal nome di uno dei fondatori di Skoda, non è una soluzione di e-bike, tuttavia è un’altra forma di trasporto. Non è richiesta la pedalata; anzi non è nemmeno possibile.
Attualmente c’è una velocità massima di 45 km/h (che in realtà lo mette al di fuori dei regni del veicolo assistito e quindi, attualmente, in Italia non propriamente regolamentato)
È molto più veloce di quanto ci si possa aspettare
Velocità massima di 45 km/h
62 km di autonomia massima
Freni idraulici in ABS
A prima vista, il Klement assomiglia molto a una bicicletta da strada ibrida. Ovviamente non lo è, poiché non ci sono pedali, guarnizioni, deragliatori.
Ci sono invece due “palette” di due piedi, non solo per appoggiare i piedi in alto, ma anche per il controllo.
I controlli si basano su un meccanismo di inclinazione: in avanti è accelerato, con angoli maggiori che spingono una maggiore propulsione; colpisce all’indietro i freni, di nuovo con gravità crescente quanto più si inclina indietro in esso.
Scendi dai pedali e l’accelerazione viene disattivata, con calci di frenata.
Alimentano tutto insieme due batterie agli ioni di litio, con una capacità totale di 1.250 Wh, e un motore da 4 kW alla parte posteriore in grado di spingere il Klement fino a 45 km/h.
Il tutto pesa 25 kg, decisamente non è leggero, il che la rende poco pratica per salire su scale e simili.
Essendo del futuro, Klement non dipende da un’interfaccia integrata che potrebbe invecchiare nel tempo. Invece si affida al tuo smartphone in continua evoluzione per essere utilizzato come display centrale.
Si inserisce in posizione, e mentre osserviamo l’interfaccia che ci fornisce i dati sulla nostra “pedalata”, il nostro smartphone si ricaricherà.
Skoda afferma che puoi viaggiare fino a 62 km con una carica, ma non è una cosa che possiamo ancora verificare.
Tuttavia, l’interfaccia dello smartphone mostra una lettura percentuale e poiché Klement utilizza anche la frenata rigenerativa per reinserire l’energia nelle batterie, è teoricamente possibile mantenere il livello della batteria sostenuto o addirittura aumentarlo, supponendo che tu vada praticamente solo in discesa (ma prima o poi dovrai risalire, o no?)
Klement è dotata di luci integrate (LED, luce di marcia diurna) e indicatori per la sicurezza stradale
Potrebbe essere una soluzione più che ottimale, in città.
The whole weighs 25 kg, definitely not light, which makes it impractical to climb stairs and the like.
Being of the future, Klement does not depend on an integrated interface that could age over time. Instead it relies on your evolving smartphone to be used as a central display.
It fits in position, and while we look at the interface that gives us the data on our "ride", our smartphone will recharge.
Skoda says you can travel up to 62 km on one charge, but it's not something we can still verify.
However, the interface of the smartphone shows a percentage reading and since Klement also uses regenerative braking to re-insert the energy into the batteries, it is theoretically possible to maintain the battery level sustained or even increase it, assuming that you go practically only downhill (but sooner or later you will have to go up, or not?)
Klement is equipped with integrated lights (LED, daytime running light) and indicators for road safety
It could be an optimal solution in the city.
giovedì 17 ottobre 2019
Bikeitalia del 03. 10. 2019
Riprendiamo e proponiamo un articolo molto interessante di Bikeitalia del 03 ottobre 2019.
"Uno dei crucci di noi genitori riguarda l’attività fisica dei nostri figli. Ne faranno abbastanza? Stanno troppo seduti? Dobbiamo indirizzarli verso uno sport? Come possiamo stimolarli a essere più attivi fisicamente e meno seduti davanti alla tv o allo smartphone? La risposta è semplice: dobbiamo esserlo anche noi.
Una ricerca inglese (“Activity Levels in Mothers and Their Preschool Children, Journal of Pediatrics”) ha dimostrato, prendendo in esame 554 mamme coi loro bimbi per 4 anni, che vi sia un correlazione lineare tra il livello di attività fisica del genitore e quello del figlio. Un bimbo, dicono i ricercatori, non é solo naturalmente spinto verso il movimento ma tende a emulare il proprio genitore e a superarlo.
In entrambi i casi.
Se il genitore é fisicamente attivo, il bambino lo emula, solitamente con attività più lunghe del 10% del genitore. Se quest’ultimo é sedentario, il figlio tende a essere ancora più sedentario (per ogni 10 ore si inattività del genitore, il figlio ne passa 10,8). Ciò significa che se vogliamo che i nostri figli si muovano, stiano all’aria aperta, siano attivi, dobbiamo esserlo anche noi. A loro non interessano le nostre parole, guardano solo ciò che facciamo. E ci copiano.
In che modo possiamo fare? Piuttosto che indirizzarli immediatamente verso l’attività sportiva è meglio far si che il movimento diventi parte integrante di un’abitudine consolidata, anche fosse una piccola porzione rispetto all’intera giornata. Una delle soluzioni più semplici e immediate è quella di accompagnarli a scuola in bici: in questo modo li si stimola a pedalare e soprattutto a imitarci, magari inserendo anche qualche piccola gara (“facciamo a chi arriva prima al cancello?”) in modo da mantenere alta la motivazione. Sappiate che fino a i 5-6 anni qualunque attività fisica deve essere somministrata sotto forma di gioco, per cui se volete accompagnare il vostro bimbo all’asilo, potete farlo a piedi mentre lui va con la balance bike e sfidarlo a salire dal marciapiede oppure a rincorrervi. Con bambini più grandi invece è necessario far leva su motivazioni diverse, che però abbiano sempre una forma ludica, ma anche utilitaristica: i bambini iniziano a volersi sentire utili, per cui potete chiedere loro di accompagnarvi in bici a scuola.
E’ importante coinvolgere il bambino nell’attività fisica in bicicletta, far sì che sia divertente. Uno stratagemma utile, che ho testato più volte con mio figlio, è quello di parlargli della bici anche al di fuori della pratica stessa. La sera, quando lo metto a letto, racconto dei miei viaggi in bici e prometto che il giorno dopo, quando andremo all’asilo in bici, sarà come affrontare un piccolo viaggio insieme. La mattina si sveglia pronto (e non si dimentica mai) per il viaggio in bici con il suo papà.
Non possiamo pretendere che i nostri figli siano fisicamente attivi se prima non lo siamo noi."
"Uno dei crucci di noi genitori riguarda l’attività fisica dei nostri figli. Ne faranno abbastanza? Stanno troppo seduti? Dobbiamo indirizzarli verso uno sport? Come possiamo stimolarli a essere più attivi fisicamente e meno seduti davanti alla tv o allo smartphone? La risposta è semplice: dobbiamo esserlo anche noi.
Una ricerca inglese (“Activity Levels in Mothers and Their Preschool Children, Journal of Pediatrics”) ha dimostrato, prendendo in esame 554 mamme coi loro bimbi per 4 anni, che vi sia un correlazione lineare tra il livello di attività fisica del genitore e quello del figlio. Un bimbo, dicono i ricercatori, non é solo naturalmente spinto verso il movimento ma tende a emulare il proprio genitore e a superarlo.
In entrambi i casi.
Se il genitore é fisicamente attivo, il bambino lo emula, solitamente con attività più lunghe del 10% del genitore. Se quest’ultimo é sedentario, il figlio tende a essere ancora più sedentario (per ogni 10 ore si inattività del genitore, il figlio ne passa 10,8). Ciò significa che se vogliamo che i nostri figli si muovano, stiano all’aria aperta, siano attivi, dobbiamo esserlo anche noi. A loro non interessano le nostre parole, guardano solo ciò che facciamo. E ci copiano.
In che modo possiamo fare? Piuttosto che indirizzarli immediatamente verso l’attività sportiva è meglio far si che il movimento diventi parte integrante di un’abitudine consolidata, anche fosse una piccola porzione rispetto all’intera giornata. Una delle soluzioni più semplici e immediate è quella di accompagnarli a scuola in bici: in questo modo li si stimola a pedalare e soprattutto a imitarci, magari inserendo anche qualche piccola gara (“facciamo a chi arriva prima al cancello?”) in modo da mantenere alta la motivazione. Sappiate che fino a i 5-6 anni qualunque attività fisica deve essere somministrata sotto forma di gioco, per cui se volete accompagnare il vostro bimbo all’asilo, potete farlo a piedi mentre lui va con la balance bike e sfidarlo a salire dal marciapiede oppure a rincorrervi. Con bambini più grandi invece è necessario far leva su motivazioni diverse, che però abbiano sempre una forma ludica, ma anche utilitaristica: i bambini iniziano a volersi sentire utili, per cui potete chiedere loro di accompagnarvi in bici a scuola.
E’ importante coinvolgere il bambino nell’attività fisica in bicicletta, far sì che sia divertente. Uno stratagemma utile, che ho testato più volte con mio figlio, è quello di parlargli della bici anche al di fuori della pratica stessa. La sera, quando lo metto a letto, racconto dei miei viaggi in bici e prometto che il giorno dopo, quando andremo all’asilo in bici, sarà come affrontare un piccolo viaggio insieme. La mattina si sveglia pronto (e non si dimentica mai) per il viaggio in bici con il suo papà.
Non possiamo pretendere che i nostri figli siano fisicamente attivi se prima non lo siamo noi."
mercoledì 16 ottobre 2019
Saluti & Bici from Canada!!!
Sandro is now enjoing a beauiful holiday in Canada with his family.
Yesterday he met our friends John and Jerry who visited us this year.
John and Jerry have guided Sandro for a great bike tour!
Guida: John and Jerry
Partenza: 15.00
Km: 50
Dislivello: 400
Velocità: 240/22 Km/h
Tour: Victoria Waterfront
Yesterday he met our friends John and Jerry who visited us this year.
John and Jerry have guided Sandro for a great bike tour!
Guida: John and Jerry
Partenza: 15.00
Km: 50
Dislivello: 400
Velocità: 240/22 Km/h
Tour: Victoria Waterfront
martedì 15 ottobre 2019
La tua bicicletta è pronta per l’autunno?
In estate, soprattutto nelle città, moltissime persone usano quasi esclusivamente la bicicletta per spostarsi: sia per andare al lavoro che per il tempo libero.
Non appena le temperature calano, molte biciclette vengono tuttavia riposte in cantina in attesa della primavera. Non deve però essere per forza così. Ecco qualche consiglio per pedalare in tutta sicurezza anche durante l’autunno e l’inverno.
Campanello e sellino non sono più legalmente obbligatori
L’ordinanza concernente le esigenze tecniche per i veicoli stradali prevede che le biciclette idonee alla strada siano provviste di pneumatici gonfiati a dovere, due freni robusti, catarifrangenti con una superficie minima di dieci centimetri quadrati anteriori (bianchi) e posteriori (rossi) e catarifrangenti arancioni sui pedali. La sera, la notte e all’interno dei tunnel deve essere accesa una luce fissa anteriore (bianca) e posteriore (rossa). Luci aggiuntive, anche intermittenti, sono permesse. A partire dal 2017, campanello e sellino non sono più obbligatori e la vignetta per le biciclette è stata abolita nel 2012.
Durante le prime ore del mattino e di notte, il rischio di incidenti sulle strade svizzere è tre volte più elevato rispetto alle ore diurne. In caso di precipitazioni notturne, di neve o di controluce, il fattore di rischio è addirittura decuplicato. I vestiti dotati di catarifrangenti permettono agli altri utenti della strada di vedere i ciclisti anche nelle grigie mattinate autunnali. Se non avete vestiti con catarifrangenti, va benissimo anche il gilet riflettente dell’auto. In alternativa, è possibile acquistare a buon mercato fasce catarifrangenti da fissare sullo zaino, sulla borsa o sul sellino o da avvolgere ai polsi o alle caviglie. Foglie bagnate, brina e ghiaccio aumentano il rischio di cadute. Per questo motivo, durante la stagione fredda è particolarmente importante indossare il casco. Anche quest’ultimo dovrebbe essere dotato di bande catarifrangenti.
Migliore trazione grazie a una minore pressione degli pneumatici
Le muffole tengono sicuramente al caldo le mani ma possono essere un impedimento quando cerchiamo di azionare i freni o il cambio. Anche gli accumulatori delle e-bike sono sensibili al freddo e l’autonomia si riduce. Può essere d’aiuto coprire la batteria con un astuccio in neoprene. Le gomme della bicicletta devono essere sufficientemente profilate e se consumate devono essere immediatamente sostituite. Chi equipaggia gomme da corsa strette, durante i mesi autunnali e invernali dovrebbe sostituirle con pneumatici più larghi. Questi ultimi hanno un’aderenza migliore in caso di terreno bagnato o ghiacciato. Gli pneumatici più larghi sono particolarmente indicati per le e-bike poiché permettono una maggior forza motrice sulla carreggiata. Una leggera riduzione della pressione delle gomme offre una migliore trazione soprattutto sulle strade bagnate o sulla neve.
Non è solo l’equipaggiamento a dover essere adattato alle basse temperature ma anche il modo di guidare. In autunno e in inverno occorre adottare uno stile di guida più lento e prudente rispetto alla stagione secca. Viaggiando più velocemente si suda e si rischia di raffreddarsi. Anche il rischio di incidenti aumenta con l’aumento della velocità. In curva è buona abitudine fissare il punto di uscita e diminuire la velocità per tempo per non scivolare. È inoltre importante saper ammettere con sé stessi quando le proprie capacità non sono più sufficienti a garantire un viaggio sicuro e optare per un'altra soluzione.
In caso di tempo umido, le gomme vanno pulite più spesso
Carreggiata bagnata, brina e fango mettono a dura prova la bicicletta. In autunno e in inverno devono quindi essere pulite più spesso rispetto ai mesi più caldi. In particolare, occorre pulire e ingrassare regolarmente la catena e il cambio. Nelle fredde notti autunnali, la bicicletta dovrebbe essere riposta in un locale riparato dal vento in modo che la sporcizia accumulata nei giorni precedenti non geli.
In Summer, especially in the cities, many people almost exclusively use the bicycle to get around: both for going to work and for leisure.
As soon as temperatures drop, many bicycles are nevertheless placed in the cellar awaiting spring. But it doesn't have to be this way. Here are some tips to ride safely even in the fall and winter.
Bell and saddle are no longer legally mandatory
The ordinance concerning technical requirements for road vehicles requires that bicycles suitable for the road are equipped with properly inflated tires, two sturdy brakes, reflectors with a minimum surface area of ten square centimeters front (white) and rear (red) and reflectors orange on the pedals. In the evening, at night and inside the tunnels, a fixed front (white) and rear (red) light must be on. Additional lights, even intermittent, are permitted. Starting from 2017, the bell and saddle are no longer mandatory and the sticker for bicycles was abolished in 2012.
During the early hours of the morning and at night, the risk of accidents on Swiss roads is three times higher than during daylight hours. In case of night precipitation, snow or backlight, the risk factor is even increased tenfold. Clothes with reflectors allow other road users to see cyclists even in gray autumn mornings. If you don't have reflective clothing, the reflective vest of the car is also fine. Alternatively, it is possible to buy reflective bands on the backpack, on the bag or on the seat or to wrap around the wrists or ankles. Wet leaves, frost and ice increase the risk of falls. For this reason, wearing a helmet is particularly important during the cold season. Also the latter should be equipped with reflective strips.
Better traction thanks to less tire pressure
The muffles certainly keep their hands warm but can be an impediment when we try to operate the brakes or the gearbox. E-bike accumulators are also sensitive to cold and autonomy is reduced. It may be helpful to cover the battery with a neoprene case. The tires of the bicycle must be sufficiently profiled and if worn they must be replaced immediately. Those who equip narrow race tires during the autumn and winter months should replace them with wider tires. The latter have a better grip in case of wet or icy ground. The wider tires are particularly suitable for e-bikes as they allow greater driving force on the roadway. A slight reduction in tire pressure offers better traction, especially on wet roads or on snow.
It's not just the equipment that needs to be adapted to low temperatures but also the way to drive. In autumn and winter, it is necessary to adopt a slower and more prudent driving style than the dry season. By traveling faster you sweat and you risk getting cold. The risk of accidents also increases with the increase in speed. When cornering it is a good idea to set the exit point and decrease the speed in time to avoid slipping. It is also important to know how to admit to oneself when one's abilities are no longer sufficient to guarantee a safe journey and opt for another solution.
In wet weather, the tires should be cleaned more often
Wet road, frost and mud put a strain on the bike. In autumn and winter they must therefore be cleaned more often than in the warmer months. In particular, the chain and gearbox should be cleaned and greased regularly. On cold autumn nights, the bicycle should be stored in a room sheltered from the wind so that the dirt accumulated in the previous days does not freeze.
lunedì 14 ottobre 2019
Nespresso
Mentre i consumatori rivedono il proprio stile di vita alla luce della necessita di avere, tutti e subito, un minor impatto ambientale, le aziende si muovono di conseguenza, cercando di rendere più sostenibile il proprio prodotto, e soprattutto gli scarti.
È il caso di Nespresso, che deve risolvere il problema di come riciclare le capsule: il mercato delle macchinette da caffè in capsule generato 120mila tonnellate di rifiuti, tra cui capsule in plastica, in materiale biodegradabile e in alluminio.
Le capsule Nespresso, in alluminio, non possono essere riciclate in impianti normali e devono essere riconsegnate nei centri di riciclo presenti nei negozi del brand, dove vengono a loro volta ritirate da CiAl (Consorzio Imballaggi Alluminio) per essere smaltite separando l’alluminio dal caffè residuo, da reimpiegare come compostaggio per le coltivazioni di riso.
Ora l’azienda ha stretto una partnership con il produttore di biciclette svedese Vélosophy per realizzare una bicicletta a partire da 300 capsule di caffè riciclato.
While consumers revisit their lifestyle in light of the need to have, immediately, a lower environmental impact, companies move accordingly, trying to make their product more sustainable, and especially waste.
This is the case of Nespresso, which must solve the problem of how to recycle the capsules: the market for capsule coffee machines generated 120 thousand tons of waste, including plastic capsules, made of biodegradable material and aluminum.
Nespresso capsules, in aluminum, cannot be recycled in normal systems and must be returned to recycling centers located in the brand's stores, where they are in turn collected by CiAl (Aluminum Packaging Consortium) to be disposed of by separating aluminum from coffee residue, to be reused as composting for rice cultivation.
Now the company has partnered with the Swedish bicycle manufacturer Vélosophy to build a bicycle from 300 capsules of recycled coffee.
È il caso di Nespresso, che deve risolvere il problema di come riciclare le capsule: il mercato delle macchinette da caffè in capsule generato 120mila tonnellate di rifiuti, tra cui capsule in plastica, in materiale biodegradabile e in alluminio.
Le capsule Nespresso, in alluminio, non possono essere riciclate in impianti normali e devono essere riconsegnate nei centri di riciclo presenti nei negozi del brand, dove vengono a loro volta ritirate da CiAl (Consorzio Imballaggi Alluminio) per essere smaltite separando l’alluminio dal caffè residuo, da reimpiegare come compostaggio per le coltivazioni di riso.
Ora l’azienda ha stretto una partnership con il produttore di biciclette svedese Vélosophy per realizzare una bicicletta a partire da 300 capsule di caffè riciclato.
couresy elledecor.it |
This is the case of Nespresso, which must solve the problem of how to recycle the capsules: the market for capsule coffee machines generated 120 thousand tons of waste, including plastic capsules, made of biodegradable material and aluminum.
Nespresso capsules, in aluminum, cannot be recycled in normal systems and must be returned to recycling centers located in the brand's stores, where they are in turn collected by CiAl (Aluminum Packaging Consortium) to be disposed of by separating aluminum from coffee residue, to be reused as composting for rice cultivation.
Now the company has partnered with the Swedish bicycle manufacturer Vélosophy to build a bicycle from 300 capsules of recycled coffee.
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