Cycling & Blogging: welcome on your finish line on the Adriatic Coast!!!
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martedì 31 marzo 2020
lunedì 30 marzo 2020
Gadget per andare più forte in bicicletta Parte 3
App per l'allenamento
L’ascesa degli smartphone è ormai inarrestabile, producendo un esercito di zombie – o quasi! – sempre attaccata allo schermo, più propensa a vivere la vita altrui invece che la propria, o vivendo nell'ansia di comunicare al mondo intero ogni singolo gesto che si sta compiendo.
In ogni caso, è possibile un utilizzo intelligente di questo dispositivo di comunicazione/condivisione ormai indispensabile.
Nel nostro caso si tratta di monitorare le nostre pedalate, sostituendo di fatto il classico ciclomputer GPS al pari di uno smartwatch o fitness tracker. Molte app per l’allenamento sono associabili a questi dispositivi dedicati, archiviando ogni singolo dato delle nostre uscite, ma non solo. Ad esempio possiamo impostare sfide per battere i nostri record personali, un utile strumento motivazionale.
Molte app permettono anche di seguire un programma di allenamento specifico, offrendo un sacco di strumenti – una funzione opzionale che spesso è a pagamento – per valutare i propri progressi.
Ma ricordate sempre che siete fuori per divertirvi e che la vostra pedalata non dovrebbe essere definita esclusivamente dal fatto che abbiate fatto segnare o meno un KOM o battuto il vostro record di potenza massima.
Training app
The rise of smartphones is now unstoppable, producing an army of zombies - or almost! - always attached to the screen, more inclined to live the life of others instead of one's own, or living in the anxiety to communicate to the whole world every single gesture that is being made.
In any case, intelligent use of this indispensable communication / sharing device is possible.
In our case it is a question of monitoring our rides, effectively replacing the classic GPS cycling computer like a smartwatch or fitness tracker. Many training apps can be associated with these dedicated devices, storing every single data of our outputs, but not only. For example, we can set challenges to beat our personal records, a useful motivational tool.
Many apps also allow you to follow a specific training program, offering a lot of tools - an optional feature that is often paid for - to evaluate your progress.
But always remember that you are out to have fun and that your ride should not be defined solely by the fact that you have scored a KOM or not or beat your maximum power record.
domenica 29 marzo 2020
sabato 28 marzo 2020
venerdì 27 marzo 2020
Gadget per andare più forte in bicicletta Parte 2
Cardiofrequenzimetro
Per molti rappresenta la base di partenza per allenarsi, indipendentemente dalla disciplina sportiva.
Un fitness tracker da polso o un più evoluto smartwatch con sensore cardio ottico vi aiuterà a percepire meglio certi sforzi. Comprendere quello che state facendo vi aiuterà a notare e assimilare meglio i vostri progressi.
Il consiglio è di iniziare osservando attentamente la frequenza media e quella massima per valutare se la vostra pedalata ha rispettato gli obiettivi che vi eravate prefissati. Un dispositivo equipaggiato con sensore cardio – anche la semplice fascia toracica da accoppiare al ciclocomputer GPS – è perfetto per farvi sapere se il vostro ritmo è quello vi aspettavate oltre a indirizzare i vostri sforzi sui pedali, in base al tempo passato nelle varie fasce percentuali che indicano la qualità del lavoro svolto.
Dovete essere consapevoli che la frequenza cardiaca giornaliera può fluttuare molto in relazione alla potenza applicata sui pedali, dipendendo dalle condizioni meteo, dall’affaticamento, dall’idratazione, dal sonno, ecc.
Se volete tenere sempre sotto controllo questo dato – un indicatore del vostro stato di salute – un fitness tracker o uno smartwatch è quello che vi serve, mettendo in conto una precisione della rilevazione non così fedele come una fascia cardio (a parte dispositivi di alta gamma).
For many it represents the starting point for training, regardless of sport.
A wrist fitness tracker or a more advanced smartwatch with an optical cardio sensor will help you perceive certain efforts better. Understanding what you are doing will help you better notice and assimilate your progress.
The advice is to start by carefully observing the average and maximum frequency to assess whether your ride has met the goals you had set yourself. A device equipped with a cardio sensor - even the simple chest strap to be coupled to the GPS cycle computer - is perfect for letting you know if your pace is what you expected as well as directing your efforts on the pedals, based on the time spent in the various percentage ranges that indicate the quality of the work done.
You must be aware that the daily heart rate can fluctuate a lot in relation to the power applied to the pedals, depending on the weather conditions, fatigue, hydration, sleep, etc.
If you want to keep this data under control - an indicator of your health - a fitness tracker or a smartwatch is what you need, taking into account a measurement accuracy not as faithful as a heart rate monitor (apart from high-end devices ).
giovedì 26 marzo 2020
Gadget per andare più forte in bicicletta Parte 1
Cresce sempre di più business del monitoraggio delle prestazioni e dello stato di forma. Fitness tracker da polso, orologi intelligenti, misuratori di potenza da applicare alla bici, rulli da allenamento domestico, o semplici app per smartphone che tengono traccia degli esercizi fisici, che forniscono informazioni sull'allenamento e indicano come poter migliorare. Ma c’è molto di più in questo mondo, infatti l’aspetto social è diventato dominante, potendo condividere le vostre performance con il mondo sperando di entrare in contatto di altri appassionati come voi, magari guadagnando qualche kudos lungo il vostro percorso verso la vittoria o semplicemente verso il miglioramento del vostro stato di fitness. Vi presentiamo una piccola lista dei gadget elettronici per andare più forte in bicicletta.
Ciclocomputer
I ciclocomputer dotati di GPS sono uno strumento popolarissimo tra gli appassionati di ciclismo, sia road sia off-road.
I motivi sono semplici: visualizzano e registrano i dati essenziali della pedalata (velocità, distanza, tempo, dislivello, ecc), offrendo - in base al livello e alle funzionalità - il supporto completo per l'allenamento e/o per la navigazione, oltre al collegamento con popolari app a partire dalla famosissima piattaforma social Strava.
Si va da un design minimale e compatto, con funzioni essenziali, sino a dispositivi dalla dimensione assimilabile a uno smartphone, con schermo a colori ultra definito e funzioni evolute per monitorare ogni dato possibile compresi quelli che arrivano da sensori esterni.
Ovviamente non manca una connettività completa (Bluetooth, Wi-Fi, ecc), dialogando in tempo reale - o quasi - con il proprio smartphone. Come sempre, è tutta una questione di esigenze e prezzo.
Business of performance and fitness monitoring is growing more and more. Wrist fitness trackers, smart watches, power meters to be applied to the bike, home training rollers, or simple smartphone apps that keep track of physical exercises, which provide information on training and indicate how to improve. But there is much more in this world, in fact the social aspect has become dominant, being able to share your performances with the world hoping to get in touch with other fans like you, perhaps gaining some kudos along your path to victory or simply towards improving your fitness. We present a small list of electronic gadgets for cycling faster.
Cycle Computer
GPS-equipped cycle computers are a very popular tool among cycling enthusiasts, both road and off-road.
The reasons are simple: they display and record the essential pedaling data (speed, distance, time, altitude difference, etc.), offering - based on level and functionality - full support for training and / or navigation, as well as to the connection with popular apps starting from the famous Strava social platform.
They range from a minimal and compact design, with essential functions, to devices with a size comparable to a smartphone, with an ultra-defined color screen and advanced functions to monitor every possible data including those that come from external sensors.
Obviously there is no lack of complete connectivity (Bluetooth, Wi-Fi, etc.), communicating in real time - or almost - with your smartphone. As always, it's all about needs and price.
mercoledì 25 marzo 2020
Kit riparazione
Il gadget targato Nextool è molto compatto: misura pochi cm e pesa 160 g, risultando molto pratico da essere trasportato, grazie anche alla sacca apposita.
Il suo meccanismo non differisce poi tanto da un coltellino svizzero: poco spazio ma tanta praticità. In pochi cm sono integrati numerosi utensili, attaccati alla struttura portante dagli attacchi magnetici, a partire da una chiave piatta esagonale dal diametro triplo (8, 10 e 15 mm).
C'è anche una chiave più piccola da 13G/14G per rinsaldare il collegamento dei raggi delle ruote, così come uno strumento per sfiatare la valvola.
Non manca poi una parte abrasiva a doppio lato per rifinire le riparazione della camera d'aria, così come un utensile per estrarre la ruota dal cerchio. A completare il tutto c'è un cacciavite Phillips per le varie viti presenti, sia a stella che a taglio, così come varie punte esagonali da 3/4/5/6 mm
The Nextool branded gadget is very compact: it measures a few cm and weighs 160 g, making it very practical to carry, thanks also to the special bag.
Its mechanism does not differ so much from a Swiss army knife: little space but a lot of practicality. Numerous tools are integrated in a few cm, attached to the load-bearing structure by magnetic attachments, starting from a flat hexagonal key with a triple diameter (8, 10 and 15 mm).
There is also a smaller 13G / 14G wrench to strengthen the connection of the wheel spokes, as well as a tool for venting the valve.
There is also a double-sided abrasive part to finish the inner tube repairs, as well as a tool to extract the wheel from the rim. To complete the whole thing there is a Phillips screwdriver for the various screws, both star and slotted, as well as various 3/4/5/6 mm hexagonal tips.
martedì 24 marzo 2020
Do it!!!
"Stare a casa non è un buon motivo per non fare fatica. Basta avere voglia di spingere e ci si può ugualmente allenare in modo efficace”.
Riportiamo un'intervista a Nico Valsesia a cura di montagna.tv
Un ciclista non ha la necessità di diventare grosso, quindi è possibile realizzare molti esercizi a corpo libero come per esempio gli affondi camminati. Tenendo la schiena dritta si fa un passo in avanti con la gamba sinistra (o destra), leggermente più lungo del normale, e si scende sfiorare il pavimento con il ginocchio destro (o sinistro). Ripetere anche per l’altra gamba. 5 serie per 20 affondi sono già un ottimo allenamento. Gli squat sono invece molto utili per rafforzare cosce e glutei. Anche questi possono essere fatti a corpo libero, un buon compromesso e fare 5 serie da 50.
I più allenati possono fare gli stessi esercizi mettendosi uno zaino sulle spalle con dentro dieci o venti chili di peso. Per raggiungerli si possono usare oggetti di tutti i giorni, anche bottiglie piene di acqua vanno benissimo.
In bici anche i polpacci hanno la loro importanza e per tenerli allenati si può fare un semplice quanto efficace esercizio. È sufficiente cercare un gradino su cui posizionare la parte anteriore del piede lasciando nel vuoto il tallone. A questo punto si scende verso il basso quanto più possibile con il tallone per poi spingere verso l’alto. Si ripete il gesto più volte. Anche qui 5 serie da 40 a corpo libero sono un buon allenamento. I più allenati possono aumentare il carico con uno zaino.
Gli addominali servono tantissimo in bici. È fondamentale praticare alcuni esercizi di core stability come il plank: si poggiano gli avambracci a terra avendo cura di posizionarli in posizione parallela tra loro e in linea retta con le spalle. A questo punto ci si solleva sulle punte dei piedi, quindi si mantiene la posizione per circa una trentina di secondi. Oltre a questi è molto importante fare molti esercizi per rafforzare gli addominali sia bassi che alti. È sufficiente una rapida ricerca in rete per trovare diversi esercizi da alternare.
I muscoli del collo sono quelli che si trascurano sempre maggiormente. Esistono diversi modi per allenarlo. Uno è quello di usare un caschetto con dei pesi, “come ho fatto più volte durante i mesi in cui preparavo la RAAM”. Solitamente lo si fa quando si esce in bici, ma è possibile farlo anche stando sui rulli. Un altro esercizio è quello di sdraiarsi sul letto, con la testa nel vuoto, quindi sollevarla su è giù. 5 serie da 20 ripetizioni sono un ottimo allenamento.
Per i professionisti o per i più allenati consiglio uno strumento in grado di migliorare sensibilmente le prestazioni, senza dover lasciare casa. Si chiama Forza Pura ed è una pedivella di mia invenzione, in pratica è come se fosse una palestra su pedali. La si può agganciare a uno spinning, oppure alla bici sui rulli e permette di fare molti esercizi. Essendo indipendente si possono fare diversi esercizi per far lavorare molto la muscolatura del quadricipite, del bicipite femorale, dei flessori dell’anca e del gluteo.
"Staying at home is not a good reason not to struggle. You can still make a good training."
Here is an interview with Nico Valsesia edited by mountain.tv
A cyclist does not need to become big, so it is possible to do many bodyweight exercises such as walking lunges. Keeping your back straight, step forward with your left (or right) leg, slightly longer than normal, and go down to touch the floor with your right (or left) knee. Repeat also for the other leg. 5 sets for 20 lunges are already a great workout. Squats are very useful for strengthening thighs and buttocks. These too can be done bodyweight, a good compromise and make 5 sets of 50.
The more trained can do the same exercises by putting a backpack on their shoulders with ten or twenty kilos of weight inside. To reach them you can use everyday objects, even bottles full of water are fine.
Cycling also has calves of importance and to keep them trained you can do a simple and effective exercise. It is sufficient to look for a step on which to place the front part of the foot, leaving the heel in a vacuum. At this point, go down as far as possible with the heel and then push upwards. The gesture is repeated several times. Here too, 5 sets of 40 bodyweight are a good workout. The more trained can increase the load with a backpack.
The abs are very useful on the bike. It is essential to practice some core stability exercises such as plank: place your forearms on the ground taking care to position them in a parallel position with each other and in a straight line with the shoulders. At this point, you rise on your toes, then hold your position for about thirty seconds. In addition to these it is very important to do many exercises to strengthen both low and high abs. A quick search on the net is enough to find different exercises to alternate.
The neck muscles are those that are neglected more and more. There are several ways to train it. One is to use a helmet with weights, "as I have done several times during the months when I was preparing the RAAM". Usually you do it when you go out on a bike, but you can also do it by standing on the rollers. Another exercise is to lie down on the bed, with your head in a vacuum, then lift it up and down. 5 sets of 20 reps are a great workout.
For professionals or for the more trained I recommend a tool that can significantly improve performance without having to leave home. It is called Forza Pura and it is a crank of my invention, in practice it is as if it were a gym on pedals. It can be attached to a spinning, or to the bike on the rollers and allows you to do many exercises. Being independent, you can do different exercises to make the muscles of the quadriceps, biceps femoris, hip flexors and buttocks work a lot.
Riportiamo un'intervista a Nico Valsesia a cura di montagna.tv
Un ciclista non ha la necessità di diventare grosso, quindi è possibile realizzare molti esercizi a corpo libero come per esempio gli affondi camminati. Tenendo la schiena dritta si fa un passo in avanti con la gamba sinistra (o destra), leggermente più lungo del normale, e si scende sfiorare il pavimento con il ginocchio destro (o sinistro). Ripetere anche per l’altra gamba. 5 serie per 20 affondi sono già un ottimo allenamento. Gli squat sono invece molto utili per rafforzare cosce e glutei. Anche questi possono essere fatti a corpo libero, un buon compromesso e fare 5 serie da 50.
I più allenati possono fare gli stessi esercizi mettendosi uno zaino sulle spalle con dentro dieci o venti chili di peso. Per raggiungerli si possono usare oggetti di tutti i giorni, anche bottiglie piene di acqua vanno benissimo.
In bici anche i polpacci hanno la loro importanza e per tenerli allenati si può fare un semplice quanto efficace esercizio. È sufficiente cercare un gradino su cui posizionare la parte anteriore del piede lasciando nel vuoto il tallone. A questo punto si scende verso il basso quanto più possibile con il tallone per poi spingere verso l’alto. Si ripete il gesto più volte. Anche qui 5 serie da 40 a corpo libero sono un buon allenamento. I più allenati possono aumentare il carico con uno zaino.
Gli addominali servono tantissimo in bici. È fondamentale praticare alcuni esercizi di core stability come il plank: si poggiano gli avambracci a terra avendo cura di posizionarli in posizione parallela tra loro e in linea retta con le spalle. A questo punto ci si solleva sulle punte dei piedi, quindi si mantiene la posizione per circa una trentina di secondi. Oltre a questi è molto importante fare molti esercizi per rafforzare gli addominali sia bassi che alti. È sufficiente una rapida ricerca in rete per trovare diversi esercizi da alternare.
I muscoli del collo sono quelli che si trascurano sempre maggiormente. Esistono diversi modi per allenarlo. Uno è quello di usare un caschetto con dei pesi, “come ho fatto più volte durante i mesi in cui preparavo la RAAM”. Solitamente lo si fa quando si esce in bici, ma è possibile farlo anche stando sui rulli. Un altro esercizio è quello di sdraiarsi sul letto, con la testa nel vuoto, quindi sollevarla su è giù. 5 serie da 20 ripetizioni sono un ottimo allenamento.
Per i professionisti o per i più allenati consiglio uno strumento in grado di migliorare sensibilmente le prestazioni, senza dover lasciare casa. Si chiama Forza Pura ed è una pedivella di mia invenzione, in pratica è come se fosse una palestra su pedali. La si può agganciare a uno spinning, oppure alla bici sui rulli e permette di fare molti esercizi. Essendo indipendente si possono fare diversi esercizi per far lavorare molto la muscolatura del quadricipite, del bicipite femorale, dei flessori dell’anca e del gluteo.
"Staying at home is not a good reason not to struggle. You can still make a good training."
Here is an interview with Nico Valsesia edited by mountain.tv
A cyclist does not need to become big, so it is possible to do many bodyweight exercises such as walking lunges. Keeping your back straight, step forward with your left (or right) leg, slightly longer than normal, and go down to touch the floor with your right (or left) knee. Repeat also for the other leg. 5 sets for 20 lunges are already a great workout. Squats are very useful for strengthening thighs and buttocks. These too can be done bodyweight, a good compromise and make 5 sets of 50.
The more trained can do the same exercises by putting a backpack on their shoulders with ten or twenty kilos of weight inside. To reach them you can use everyday objects, even bottles full of water are fine.
Cycling also has calves of importance and to keep them trained you can do a simple and effective exercise. It is sufficient to look for a step on which to place the front part of the foot, leaving the heel in a vacuum. At this point, go down as far as possible with the heel and then push upwards. The gesture is repeated several times. Here too, 5 sets of 40 bodyweight are a good workout. The more trained can increase the load with a backpack.
The abs are very useful on the bike. It is essential to practice some core stability exercises such as plank: place your forearms on the ground taking care to position them in a parallel position with each other and in a straight line with the shoulders. At this point, you rise on your toes, then hold your position for about thirty seconds. In addition to these it is very important to do many exercises to strengthen both low and high abs. A quick search on the net is enough to find different exercises to alternate.
The neck muscles are those that are neglected more and more. There are several ways to train it. One is to use a helmet with weights, "as I have done several times during the months when I was preparing the RAAM". Usually you do it when you go out on a bike, but you can also do it by standing on the rollers. Another exercise is to lie down on the bed, with your head in a vacuum, then lift it up and down. 5 sets of 20 reps are a great workout.
For professionals or for the more trained I recommend a tool that can significantly improve performance without having to leave home. It is called Forza Pura and it is a crank of my invention, in practice it is as if it were a gym on pedals. It can be attached to a spinning, or to the bike on the rollers and allows you to do many exercises. Being independent, you can do different exercises to make the muscles of the quadriceps, biceps femoris, hip flexors and buttocks work a lot.
lunedì 23 marzo 2020
Allenamenti indoor
Allenamenti a porte chiuse per tutti.
Professionisti inclusi.
In pochi metri quadrati non perdere il ritmo non è impresa semplice.
Grazie ai rulli e alla tecnologia, però, la soluzione c’è.
Ci sono software che ti permettono di calcolare i dislivelli percorsi, e magari di recuperare un percorso che hai fatto dal vivo l’estate precedente, riproponendo l’itinerario in virtuale, oppure puoi recuperare i file di alcuni ciclisti professionisti e provare il percorso della Milano-Sanremo o della Parigi-Roubaix - racconta Longa -.
Si può visualizzare tutto sullo schermo di un pc o di un tablet anche usando un rullo economico da 300-400 euro”.
Non esagerate con i rulli.
Non bisogna certo finire le energie e scendere di sella completamente debilitati per un allenamento casalingo. E' importante integrare la pedalata con esercizi a corpo libero o per l’equilibro, così che quando torneremo in sella, all’aperto, limiteremo gli scompensi specialmente alla parte superiore del corpo.
E poi stretching, almeno 5 minuti ben fatti al termine della sessione, yoga, e ginnastica posturale”.
Durante la pedalata è sufficiente bere acqua (700-800 millilitri all’ora) senza particolari integratori o sali minerali.
Indoor workouts for everyone.
Professionals included.
In a few square meters, not losing your pace is not an easy task.
Thanks to the rollers and technology, however, the solution is there.
There are software that allow you to calculate the differences in altitude traveled, and perhaps to retrieve a route that you did live the previous summer, proposing the itinerary in virtual, or you can retrieve the files of some professional cyclists and try the Milan route -Sanremo or Paris-Roubaix - says Longa -.
You can view everything on the screen of a PC or tablet even using an inexpensive 300-400 euro roller ".
Don't go overboard with the rollers.
You certainly don't have to run out of energy and get off the saddle completely debilitated for a home workout. It is important to integrate pedaling with bodyweight exercises or for balance, so that when we return to the saddle, outdoors, we will limit the decompensations especially to the upper body.
And then stretching, at least 5 minutes well done at the end of the session, yoga, and postural gymnastics ".
While pedaling, it is sufficient to drink water (700-800 milliliters per hour) without particular supplements or mineral salts.rulli
Professionisti inclusi.
In pochi metri quadrati non perdere il ritmo non è impresa semplice.
Grazie ai rulli e alla tecnologia, però, la soluzione c’è.
Ci sono software che ti permettono di calcolare i dislivelli percorsi, e magari di recuperare un percorso che hai fatto dal vivo l’estate precedente, riproponendo l’itinerario in virtuale, oppure puoi recuperare i file di alcuni ciclisti professionisti e provare il percorso della Milano-Sanremo o della Parigi-Roubaix - racconta Longa -.
Si può visualizzare tutto sullo schermo di un pc o di un tablet anche usando un rullo economico da 300-400 euro”.
Non esagerate con i rulli.
Non bisogna certo finire le energie e scendere di sella completamente debilitati per un allenamento casalingo. E' importante integrare la pedalata con esercizi a corpo libero o per l’equilibro, così che quando torneremo in sella, all’aperto, limiteremo gli scompensi specialmente alla parte superiore del corpo.
E poi stretching, almeno 5 minuti ben fatti al termine della sessione, yoga, e ginnastica posturale”.
Durante la pedalata è sufficiente bere acqua (700-800 millilitri all’ora) senza particolari integratori o sali minerali.
Indoor workouts for everyone.
Professionals included.
In a few square meters, not losing your pace is not an easy task.
Thanks to the rollers and technology, however, the solution is there.
There are software that allow you to calculate the differences in altitude traveled, and perhaps to retrieve a route that you did live the previous summer, proposing the itinerary in virtual, or you can retrieve the files of some professional cyclists and try the Milan route -Sanremo or Paris-Roubaix - says Longa -.
You can view everything on the screen of a PC or tablet even using an inexpensive 300-400 euro roller ".
Don't go overboard with the rollers.
You certainly don't have to run out of energy and get off the saddle completely debilitated for a home workout. It is important to integrate pedaling with bodyweight exercises or for balance, so that when we return to the saddle, outdoors, we will limit the decompensations especially to the upper body.
And then stretching, at least 5 minutes well done at the end of the session, yoga, and postural gymnastics ".
While pedaling, it is sufficient to drink water (700-800 milliliters per hour) without particular supplements or mineral salts.rulli
domenica 22 marzo 2020
venerdì 20 marzo 2020
Curiosità
- La velocità massima misurata alla guida di una biciclette su una superficie piana è di 133,75 km / h.
- Nel 1985, John Howard, ciclista olimpico e vincitore del triathlon Ironman negli Stati Uniti, stabilì il record di velocità mondiale su bicicletta quando raggiunse i 152,08 km / h in scia di un’auto appositamente progettata. Il record sarebbe durato fino al 3 ottobre 1995, quando il ciclista olandese Fred Rompelberg pedalò in scia di un dragster a 268.831 km / h, record che è ancora in piedi.
- Nel 2017, Mark Beaumont ha battuto il record mondiale di ciclismo in tutto il mondo, completando il percorso di 18.000 miglia in soli 79 giorni. Sono in media 240 miglia al giorno e oltre 16 ore in sella al giorno.
- Il popolare tipo di bicicletta BMX è stato creato negli anni ’70 come alternativa più economica alle gare di motocross.
- Un ciclista adulto ha in genere un livello di fitness equivalente a una persona di 10 anni più giovane e un’aspettativa di vita di ben due anni superiore alla media.
- The maximum speed measured when riding a bicycle on a flat surface is 133.75 km / h.
- In 1985, John Howard, an Olympic cyclist and winner of the Ironman triathlon in the United States, set the world speed record on a bicycle when it reached 152.08 km / h in the wake of a specially designed car. The record would last until October 3, 1995, when Dutch cyclist Fred Rompelberg pedaled in the wake of a dragster at 268,831 km / h, a record that is still standing.
- In 2017, Mark Beaumont broke the cycling world record worldwide, completing the 18,000-mile course in just 79 days. They are on average 240 miles per day and over 16 hours in the saddle per day.
- The popular type of BMX bicycle was created in the 1970s as a cheaper alternative to motocross racing.
- An adult cyclist generally has a level of fitness equivalent to a person 10 years younger and a life expectancy of two years above the average.
giovedì 19 marzo 2020
Lo sapevi che ...
- Il primo dispositivo di trasporto simile a una bicicletta fu creato nel 1817 dal barone tedesco Karl von Drais. Il suo design divenne noto come draisine o dandy horse, ma venne rapidamente sostituito con progetti di velocipede più avanzati con trasmissione a pedale.
- La bicicletta iniziò ad essere utilizzata diversi anni dopo che le prime biciclette apparvero in vendita. Quei primi modelli furono chiamati velocipedi.
- Le prime biciclette furono create in Francia, mentre il design “moderno” è nato in Inghilterra.
- Gli inventori che per primi concepirono le biciclette moderne furono fabbri o artigiani che fabbricavano carri.
- La prima bicicletta commercialmente venduta, “Boneshaker”, pesava 80 kg quando apparve in vendita nel 1868 a Parigi.
- Il prototipo della mountain bike non fu sviluppato fino al 1977.
- Le gomme piene d’aria sono state utilizzate sulle biciclette prima di essere utilizzate sulle automobili.
- The first transport device similar to a bike was created in 1817 by the German baron Karl von Drais. Its design became known as draisine or dandy horse, but was quickly replaced with more advanced velocipede designs with pedal transmission.
- The bicycle began to be used several years after the first bicycles appeared on sale. Those first models were called velocipedes.
- The first bicycles were created in France, while the "modern" design originated in England.
- The inventors who first conceived modern bicycles were blacksmiths or craftsmen who made wagons.
- The first commercially sold bicycle, "Boneshaker", weighed 80 kg when it appeared for sale in 1868 in Paris.
- The mountain bike prototype was not developed until 1977.
- Air-filled tires were used on bicycles before being used on cars.
Revonte One
E-bike a cambio automatico sempre più elettrica e meno bike. Questo è l’obiettivo di Revonte che con il modello One si rifà direttamente al mondo delle auto elettriche, allontanandosi dal modo di costruire una bici a pedalata assistita ma con pezzi da bici muscolare. Infatti la One ha una trasmissione diretta, detta stepless. Quindi niente cambio e marce.
Quindi il motore corre direttamente attraverso una serie di ingranaggi planetari non dissimili dal sistema che guida la Toyota Prius. C’è un motore elettrico che inserisce la coppia e un altro che gira per controllare la velocità del drive di uscita. Una catena collega la pedivella alla ruota posteriore in un design pulito, simile a quello di una bici a scatto fisso. Con ciò dovrebbe eliminare il salto della catena durando più a lungo, poiché i collegamenti non devono mai piegarsi.
La Revonte One ha una potenza nominale del motore da 250 Watt, come richiede la normativa dell’Unione europea per poter circolare liberamente su strada e nei boschi. Allo stesso tempo però produce 90 Nm di coppia e può raggiungere un picco di potenza da 1500 Watt. Tutte cose che fanno pensare che alla fine un’unità di azionamento integrata come questa potrebbe essere in grado di battere altre con coppia a cadenze più lente e con marce elevate.
Ma non è solo nel motore che Revonte One è innovativa. Infatti il computer di bordo integra un chip GPS e comunicazioni Bluetooth. Inoltre la App sviluppata dall’azienda finlandese è open source con moduli personalizzabili. Infatti il progetto di Revonte è quello di produrre prima di tutto software per altre aziende che decidano di dotare i propri mezzi del computer di bordo.
E-bike with automatic transmission increasingly electric and less bike. This is the goal of Revonte who with the One model goes directly to the world of electric cars, moving away from the way of building a pedal-assisted bike but with parts from a muscle bike. In fact, the One has a direct transmission, called stepless. So no change and gears.
Then the engine runs directly through a series of planetary gears not unlike the system that drives the Toyota Prius. There is an electric motor that engages the torque and another that turns to control the speed of the output drive. A chain connects the crank arm to the rear wheel in a clean design, similar to that of a fixed gear bike. With this it should eliminate the jump of the chain lasting longer, since the links must never bend.
The Revonte One has a rated power of the 250 Watt motor, as required by European Union legislation in order to be able to move freely on the road and in the woods. At the same time, however, it produces 90 Nm of torque and can reach a peak power of 1500 watts. All things that suggest that in the end an integrated drive unit like this could be able to beat others with slower torque and with high gears.
But it is not only in the engine that Revonte One is innovative. In fact, the on-board computer integrates a GPS chip and Bluetooth communications. In addition, the App developed by the Finnish company is open source with customizable modules. In fact, Revonte's project is to produce first of all software for other companies that decide to equip their vehicles with the on-board computer.
For this reason it is easy to add a "find my bike" function to your smartphone app or a "notify me if the bike is moving and I am not" or a "remote wheel lock". And so use Revonte's manual commands or program it to accept other commands at will.
Per questo è facile aggiungere una funzione “trova la mia bici” alla tua app per smartphone o un “avvisami se la bici si muove e io no” o un “blocco remoto della ruota”. E così usare i comandi manuali di Revonte o programmarlo per accettare anche altri comandi a piacimento.
Quindi il motore corre direttamente attraverso una serie di ingranaggi planetari non dissimili dal sistema che guida la Toyota Prius. C’è un motore elettrico che inserisce la coppia e un altro che gira per controllare la velocità del drive di uscita. Una catena collega la pedivella alla ruota posteriore in un design pulito, simile a quello di una bici a scatto fisso. Con ciò dovrebbe eliminare il salto della catena durando più a lungo, poiché i collegamenti non devono mai piegarsi.
La Revonte One ha una potenza nominale del motore da 250 Watt, come richiede la normativa dell’Unione europea per poter circolare liberamente su strada e nei boschi. Allo stesso tempo però produce 90 Nm di coppia e può raggiungere un picco di potenza da 1500 Watt. Tutte cose che fanno pensare che alla fine un’unità di azionamento integrata come questa potrebbe essere in grado di battere altre con coppia a cadenze più lente e con marce elevate.
Ma non è solo nel motore che Revonte One è innovativa. Infatti il computer di bordo integra un chip GPS e comunicazioni Bluetooth. Inoltre la App sviluppata dall’azienda finlandese è open source con moduli personalizzabili. Infatti il progetto di Revonte è quello di produrre prima di tutto software per altre aziende che decidano di dotare i propri mezzi del computer di bordo.
E-bike with automatic transmission increasingly electric and less bike. This is the goal of Revonte who with the One model goes directly to the world of electric cars, moving away from the way of building a pedal-assisted bike but with parts from a muscle bike. In fact, the One has a direct transmission, called stepless. So no change and gears.
Then the engine runs directly through a series of planetary gears not unlike the system that drives the Toyota Prius. There is an electric motor that engages the torque and another that turns to control the speed of the output drive. A chain connects the crank arm to the rear wheel in a clean design, similar to that of a fixed gear bike. With this it should eliminate the jump of the chain lasting longer, since the links must never bend.
The Revonte One has a rated power of the 250 Watt motor, as required by European Union legislation in order to be able to move freely on the road and in the woods. At the same time, however, it produces 90 Nm of torque and can reach a peak power of 1500 watts. All things that suggest that in the end an integrated drive unit like this could be able to beat others with slower torque and with high gears.
But it is not only in the engine that Revonte One is innovative. In fact, the on-board computer integrates a GPS chip and Bluetooth communications. In addition, the App developed by the Finnish company is open source with customizable modules. In fact, Revonte's project is to produce first of all software for other companies that decide to equip their vehicles with the on-board computer.
For this reason it is easy to add a "find my bike" function to your smartphone app or a "notify me if the bike is moving and I am not" or a "remote wheel lock". And so use Revonte's manual commands or program it to accept other commands at will.
Per questo è facile aggiungere una funzione “trova la mia bici” alla tua app per smartphone o un “avvisami se la bici si muove e io no” o un “blocco remoto della ruota”. E così usare i comandi manuali di Revonte o programmarlo per accettare anche altri comandi a piacimento.
mercoledì 18 marzo 2020
Cerebellum One
Il tema della sicurezza in bicicletta è da sempre al centro di discussioni senza fine. Ma come implementare sistemi sempre più efficaci per permettere ai ciclisti di pedalare in condizioni di maggiore tranquillità? Il dispositivo su cui è più facile intervenire è senz’altro il casco. In questo filone si inserisce il Briko Cerebellum One.
“Abbiamo provato a trasformare il casco da uno strumento di protezione passiva a uno strumento di protezione attiva” spiega Carlo Boroli, global brand manager dell’azienda specializzata nella produzione di dispositivi di sicurezza per sci e ciclismo. “Cerebellum One – prosegue – è il primo casco al mondo dotato di un ‘cervelletto’ che trasmette informazioni allo smartphone posizionato sul manubrio della bici e che dà in tempo reale una serie di informazioni molto importanti per il ciclista”. A cominciare dallo specchietto retrovisore, fino a un sensore di prossimità posteriore e a un allarme in caso di incidente inviato via sms a un numero predefinito.
Sotto la calotta del casco, infatti, sono presenti un microprocessore intelligente che integra un radar, due telecamere Full HD anteriore e posteriore, un multisensore Gps e un giroscopio. Una volta collegato allo smartphone, dunque, il casco offre sette funzionalità come lo specchietto retrovisore, un radar anti-investimento, un crash alert via sms, una scatola nera, una luce di posizione a led, due telecamere per foto e video in Full HD e un avviso di disidratazione.
In caso di incidente con un veicolo o di caduta accidentale, Cerebellum One invia in automatico un sms geolocalizzato a un contatto selezionato dall’utente in modo da informarlo e consentirgli di avvertire i soccorsi. Nello stesso momento, la scatola nera integrata archivia in cloud le immagini dei 2 minuti precedenti e immediatamente successivi all’impatto utili a ricostruire la dinamica dell’incidente ed eventuali responsabilità.
In più, attraverso appositi sensori, il casco è in grado di rilevare la temperatura e la sudorazione del ciclista che, in caso di necessità, riceve sullo smartphone un avviso per evitare problemi di disidratazione.
“Abbiamo provato a trasformare il casco da uno strumento di protezione passiva a uno strumento di protezione attiva” spiega Carlo Boroli, global brand manager dell’azienda specializzata nella produzione di dispositivi di sicurezza per sci e ciclismo. “Cerebellum One – prosegue – è il primo casco al mondo dotato di un ‘cervelletto’ che trasmette informazioni allo smartphone posizionato sul manubrio della bici e che dà in tempo reale una serie di informazioni molto importanti per il ciclista”. A cominciare dallo specchietto retrovisore, fino a un sensore di prossimità posteriore e a un allarme in caso di incidente inviato via sms a un numero predefinito.
Sotto la calotta del casco, infatti, sono presenti un microprocessore intelligente che integra un radar, due telecamere Full HD anteriore e posteriore, un multisensore Gps e un giroscopio. Una volta collegato allo smartphone, dunque, il casco offre sette funzionalità come lo specchietto retrovisore, un radar anti-investimento, un crash alert via sms, una scatola nera, una luce di posizione a led, due telecamere per foto e video in Full HD e un avviso di disidratazione.
In caso di incidente con un veicolo o di caduta accidentale, Cerebellum One invia in automatico un sms geolocalizzato a un contatto selezionato dall’utente in modo da informarlo e consentirgli di avvertire i soccorsi. Nello stesso momento, la scatola nera integrata archivia in cloud le immagini dei 2 minuti precedenti e immediatamente successivi all’impatto utili a ricostruire la dinamica dell’incidente ed eventuali responsabilità.
In più, attraverso appositi sensori, il casco è in grado di rilevare la temperatura e la sudorazione del ciclista che, in caso di necessità, riceve sullo smartphone un avviso per evitare problemi di disidratazione.
gazzetta.it |
The topic of cycling safety has always been at the center of endless discussions. But how to implement increasingly effective systems to allow cyclists to pedal in conditions of greater tranquility? The device on which it is easier to intervene is undoubtedly the helmet. Briko Cerebellum One is part of this trend.
"We tried to transform the helmet from a passive protection tool to an active protection tool" explains Carlo Boroli, global brand manager of the company specialized in the production of safety devices for skiing and cycling. "Cerebellum One - he continues - is the first helmet in the world equipped with a 'cerebellum' which transmits information to the smartphone positioned on the handlebar of the bike and which gives in real time a series of very important information for the cyclist". Starting with the rear view mirror, up to a rear proximity sensor and an alarm in the event of an accident sent via SMS to a predefined number.
Under the helmet shell, in fact, there are an intelligent microprocessor that integrates a radar, two front and rear Full HD cameras, a GPS multi-sensor and a gyroscope. Once connected to the smartphone, therefore, the helmet offers seven features such as the rear view mirror, an anti-investment radar, a crash alert via sms, a black box, a LED position light, two cameras for photos and videos in Full HD and a warning of dehydration.
In the event of an accident with a vehicle or an accidental fall, Cerebellum One automatically sends a geolocalized text message to a contact selected by the user in order to inform him and allow him to notify the rescuers. At the same time, the integrated black box stores the images of the 2 minutes before and immediately after the impact in the cloud, useful for reconstructing the dynamics of the accident and any responsibilities.
In addition, through special sensors, the helmet is able to detect the temperature and sweating of the cyclist who, in case of need, receives a warning on the smartphone to avoid dehydration problems.
martedì 17 marzo 2020
Intrigante cammino di Santiago… in bicicletta
Le emozioni vissute e i percorsi intrapresi durante i viaggi verso Santiago de Compostela sono stati tradotti in un romanzo, uscito a novembre 2019 per Montedit e scritto da Nicolangelo Faraco.
Il marcato accento bolognese ne renderebbe subito dubbia la provenienza, se non fosse che è da Cologno Monzese che parte in sella alla sua bici per girare il mondo. E il mondo – da Israele al Regno Unito, dalla Francia alla Spagna – lo accoglie a braccia aperte ogni volta che lo visita pedalando.
Nicolangelo Faraco ha 62 anni, ma la voglia di guardarsi intorno – acquisita probabilmente già in tenera età – non l’ha mai abbandonato: nato a Lauria, in provincia di Potenza, si è trasferito con la famiglia nel capoluogo emiliano a soli 4 anni, per restarvi fino all’età adulta, quando per amore si è spostato nell’hinterland milanese. Da sempre appassionato di attività sportive, ha dedicato diversi anni al tennis, per poi scoprire «quasi per caso» la bicicletta, diventata poi suo – secondo – grande amore.
Il libro non racconta solo la sua storia, ma anche quella delle persone che ha incontrato e dei luoghi che ha visitato. Tutti dal punto di vista di un personaggio di fantasia che ripercorre le stesse strade, ne assapora gli stessi profumi.
«Si tratta di una guida che può essere utile a chi non ha mai fatto il Cammino e vorrebbe sapere che cosa si prova e cosa si incontra. Ho voluto metterlo in chiave romanzo, raccontando sensazioni ed emozioni che ho vissuto ma decentrando la mia persona, stando in disparte. Le strade, le salite, i paesi e i percorsi sono del tutto reali». In programma c’è anche una presentazione a Villa Fiorita, a Cernusco.
Un risultato inaspettato che ha visto partecipe un luogo con il quale ha un forte legame: la sua Basilicata. «Nel luglio dell’anno scorso, quando ho ricevuto la notizia della pubblicazione, ero in montagna con i miei amici del Ciclo Club di Lauria. Abbiamo festeggiato e mi hanno proposto di presentarlo in paese: hanno preso una grande sala del comune, erano presenti più di cento persone, mi sono sentito bene».
La prima presentazione del libro che racconta la sua passione che avviene proprio lì dov’è nato, la metaforica chiusura di un cerchio. È partito a soli 4 anni e sta girando il mondo in sella alla bici, ma le sue radici non si sono mai spezzate.
Il marcato accento bolognese ne renderebbe subito dubbia la provenienza, se non fosse che è da Cologno Monzese che parte in sella alla sua bici per girare il mondo. E il mondo – da Israele al Regno Unito, dalla Francia alla Spagna – lo accoglie a braccia aperte ogni volta che lo visita pedalando.
Nicolangelo Faraco ha 62 anni, ma la voglia di guardarsi intorno – acquisita probabilmente già in tenera età – non l’ha mai abbandonato: nato a Lauria, in provincia di Potenza, si è trasferito con la famiglia nel capoluogo emiliano a soli 4 anni, per restarvi fino all’età adulta, quando per amore si è spostato nell’hinterland milanese. Da sempre appassionato di attività sportive, ha dedicato diversi anni al tennis, per poi scoprire «quasi per caso» la bicicletta, diventata poi suo – secondo – grande amore.
Il libro non racconta solo la sua storia, ma anche quella delle persone che ha incontrato e dei luoghi che ha visitato. Tutti dal punto di vista di un personaggio di fantasia che ripercorre le stesse strade, ne assapora gli stessi profumi.
«Si tratta di una guida che può essere utile a chi non ha mai fatto il Cammino e vorrebbe sapere che cosa si prova e cosa si incontra. Ho voluto metterlo in chiave romanzo, raccontando sensazioni ed emozioni che ho vissuto ma decentrando la mia persona, stando in disparte. Le strade, le salite, i paesi e i percorsi sono del tutto reali». In programma c’è anche una presentazione a Villa Fiorita, a Cernusco.
Un risultato inaspettato che ha visto partecipe un luogo con il quale ha un forte legame: la sua Basilicata. «Nel luglio dell’anno scorso, quando ho ricevuto la notizia della pubblicazione, ero in montagna con i miei amici del Ciclo Club di Lauria. Abbiamo festeggiato e mi hanno proposto di presentarlo in paese: hanno preso una grande sala del comune, erano presenti più di cento persone, mi sono sentito bene».
La prima presentazione del libro che racconta la sua passione che avviene proprio lì dov’è nato, la metaforica chiusura di un cerchio. È partito a soli 4 anni e sta girando il mondo in sella alla bici, ma le sue radici non si sono mai spezzate.
The emotions experienced and the paths taken during the trips to Santiago de Compostela have been translated into a novel, published in November 2019 for Montedit and written by Nicolangelo Faraco.
The marked Bolognese accent would immediately make its origin doubtful, except that it is from Cologno Monzese that he starts riding his bike to travel the world. And the world - from Israel to the United Kingdom, from France to Spain - welcomes him with open arms every time he visits it pedaling.
Nicolangelo Faraco is 62 years old, but the desire to look around - probably acquired at an early age - has never left him: born in Lauria, in the province of Potenza, he moved with his family to the Emilian capital at only 4 years old, to stay there until adulthood, when for love he moved to the Milanese hinterland. Always passionate about sports, he dedicated several years to tennis, and then discovered "almost by accident" the bicycle, which later became his - second - great love.
The book not only tells its story, but also that of the people it met and the places it visited. All from the point of view of a fantasy character who traces the same roads, he tastes the same perfumes.
«It is a guide that can be useful to those who have never done the Way and would like to know what it is like and what you encounter. I wanted to put it in a novel key, telling feelings and emotions that I experienced but decentralizing my person, being on the sidelines. The roads, the climbs, the villages and the routes are completely real ". There will also be a presentation at Villa Fiorita, in Cernusco.
An unexpected result that saw a place with which it has a strong connection: its Basilicata. "In July last year, when I received the news of the publication, I was in the mountains with my friends from the Lauria Cycle Club. We celebrated and they proposed to present it in the village: they took a large hall in the town hall, more than a hundred people were present, I felt good ».
The first presentation of the book that tells of his passion that takes place right where he was born, the metaphorical closing of a circle. He started at just 4 years old and is traveling the world on a bicycle, but his roots have never broken.
lunedì 16 marzo 2020
Il Museo della Bicicletta di Bra
Il Museo della Bicicletta di Bra si attesta al decimo posto della speciale classifica dei musei dedicati alla categoria dello sport a pedali.
Qui sono esposte tante biciclette, quella da bersagliere del 1900, da panettiere, da arrotino, da spazzacamino, da pompiere, da lattaio, da stagnino, da portalettere e da gelatiere, che hanno trovato posto vicino ad altre pietre miliari come la bici della campionessa di handbike Francesca Fenocchio oppure quella da corsa del 1935 con il primo cambio Campagnolo a bacchetta posteriore, usata anche da Gino Bartali e Fausto Coppi.
Tra le meraviglie da vedere, anche la bicicletta da barbiere, perfettamente attrezzata con gli strumenti del mestiere, donati dal compianto socio Giovanni Masoero, recentemente scomparso all’età di 84 anni e così ricordato dal presidente ed ideatore del Museo, Cavaliere Luciano Cravero: “ Dietro ciascuna bici c’è un pezzo della nostra storia, ricostruita grazie all’impegno e alla generosità di tanti soci, come Giovanni Masoero, che ha donato tutta la sua attrezzatura di barberia per allestire la bicicletta a tema. Alla famiglia del caro Giovanni, esprimo tante condoglianze da parte mia e di tutti i soci del Museo”.
courtesy of http://www.targatocn.it/ |
The Bicycle Museum of Bra is in tenth place in the special ranking of museums dedicated to the category of pedal sports.
Many bicycles are on display here, the one from 1900's bersagliere, from baker, knife-grinder, chimney sweep, milkman, tinman, postman and ice cream maker, who have found a place near other milestones such as the champion's bike Francesca Fenocchio's handbike or the 1935 racing one with the first Campagnolo rear rod gearbox, also used by Gino Bartali and Fausto Coppi.
Among the wonders to be seen, also the barber bicycle, perfectly equipped with the tools of the trade, donated by the late partner Giovanni Masoero, recently passed away at the age of 84 and thus remembered by the president and creator of the Museum, Cavaliere Luciano Cravero: " Behind each bike there is a piece of our history, rebuilt thanks to the commitment and generosity of many members, such as Giovanni Masoero, who donated all his barber equipment to set up the themed bicycle. To the family of dear Giovanni, I express many condolences from me and from all the members of the Museum ".
domenica 15 marzo 2020
sabato 14 marzo 2020
Donne in bicicletta
In biciletta per cambiare la società e superare in volata pregiudizi e luoghi comuni. Il libro di Antonella Stelitano, che da anni si occupa di sport e diritti umani, dal titolo Donne in bicicletta è un almanacco documentato e ricco. Le storie delle prime donne in pantaloncini alle gare su pista di inizio Novecento aprono la strada verso l’emancipazione e una parità di genere da conquistare chilometro dopo chilometro. Ma tutto è partito cento e più anni fa da quel coraggio, da quelle donne controcorrente: «Se oggi molte giovani atlete possono contare su una squadra, uno sponsor, un allenatore, un preparatore atletico e un calendario di gare, lo devono a quelle coraggiose pioniere – dice l’autrice – . Il percorso è ancora lungo e sicuramente non facile, ma sono certa che, come le loro colleghe del secolo scorso, neanche loro si arrenderanno al motto “testa bassa e pedalare”».
I pensieri di alcune fra le cicliste italiane più conosciute sono passato e presente. Ascoltiamole.
Alfonsina Strada (1891-1959), prima e unica donna ad aver corso un Giro d’Italia con gli uomini nel 1924
«Ho le gambe buone, i pubblici di tutta Italia mi trattano con entusiasmo. Non sono pentita. Ho avuto amarezze, qualcuno mi ha schernita ma io sono soddisfatta e so di aver fatto bene».
Maria Canins, due Tour de France, un Giro d’Italia e decine di vittorie internazionali
«Corro per le spese. Se mi pagano viaggio e alloggio, sono già contenta. Il professionismo non c’è. Lo stipendio non esiste»
Antonella Bellutti, oro ad Atlanta 1996 (inseguimento) e a Sydney 2000 (corsa a punti)
«C’è ancora una strada tutta in salita da percorrere e sarebbe bello che donne e uomini pedalassero insieme. Perché non c’è democrazia senza la libertà e il rispetto dovuto alle donne. L’unica catena che ci rende liberi è quella della bicicletta».
Elisa Longo Borghini, bronzo a Rio 2016 nella gara su strada
«Sarei per uno sport senza distinzioni di genere. Mi piacerebbe considerare lo sport come universale, senza dover dire maschio o femmina. Dovrebbe essere la cosa più democratica perché non ci sono differenze fra chi gioca a pallone, chi corre, chi va in bici. Tutti uguali, persone e basta».
Infine, se volete regalare alle vostre ragazze (e ai vostri ragazzi) un libro di tenacia e fantasia, Il giro del mondo in bicicletta. La straordinaria avventura di una donna alla conquista della libertà di Peter Zheutlin è una scelta sicura. Racconta le imprese di Annie “Londonderry” Kopchovsky (Riga 1870-New York 1947) che, per scommessa, nel 1894-1895 fu la prima donna a fare il giro del mondo in bici. Si autofinanziava vendendo spazi pubblicitari sulla bici o fotografie, e scriveva quotidiane corrispondenze per il New York World. Questa travel blogger dell’Ottocento ritorna a Chicago il 12 settembre 1895, due settimane prima della scadenza concordata per la scommessa: «Sono una donna nuova e questo significa che adesso sono in grado di fare qualsiasi cosa faccia un uomo».
On bicycles to change society and overcome prejudices and clichés in the sprint. Antonella Stelitano's book, which for years has been dealing with sports and human rights, entitled Women on a bicycle is a documented and rich almanac. The stories of the first women in shorts at the track races of the early twentieth century open the way to emancipation and gender equality to be conquered kilometer after kilometer. But it all started a hundred and more years ago from that courage, from those counter-current women: «If today many young athletes can count on a team, a sponsor, a coach, an athletic trainer and a calendar of competitions, they owe it to the brave ones pioneer - says the author -. The path is still long and certainly not easy, but I am sure that, like their colleagues from the last century, they too will not surrender to the motto "head down and pedaling" ».
The thoughts of some of the most well-known Italian cyclists are past and present. Listen to them.
Alfonsina Strada (1891-1959), first and only woman to have raced a Giro d'Italia with men in 1924
«I have good legs, audiences from all over Italy treat me with enthusiasm. I am not repentant. I had bitterness, someone mocked me but I am satisfied and I know I did well ».
Maria Canins, two Tour de France, a Tour of Italy and dozens of international victories "I run for the expenses. If I pay for travel and accommodation, I'm already happy. Professionalism is not there. The salary does not exist »
Antonella Bellutti, gold in Atlanta 1996 (chase) and Sydney 2000 (race by points)
"There is still an uphill road to go and it would be nice for women and men to pedal together. Because there is no democracy without the freedom and respect due to women. The only chain that sets us free is that of the bicycle ".
Elisa Longo Borghini, bronze in Rio 2016 in the road race
«I would be for a sport without gender distinctions. I would like to consider sport as universal, without having to say male or female. It should be the most democratic thing because there are no differences between those who play football, those who run, those who ride bikes. All the same, just people ».
Finally, if you want to give your girls (and your boys) a book of tenacity and fantasy, the world tour by bicycle. The extraordinary adventure of a woman to conquer the freedom of Peter Zheutlin is a safe choice. It tells the exploits of Annie "Londonderry" Kopchovsky (Riga 1870-New York 1947) who, as a bet, in 1894-1895 was the first woman to travel around the world by bike. He financed himself by selling advertising space on his bike or photographs, and wrote daily correspondences for New York World. This nineteenth-century travel blogger returns to Chicago on September 12, 1895, two weeks before the agreed deadline for the bet: "I am a new woman and this means that I am now able to do anything a man does."
I pensieri di alcune fra le cicliste italiane più conosciute sono passato e presente. Ascoltiamole.
Alfonsina Strada (1891-1959), prima e unica donna ad aver corso un Giro d’Italia con gli uomini nel 1924
«Ho le gambe buone, i pubblici di tutta Italia mi trattano con entusiasmo. Non sono pentita. Ho avuto amarezze, qualcuno mi ha schernita ma io sono soddisfatta e so di aver fatto bene».
Maria Canins, due Tour de France, un Giro d’Italia e decine di vittorie internazionali
«Corro per le spese. Se mi pagano viaggio e alloggio, sono già contenta. Il professionismo non c’è. Lo stipendio non esiste»
Antonella Bellutti, oro ad Atlanta 1996 (inseguimento) e a Sydney 2000 (corsa a punti)
«C’è ancora una strada tutta in salita da percorrere e sarebbe bello che donne e uomini pedalassero insieme. Perché non c’è democrazia senza la libertà e il rispetto dovuto alle donne. L’unica catena che ci rende liberi è quella della bicicletta».
Elisa Longo Borghini, bronzo a Rio 2016 nella gara su strada
«Sarei per uno sport senza distinzioni di genere. Mi piacerebbe considerare lo sport come universale, senza dover dire maschio o femmina. Dovrebbe essere la cosa più democratica perché non ci sono differenze fra chi gioca a pallone, chi corre, chi va in bici. Tutti uguali, persone e basta».
Infine, se volete regalare alle vostre ragazze (e ai vostri ragazzi) un libro di tenacia e fantasia, Il giro del mondo in bicicletta. La straordinaria avventura di una donna alla conquista della libertà di Peter Zheutlin è una scelta sicura. Racconta le imprese di Annie “Londonderry” Kopchovsky (Riga 1870-New York 1947) che, per scommessa, nel 1894-1895 fu la prima donna a fare il giro del mondo in bici. Si autofinanziava vendendo spazi pubblicitari sulla bici o fotografie, e scriveva quotidiane corrispondenze per il New York World. Questa travel blogger dell’Ottocento ritorna a Chicago il 12 settembre 1895, due settimane prima della scadenza concordata per la scommessa: «Sono una donna nuova e questo significa che adesso sono in grado di fare qualsiasi cosa faccia un uomo».
On bicycles to change society and overcome prejudices and clichés in the sprint. Antonella Stelitano's book, which for years has been dealing with sports and human rights, entitled Women on a bicycle is a documented and rich almanac. The stories of the first women in shorts at the track races of the early twentieth century open the way to emancipation and gender equality to be conquered kilometer after kilometer. But it all started a hundred and more years ago from that courage, from those counter-current women: «If today many young athletes can count on a team, a sponsor, a coach, an athletic trainer and a calendar of competitions, they owe it to the brave ones pioneer - says the author -. The path is still long and certainly not easy, but I am sure that, like their colleagues from the last century, they too will not surrender to the motto "head down and pedaling" ».
The thoughts of some of the most well-known Italian cyclists are past and present. Listen to them.
Alfonsina Strada (1891-1959), first and only woman to have raced a Giro d'Italia with men in 1924
«I have good legs, audiences from all over Italy treat me with enthusiasm. I am not repentant. I had bitterness, someone mocked me but I am satisfied and I know I did well ».
Maria Canins, two Tour de France, a Tour of Italy and dozens of international victories "I run for the expenses. If I pay for travel and accommodation, I'm already happy. Professionalism is not there. The salary does not exist »
Antonella Bellutti, gold in Atlanta 1996 (chase) and Sydney 2000 (race by points)
"There is still an uphill road to go and it would be nice for women and men to pedal together. Because there is no democracy without the freedom and respect due to women. The only chain that sets us free is that of the bicycle ".
Elisa Longo Borghini, bronze in Rio 2016 in the road race
«I would be for a sport without gender distinctions. I would like to consider sport as universal, without having to say male or female. It should be the most democratic thing because there are no differences between those who play football, those who run, those who ride bikes. All the same, just people ».
Finally, if you want to give your girls (and your boys) a book of tenacity and fantasy, the world tour by bicycle. The extraordinary adventure of a woman to conquer the freedom of Peter Zheutlin is a safe choice. It tells the exploits of Annie "Londonderry" Kopchovsky (Riga 1870-New York 1947) who, as a bet, in 1894-1895 was the first woman to travel around the world by bike. He financed himself by selling advertising space on his bike or photographs, and wrote daily correspondences for New York World. This nineteenth-century travel blogger returns to Chicago on September 12, 1895, two weeks before the agreed deadline for the bet: "I am a new woman and this means that I am now able to do anything a man does."
venerdì 13 marzo 2020
Jeep e-Bike
È la prima bicicletta elettrica prodotta dalla casa automobilistica statunitense dedicata a tutti coloro che amano l’off-road ma non possono permettersi di acquistare un 4×4 oppure preferiscono non inquinare l’ambiente.
E' stata ideata per l’uso fuoristrada, infatti dispone di grossi pneumatici da 26″ per poter viaggiare su tutti i tipi di terreno che la bici può incontrare, compresi neve e rocce eun sistema di sospensioni molto simile a quello di una bici enduro, da 150 mm sulla parte anteriore e da 120 mm su quella posteriore. Queste due caratteristiche rendono la bici elettrica più morbida.
Il motore elettrico presente sulla e-Bike ha una potenza di 750W, più che sufficiente per spingerla sulla maggior parte dei percorsi off-road. La potenza può essere erogata tramite la pedalata assistita o l’acceleratore a pollice, a seconda della configurazione scelta.
Freni a disco idraulici a quattro pistoncini con diametro di 203 mm sia davanti che dietro.
La casa automobilistica statunitense ha collaborato con QuietKat per lo sviluppo di alcuni accessori dedicati alla bici. Il prezzo di partenza è di 5899 dollari (5306 euro) e può essere preordinata da subito mentre le spedizioni inizieranno a giugno 2020.
Cosa ne pensate?
It is the first electric bicycle produced by the American car manufacturer dedicated to all those who love off-road but cannot afford to buy a 4 × 4 or prefer not to pollute the environment.
It was designed for off-road use, in fact it has large 26 ″ tires to travel on all types of terrain that the bike can encounter, including snow and rocks and a suspension system very similar to that of an enduro bike, 150 mm on the front and 120 mm on the rear. These two features make the electric bike softer.
The electric motor on the e-Bike has a power of 750W, more than enough to push it on most off-road routes. Power can be delivered via pedal assistance or thumb throttle, depending on the configuration chosen.
Four-piston hydraulic disc brakes with 203 mm diameter both front and rear.
The American car manufacturer has collaborated with QuietKat for the development of some accessories dedicated to the bike. The starting price is $ 5899 (5306 euros) and can be pre-ordered immediately as shipments begin in June 2020.
What's your opinion?
E' stata ideata per l’uso fuoristrada, infatti dispone di grossi pneumatici da 26″ per poter viaggiare su tutti i tipi di terreno che la bici può incontrare, compresi neve e rocce eun sistema di sospensioni molto simile a quello di una bici enduro, da 150 mm sulla parte anteriore e da 120 mm su quella posteriore. Queste due caratteristiche rendono la bici elettrica più morbida.
Il motore elettrico presente sulla e-Bike ha una potenza di 750W, più che sufficiente per spingerla sulla maggior parte dei percorsi off-road. La potenza può essere erogata tramite la pedalata assistita o l’acceleratore a pollice, a seconda della configurazione scelta.
Freni a disco idraulici a quattro pistoncini con diametro di 203 mm sia davanti che dietro.
La casa automobilistica statunitense ha collaborato con QuietKat per lo sviluppo di alcuni accessori dedicati alla bici. Il prezzo di partenza è di 5899 dollari (5306 euro) e può essere preordinata da subito mentre le spedizioni inizieranno a giugno 2020.
Cosa ne pensate?
It is the first electric bicycle produced by the American car manufacturer dedicated to all those who love off-road but cannot afford to buy a 4 × 4 or prefer not to pollute the environment.
It was designed for off-road use, in fact it has large 26 ″ tires to travel on all types of terrain that the bike can encounter, including snow and rocks and a suspension system very similar to that of an enduro bike, 150 mm on the front and 120 mm on the rear. These two features make the electric bike softer.
The electric motor on the e-Bike has a power of 750W, more than enough to push it on most off-road routes. Power can be delivered via pedal assistance or thumb throttle, depending on the configuration chosen.
Four-piston hydraulic disc brakes with 203 mm diameter both front and rear.
The American car manufacturer has collaborated with QuietKat for the development of some accessories dedicated to the bike. The starting price is $ 5899 (5306 euros) and can be pre-ordered immediately as shipments begin in June 2020.
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giovedì 12 marzo 2020
MaGio Bike Tour
In un’atmosfera surreale, in una piazza del Popolo deserta, nel primo giorno di “coprifuoco” imposto dal nuovo decreto del Governo anti-coronavirus, torna a Ravenna, sette anni dopo, il Magio Bike Tour.
Si tratta del giro del mondo in bicicletta di due ragazzi ravennati, Marco Meini e Giovanni Gondolini, partiti da Ravenna nel febbraio del 2013 in sella alle loro biciclette, accompagnati virtualmente dal nostro giornale, che ha pubblicato nel corso degli anni le loro testimonianze.
Meini ha abbandonato l’avventura nel 2016 per amore, mettendo su famiglia in Canada, mentre Gondolini ha proseguito fino a oggi, raggiunto dal fratello, fatta eccezione per il ritorno obbligato di fine 2017, quando si è dovuto sottoporre a un intervento chirurgico per la frattura del tendine d’achille riportata in Cile.
Oggi il ritorno, nel pieno dell’emergenza coronavirus, con oltre 90mila chilometri pedalati in sette anni, attraversando 70 paesi. Il fratello Francesco invece in tre anni di giro del mondo ne ha percorsi oltre 40mila, attraversando 33 Paesi.
Si tratta del giro del mondo in bicicletta di due ragazzi ravennati, Marco Meini e Giovanni Gondolini, partiti da Ravenna nel febbraio del 2013 in sella alle loro biciclette, accompagnati virtualmente dal nostro giornale, che ha pubblicato nel corso degli anni le loro testimonianze.
Meini ha abbandonato l’avventura nel 2016 per amore, mettendo su famiglia in Canada, mentre Gondolini ha proseguito fino a oggi, raggiunto dal fratello, fatta eccezione per il ritorno obbligato di fine 2017, quando si è dovuto sottoporre a un intervento chirurgico per la frattura del tendine d’achille riportata in Cile.
Oggi il ritorno, nel pieno dell’emergenza coronavirus, con oltre 90mila chilometri pedalati in sette anni, attraversando 70 paesi. Il fratello Francesco invece in tre anni di giro del mondo ne ha percorsi oltre 40mila, attraversando 33 Paesi.
ravennatoday.it |
In a surreal atmosphere, in a deserted Piazza del Popolo, on the first day of "curfew" imposed by the new decree of the anti-coronavirus government, the Magio Bike Tour returns to Ravenna seven years later.
This is the bicycle tour of the world of two boys from Ravenna, Marco Meini and Giovanni Gondolini, who left Ravenna on February 2013 on their bikes, virtually accompanied by our newspaper, which has published their testimonies over the years.
Meini left the adventure in 2016 for love, starting a family in Canada, while Gondolini has continued to this day, joined by his brother, except for the obligatory return at the end of 2017, when he had to undergo surgery for the Achilles tendon fracture reported in Chile.
Today the return, in the midst of the coronavirus emergency, with over 90 thousand kilometers pedaled in seven years, crossing 70 countries. On the other hand, his brother Francesco, in three years of traveling around the world, has traveled over 40 thousand, crossing 33 countries.
mercoledì 11 marzo 2020
Berliner Mauerweg
https://www.viagginbici.com/ |
Il 9 novembre 1989 è il giorno della caduta del muro che circondava Berlino Ovest, che aveva diviso in due la città per 28 anni, giorno in cui il governo tedesco-orientale riaprì le frontiere con la Repubblica Federale.
Ebbene là dove c’era il muro ora c’è una ciclabile. E così le due ruote passano e viaggiano sopra la storia, quasi a sigillare la bicicletta come mezzo pacifico e che accomuna. Un percorso lungo oltre 160 km, pedalando nei luoghi sorvegliati dai soldati della Ddr.
Si chiama Berliner Mauerweg, la Pista del Muro di Berlino, e si può pedalare tranquillamente, immersi in un viaggio urbano che volendo può durare quasi una settimana. La pista fu costruita tra il 2002 al 2006 ed è dotata di 40 stazioni collegate, da 14 tratte ognuna tra i 7 e i 21 km, dove i turisti possono fare un’immersione nella città reale e insieme in quella creata fittiziamente da Yalta.
Si incontrano tratti di muro lasciati in piedi e centri di documentazione, memoria, musei, monumenti come il Muro che Affonda.
Il percorso più “storico”, di circa 115 km, è stato diviso, sul sito Berlin.de in cinque lingue e in tre macropercorsi. Il primo di questi è quello che più segue le zone “calde” della Guerra Fredda, Hermsdorf – Mitte – Schönefeld: 50 km percorribili da chiunque anche in giornata; tutti i punti d’attrazione sono georeferenziati e il viaggiatore ha bisogno solo di uno smartphone per sapere dove andare e cosa sta vedendo. Gli altri due percorsi sono di lunghezza simile, 45 km Schönefeld – Lichterfelde – Griebnitzsee e 65 km – Griebnitzsee – Spandau – Hermsdorf.
https://www.viagginbici.com/ |
Well where there was the wall there is now a cycle path. And so the two wheels pass and travel over history, as if to seal the bicycle as a peaceful and common vehicle. A path over 160 km long, pedaling in the places supervised by DDR soldiers.
It's called Berliner Mauerweg, the Track of the Berlin Wall, and you can pedal safely, immersed in an urban journey that if desired can last almost a week. The track was built between 2002 and 2006 and has 40 connected stations, from 14 sections each between 7 and 21 km, where tourists can dive into the real city and together in the one fictitiously created by Yalta.
There are sections of wall left standing and centers of documentation, memory, museums, monuments such as the sinking wall.
The most “historic” route, about 115 km long, was divided into five languages and three macro-routes on the Berlin.de website.
The first of these is the one that most follows the "hot" areas of the Cold War, Hermsdorf - Mitte - Schönefeld: 50 km that can be traveled by anyone even during the day; all points of attraction are georeferenced and the traveler only needs a smartphone to know where to go and what he is seeing. The other two routes are of similar length, 45 km Schönefeld - Lichterfelde - Griebnitzsee and 65 km - Griebnitzsee - Spandau - Hermsdorf.
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